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GR: ospedale di Samedan, arriva in soccorso il nosocomio cantonale

Keystone-SDA

A partire dal primo aprile 2026 il gruppo dell'ospedale cantonale di Coira dovrebbe garantire l'assistenza sanitaria in Alta Engadina. L'offerta medica verrà adattata, il che comporterà anche delle conseguenze per il personale.

(Keystone-ATS) A fine marzo 2026 la Fondazione Sanitaria Alta Engadina (FSAE) sarà insolvente, lo scrive oggi nero su bianco la stessa fondazione. È la conseguenza del fallimento del credito salvavita di 50,8 milioni per gli accordi di prestazione fra gli undici Comuni dell’Alta Engadina e la FSAE saltato a inizio novembre. I quattro mesi concessi ora dalla moratoria permettono di riorganizzare l’assistenza sanitaria nella regione.

La Fondazione gestirà le case di cura, i servizi di assistenza e cura a domicilio (noti con l’acronimo tedesco Spitex) e il centro di consulenza per anziani e questioni sanitarie fino alla fine di marzo 2026, continua la nota. Dopodiché le attività operative verranno trasferite in una nuova organizzazione, dato che la Fondazione nella forma attuale cesserà di esistere.

Licenziamenti inevitabili

Il pronto soccorso e l’ospedale verranno invece ceduti al gruppo dell’ospedale cantonale di Coira. Questo malgrado in primavera il piano d’integrazione del nosocomio di Samedan in quello del capoluogo retico era naufragato. Le prestazioni mediche del gruppo ospedaliero cantonale, di cui fa parte anche la Clinica Gut di St. Moritz, saranno tuttavia riorganizzate e adeguate alle esigenze locali.

La riorganizzazione avrà anche delle conseguenze sul personale. Ad oggi la FSAE dà lavoro a circa 500 persone, 350 di essi sono impiegati all’ospedale. Secondo il portavoce della fondazione, Daniel Camenisch, saranno inevitabili dei licenziamenti. Ma quante persone saranno toccate al momento non è ancora chiaro.

“Chi lavora per le case anziani e per il servizio Spitex rimarrà impiegato, semplicemente sotto il tetto di un’altra organizzazione”, ha spiegato la presidente della FSAE, Selina Nicolay, a Keystone-ATS. Per il personale dell’ospedale la FSAE mira a trovare più soluzioni di ricollocamento lavorativo possibile. “Questo vale anche per il personale in formazione”, ha continuato la presidente.

A fine gennaio la Fondazione informerà sui nuovi sviluppi del futuro dell’assistenza sanitaria in Alta Engadina. Ciò che è chiaro per la presidente è che la soluzione per il futuro deve essere sostenibile dal punto di vista finanziario e deve offrire un’assistenza sanitaria di qualità. “Non sarà facile”, ha ammesso.

Di nuovo in votazione, ma non serve l’unanimità

Sul piano di risanamento gli elettori torneranno in votazione. In alcuni comuni il 4 febbraio in assemblea, in altri l’8 marzo alle urne. Ma questa volta non sarà necessaria l’unanimità di tutti i comuni come finora. “La nuova associazione non conterrà più questo principio, che ci ha già fatto inciampare due volte”, ha dichiarato Nicolay, riferendosi alle due votazioni sugli accordi di prestazioni di quest’anno.

Il principio era stato introdotto nel 2018 a seguito dello scioglimento dei circoli e la creazione delle regioni a livello cantonale. “Allora ci trovavamo in un periodo positivo e non avremmo pensato di dover affrontare una crisi finanziaria e sanitaria di questo genere”, ha argomentato Selina Nicolay.

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