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Lusso in Svizzera, una disputa online svela i retroscena della famiglia al potere in Camerun

uomo e donna
Paul Biya è il capo di stato in carica più anziano al mondo. Sua figlia Brenda è un'influencer. Montaggio: Wikimedia Commons / KingNasty, alias Brenda Biya / Instagram

Brenda Biya, la figlia del presidente camerunense, è stata condannata per diffamazione a Ginevra. Il caso getta nuova luce sui soggiorni privati della famiglia presidenziale in un hotel di lusso ginevrino.

Quando deve rispondere delle sue azioni, la figlia del presidente camerunense deve farlo davanti a un tribunale ginevrino. Brenda Biya ha insultato sui social la cantante camerunese-nigeriana Dencia, definendola “una truffatrice, una spacciatrice e una puttana cocainomane”.

Sullo sfondo di questa disputa c’è l’autorizzazione a commercializzare alcuni prodotti cosmetici. La cantante ha sporto denuncia e la figlia del presidente è stata riconosciuta colpevole di diffamazione, calunnia e ingiuria.

Il giornalista François Pilet, che scrive anche per SWI swissinfo.ch, ha rivelato il decreto penale sulla piattaforma Gotham CityCollegamento esterno. “Il caso è più di una lite tra due personaggi pubblici”, osserva Pilet. “Dimostra che la figlia del presidente del Camerun vive almeno in parte a Ginevra”.

Chi paga la suite presidenziale?

La procura ha potuto dimostrare che Brenda Biya si trovava effettivamente a Ginevra quando ha pubblicato i messaggi incriminati sui social media.

Dalle indagini è emerso che l’imputata frequenta da anni l’albergo di lusso Hotel Intercontinental, dove una camera è riservata per lei tutto l’anno. Secondo la sentenza, Brenda Biya ha ammesso di fare la spola tra il Camerun e la Svizzera fin dall’età di dodici anni.

donna
Brenda Biya offre sui social media uno scorcio della vita di una figlia del presidente, affrontando, tra l’altro, la sua omosessualità, che è vietata dalla legge in Camerun. Schermata: Brenda Biya / TikTok

“Il sospetto circolava da tempo, ora è stato confermato”, afferma Pilet, che parla apertamente di scandalo: “È lecito credere che questi soggiorni siano finanziati dalle casse dello Stato camerunese, proprio come quelli, ben noti, del presidente Paul Biya a Ginevra”.

François Pilet è coautore del documentario della Radiotelevisione della Svizzera francese RTS “Genève, paradis des dictateursCollegamento esterno“, andato in onda nel 2018. Il documentario ricostruiva, tra l’altro, le visite del presidente Paul Biya sulle rive del lago Lemano.

Secondo l’inchiesta televisiva, Biya si reca nella città di Calvino almeno due volte l’anno con jet privato, soggiornando per diversi mesi all’Hotel Intercontinental. Al seguito, un entourage di circa 60 persone che occupa un intero piano dell’albergo.

Al potere da oltre 40 anni, Paul Biya è accusato dalle organizzazioni per i diritti umani di guidare il Paese con il pugno di ferroCollegamento esterno e di aver creato un regime sempre più repressivo. Secondo un’inchiesta dell’Organised Crime and Corruption Reporting Project (OCCRPCollegamento esterno), dal 1982, anno della sua ascesa al potere, al 2018, Biya avrebbe trascorso circa 4,5 anni all’estero, soprattutto a Ginevra.

Per questi soggiorni avrebbe speso almeno 150 milioni di franchi; in una sola notte, addirittura fino a 40’000 franchi. Gli ex dipendenti dell’albergo raccontano che paga in contanti, lasciando mance molto generose. “Con queste somme, è molto improbabile che le finanze pubbliche non vengano intaccate”, commenta Pilet.

I lussuosi soggiorni del presidente camerunese in Svizzera sono da tempo motivo di indignazione per gran parte della popolazione. Una giornalista camerunese, che preferisce restare anonima per motivi di sicurezza, dichiara: “Per la maggioranza è inaccettabile che il presidente viva nel lusso all’estero, mentre il Paese è colpito da crisi economiche, carenze alimentari e conflitti interni”.

Secondo la giornalista, è indubbio che anche le permanenze ginevrine di Brenda Biya siano pagate con fondi statali: “Non è chiaro dove lavori attualmente la figlia del presidente”.

Davanti alla Procura di Ginevra, la donna si è rifiutata di fornire informazioni sulla propria situazione finanziaria. Sebbene molte e molti camerunesi sospettino un uso illecito di fondi pubblici, ottenere informazioni concrete è estremamente difficile, spiega la giornalista. La libertà di stampa in Camerun è molto limitata: negli ultimi anni, diversi giornalisti investigativi sono stati incarcerati, torturati o uccisiCollegamento esterno.

