La Svizzera recluta 85’000 lavoratori stranieri: la fake news che non muore mai
Una notizia falsa diventata virale sul web sostiene che la Svizzera è alle prese con una grave carenza di manodopera e sta reclutando massicciamente all’estero. La Radiotelevisione svizzera RTS ha indagato sulle origini di queste affermazioni infondate che continuano a riemergere.
È una storia che da settimane agita i social. La trama: la Svizzera sta affrontando una grave penuria di manodopera che la obbliga ad assumere all’estero 85’000 lavoratori e lavoratrici, anche senza qualifiche, con paghe che vanno dai 3’500 ai 6’500 euro (3’268–6’070 franchi) al mese.
Ripresa da influencer, rilanciata da riviste e condivisa da migliaia di utenti, la notizia ha suscitato interesse dalla Francia alla Tunisia. Una notizia che sembra troppo bella per essere vera? Proprio così: si tratta di un esempio perfetto di fake news virale.
“La diffusione intenzionale di contenuti falsi, chiamata disinformazione, è ormai dilagante nei media digitali e tradizionali”, conferma Patrick Haack, professore di strategia e gestione responsabile all’Alta scuola di commercio (HEC) di Losanna. “In questo caso si tratta probabilmente di contenuti ‘clickbait’, ossia pensati per attirare click con titoli e immagini esagerati o fuorvianti.”
La storia ha tutti gli ingredienti per generare click: stipendi allettanti, immagini da cartolina, la reputazione della Svizzera come eldorado in un contesto di tensioni economiche.
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La SECO smentisce
RTS ha contattato la Segreteria di Stato dell’economia (SECO) per chiarimenti e la risposta non sorprende: “La SECO non può determinare l’origine di questi dati. Secondo le nostre verifiche, non provengono né dai nostri servizi né dall’Ufficio federale di statistica. Raccomandiamo la massima cautela nell’interpretazione di queste cifre”, afferma Fabian Maienfisch, portavoce della SECO.
Secondo le ricerche di RTS, questa fake news riappare regolarmente dal 2022 nei contenuti pubblicati da giornalisti e influencer. Spesso il testo è grossolano: le fonti non vengono mai citate e le informazioni sono spesso errate o incomplete. Alcune pubblicazioni, per esempio, parlano di una “legge” che la Svizzera avrebbe approvato d’urgenza per assumere questi 85’000 lavoratori e lavoratrici.
Alcuni elementi, però, sono veritieri: i settori sanitario e alberghiero, ad esempio, faticano davvero a trovare manodopera. E gli stipendi citati sono in linea con quelli effettivamente versati in Svizzera.
“A prima vista, notizie di questo tipo possono sembrare credibili, anche perché contengono spesso un fondo di verità”, osserva Haack. “Le emozioni che la fake news suscita, unite a una certa plausibilità, ne favoriscono la viralità. Così l’informazione continua a riemergere ciclicamente”.
Adecco come punto di partenza?
Ma da dove arriva la cifra di 85’000 impieghi? L’agenzia di collocamento Adecco è spesso citata negli articoli come porta d’accesso a questi fantomatici posti di lavoro.
Ripercorrendo i comunicati del gruppo, si ritrova il numero in questione, ma in un contesto completamente diverso: nel febbraio 2024 Adecco si era impegnata a trovare un impiego a 85’000 persone rifugiate e a formare 17’000 persone nel mondo entro il 2027. Nessun legame diretto con la Svizzera né con la presunta grave carenza di manodopera. La coincidenza, però, può fungere da cassa di risonanza per la disinformazione.
“Non eravamo a conoscenza di questa fake news”, dichiara Nadia Vitale, portavoce del gruppo Adecco. “Nel nostro Swiss Skills Shortage Index 2025, abbiamo constatato al contrario che la penuria si sta attenuando per il secondo anno consecutivo a causa del rallentamento economico.”
Una cifra del 2022 fuori contesto
Un articolo di Blick del 2022 indica un’altra possibile fonte. L’agenzia Dynajobs è menzionata sul portale informativo insieme alla cifra. Si tratta di una società del Canton Argovia che afferma di occuparsi di assistenza al reclutamento e formazione. La sua affidabilità è però difficile da verificare: sul suo sito non sono indicati clienti.
Nel gennaio 2022 il direttore di Dynajobs ha pubblicato un’analisi sul mercato del lavoro post-Covid, stimando una carenza di circa 85’000 lavoratrici e lavoratori qualificati in Svizzera per tornare ai livelli di crescita economica pre-pandemia. È difficile capire quale calcolo abbia effettuato chi ha scritto il testo, ma: ecco la nostra cifra! È stata completamente estrapolata dal contesto originale e usata come ingrediente di una fake news virale da manuale.
“È un caso tipico di disinformazione virale”, conclude Haack. “Il Governo federale sbaglia a sottovalutarlo. Al contrario, dovrebbe sviluppare una strategia di difesa, perché questo tipo di fake news danneggia l’immagine del Paese. All’ultimo summit del Forum economico mondiale (WEF), disinformazione e fake news sono state dichiarate il rischio più grave a breve termine per il pianeta, superando cambiamento climatico e conflitti armati. È ora di prenderle sul serio.”
Tradotto con il supporto dell’IA/Zz
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