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Gli operai edili minacciano lo sciopero

Contratto collettivo di lavoro o sciopero: questo il messaggio dei 17'000 operai dell'edilizia confluiti a Zurigo Keystone

Circa 17'000 lavoratori dell'edilizia sono scesi in strada sabato a Zurigo per manifestare contro il vuoto contrattuale con cui il settore sarà confrontato da ottobre.

Durante la manifestazione nazionale i sindacati hanno accusato gli imprenditori, che hanno disdetto il contratto collettivo di lavoro, di distruggere la pace del lavoro.

La manifestazione è stata organizzata dai sindacati Unia e Syna. I manifestanti sono affluiti da tutta la Svizzera con treni e bus speciali. La polizia, che stima il numero dei partecipanti a 15’000 contro i 17’000 indicati dagli organizzatori, non ha segnalato alcun incidente.

Rimproverando alla Società Svizzera degli impresari costruttori (SSIC) di mettere in pericolo la pace sociale con la disdetta del Contratto nazionale mantello (CNM) i manifestanti hanno espresso i loro timori di dumping salariale.

Alcune imprese di lavoro temporaneo avrebbero già fatto sapere che abbasseranno i salari, hanno messo in guardia pochi giorni fa i sindacati.

Pronti allo sciopero

Hansueli Scheidegger, responsabile del settore costruzioni di Unia, ha presentato nel corso della manifestazione le urne contenenti oltre 36’000 bollettini di voto raccolti nel corso delle ultime settimane in tutti i cantieri svizzeri.

Oltre 30’000 lavoratori (l’84,5% di quanti hanno partecipato allo scrutinio) si sono dichiarati favorevoli allo sciopero per difendere il loro contratto collettivo di lavoro.

Già oggi, ha ricordato Scheidegger, un’impresa su quattro non rispetta i minimi salariali. Senza il CNM, il dumping salariale sfuggirebbe da tutti i controlli, secondo i sindacati.

Kurt Regotz, presidente di Syna, ha dal canto suo accusato gli impresari di distruggere la pace sociale che da 70 anni caratterizza le relazioni tra datori di lavoro e lavoratori in Svizzera.

Varie personalità politiche hanno espresso il loro sostegno ai manifestanti. Tra di essi figurano Hans-Jürg Fehr, presidente del Partito socialista svizzero, il parlamentare ecologista Joseph Lang e il presidente dell’Unione sindacale svizzera.

swissinfo e agenzie

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Negli ultimi anni i rapporti tra parti sociali in Svizzera sono andati deteriorandosi.

Il settore edilizio si troverà in una situazione di vuoto contrattuale a partire dal 1° ottobre 2007.

La Società svizzera degli impresari-costruttori (SSIC) ha infatti deciso di non rinnovare il contratto nazionale mantello (CNM).

Il 18 settembre scorso un’assemblea straordinaria della SSIC ha deciso, di fronte al blocco dei negoziati con il sindacato, di fissare delle misure in maniera unilaterale, in particolare per quel che riguarda gli aumenti salariali nel 2008 (2,7% al massimo).

I sindacati hanno duramente criticato la “politica del fatto compiuto” praticata dalla SSIC e hanno lanciato l’allarme contro il dumping salariale nel settore delle costruzioni. Secondo loro, un’impresa su quattro non rispetta i minimi salariali contenuti nel CNM.

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