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Con i suoi 92 anni, Paul Biya è il presidente più anziano del mondo. Nonostante ciò, ha annunciato l’intenzione di ricandidarsi alle elezioni di ottobre. Biya governa il Camerun senza interruzioni dal 1982, tra accuse di brogli elettorali, clientelismo e appropriazione indebita. Nel rapporto sulla corruzione stilato da Transparency International, il Camerun occupa la posizione 140 su 180 Paesi.

Negli ultimi anni, le tensioni politiche sono aumentate. Nelle regioni occidentali, dove vive la maggioranza della popolazione anglofona, i separatisti rivendicano l’indipendenza. Il conflitto ha già causato oltre 6’500 vittime e l’esercito governativo è accusato di gravi violazioni dei diritti umani e di crimini di guerra. Le proteste contro il regime si fanno sempre più forti, ma ogni forma di critica pubblica viene repressa sul nascere.

Conflitti in patria, lusso a Ginevra

A protestare regolarmente è la diaspora camerunese. Ogni volta che si diffonde la notizia dell’arrivo del presidente a Ginevra, esuli e attivisti organizzano manifestazioni davanti all’ingresso dell’Hotel Intercontinental.

Tra loro c’è Francis Awudu, presidente dell’Associazione camerunese anglofona in Svizzera, che sostiene le rivendicazioni indipendentiste dei separatisti. Accusa la Svizzera di proteggere un “dittatore genocida”. “Durante le manifestazioni siamo stati ripetutamente intimiditi e aggrediti dalle forze di sicurezza di Biya”, afferma Awudu. “La Svizzera deve condannare tutto questo”.

Non è la prima volta che la famiglia Biya ha a che fare con la giustizia elvetica: nel 2019, sei membri della sua scorta sono stati condannati per aver aggredito fisicamente un giornalista della radiotelevisione pubblica RTS.

A seguito di questi fatti, un gruppo guidato da Francis Awudu e dal granconsigliere socialista ginevrino Sylvain Thévoz ha lanciato una petizioneCollegamento esterno per chiedere al Parlamento cantonale di dichiarare Paul Biya “persona non grata”. In altre parole: vietare al presidente camerunense di soggiornare a Ginevra e invitare la Confederazione a fare lo stesso a livello nazionale.

La petizione è stata respinta dalla maggioranza borghese del parlamento cantonale. “Un deputato ha detto apertamente che Ginevra non poteva permettersi di perdere i Biya”, racconta Francis Awudu, affermando che le autorità sono “parte del problema”. Thévoz aggiunge: “La presenza regolare del presidente camerunense è uno schiaffo in faccia a chi difende i diritti umani ed è un’umiliazione per Ginevra. Perché continuiamo a stendere il tappeto rosso per un dittatore che viola la legge?”.

manifestanti
In Camerun, tensioni, talvolta sanguinose, esistono fin dagli anni Settanta tra lo Stato centrale francofono e le piccole regioni anglofone del Paese. Questa manifestazione richiama all’unità del Paese Joel Kouam / Reuters

Contattato al riguardo, il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) ha dichiarato che non commentava i soggiorni privati di capi di Stato stranieri in Svizzera. Tuttavia, ha precisato che “un capo di Stato e i suoi familiari sono soggetti alle stesse disposizioni valide per tutti gli altri cittadini stranieri presenti in Svizzera”.

Il DFAE ricorda inoltre che “il diritto internazionale garantisce ai capi di Stato l’immunità dalla giurisdizione, anche durante soggiorni a titolo privato”. Tale immunità, però, non è valida, di norma, per i membri della famiglia.

Alta concentrazione di figli di presidenti a Ginevra

Probabilmente Brenda Biya non si aspettava una sentenza simile. Il decreto penale cita uno scambio di messaggi tra lei e la cantante Dencia, in cui la figlia del presidente dichiara di non temere alcuna denuncia, aggiungendo che “suo padre ha contatti in Svizzera”.

Ma in questo caso, tali conoscenze non le sono servite a molto: Brenda Biya è stata condannata a una pena pecuniaria di 60 aliquote giornaliere di 200 franchi, sospesa con la condizionale per tre anni, oltre a una multa di 2’400 franchi.

Le avvocate di Dencia hanno accolto con favore la decisione del tribunale ginevrino, dichiarando alla piattaforma Gotham City: “È positivo che la giustizia svizzera non abbia esitato a condannare l’imputata, nonostante il suo status di figlia del presidente della Repubblica del Camerun”.

Paul Biya non è l’unico leader straniero a prediligere Ginevra come meta dei suoi viaggi all’estero. Negli ultimi anni sono emersi diversi casi di esponenti di regimi autoritari che hanno acquistato ville sulle rive del lago Lemano.

Tra loro figurano anche i clan degli ex presidenti di KazakistanCollegamento esterno e UzbekistanCollegamento esterno, le cui figlie sono finite sotto inchiesta da parte della giustizia elvetica.

Articolo a cura di Benjamin von Wyl

Traduzione di Luca Beti

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