Prospettive svizzere in 10 lingue

I popolari democratici si dichiarano “più verdi dei Verdi”

Il presidente del PPD Christophe Darbellay guida l'offensiva "verde" nel suo partito Keystone

No alle centrali a gas e agli elettrodomestici energivori, si alle etichette energetiche per le auto: il Partito popolare democratico (PPD) punta sulla riduzione delle emissioni di CO2.

L’assemblea dei delegati, riunita sabato a Zurigo, ha adottato delle misure per proteggere il clima. Misure che, secondo il presidente, fanno del PPD un partito più “verde dei Verdi”.

Dopo aver assistito al lancio del film di Al Gore “Una scomoda verità”, i delegati hanno adottato un documento che contiene misure in parte molto dettagliate.

Per ridurre il consumo di elettricità, il PPD punta in particolare sul divieto degli apparecchi elettrici troppo voraci di energia, e vorrebbe pure bandire le lampadine tradizionali per illuminare i prodotti nei negozi.

La questione energetica

Il PPD chiede inoltre al Consiglio federale di generalizzare le “etichette energia” e di applicarle pure alle vetture. I consumatori potranno così vedere subito se un apparechio consuma molto o poco. Su proposta dei giovani del partito, i delegati hanno deciso con 159 voti contro 13 di opporsi alle centrali a gas, perché emettono troppa anidride carbonica.

La consigliera federale Doris Leuthard ha difeso la strategia energetica del governo, preconizzando una politica che concili economia ed ecologia: “Discutiamo di dettagli e curiamo i sintomi invece di considerare il problema in modo globale. La nostra strategia energetica non può essere considerata indipendentemente dalla politica di crescita”.

In fatto di ambiente, la ministra dell’economia è persuasa “che si possa ancora impedire ai nostri ghiacciai di fondere e all’Eiger di crollare”. In concreto, si è detta favorevole a che la Svizzera fissi obiettivi di risparmio energetico, vieti gli apparecchi “energivori” e avvii negogoziati con l’Unione europea (Ue) sull’energia elettrica.

Darbellay critica i rosso-verdi

In materia di ecologia, il PPD è il solo partito ad “agire”, ha affermato il presidente del partito Christophe Darbellay. Le proposte democristiane in materia di protezione del clima – ha dichiarato – devono far “impallidire” la presidente dei Verdi Ruth Genner.

Secondo Darbellay senza il PPD la tassa sul CO2 non esisterebbe e la Svizzera non avrebbe per esempio introdotto la politica del trasferimento dalla strada alla ferrovia.

Darbellay ha sparato le sue cartucce verbali a 360 gradi. Sui rosso-verdi che continuano a chiedere l’impossibile impedendo “troppo spesso di sostenere le energie rinnovabili”.

Sui “falsi ecologisti” che si oppongono all’energia eolica in Svizzera ma chiedono la costruzione di parchi eolici sulle rive del mare del Nord. Sui radicali e l’UDC che professano grandi teorie ma le cui formule si dissolvono alla prova dei fatti.

Sul ministro dell’ambiente e dell’energia Moritz Leuenberger che a suo dire non ha mai elaborato alcun piano concreto per migliorare l’efficienza energetica, né presentato alcun progetto sul modo di conciliare politica climatica e necessità della politica energetica.

Altri sviluppi

Altri sviluppi

Partito popolare democratico (PPD)

Questo contenuto è stato pubblicato al Il PPD discende dal Partito cattolico conservatore. A lungo opposti allo Stato federale, i cattolici si sono integrati alla fine del XIX secolo, occupando uno, poi due seggi in Governo. Ancorato nelle campagne, il PPD ha ampliato i suoi orizzonti dagli anni ’70, proponendosi come il partito di centro delle famiglie e di un’economia di…

Di più Partito popolare democratico (PPD)

Revisione Ai

l “sì” alla quinta revisione dell’AI è stato deciso con 204 voti a favore, 11 contrari e 11 astensioni, senza discussione. Un solo delegato si è espresso contro la revisione, sotenendo che non cambierà niente al problema principale, ossia che l’AI è una struttura troppo pesante e non sufficientemente flessibile per poter reintegrare gli handicappati nel mondo del lavoro.

Per la consigliera nazionale Thérèse Meyer, la revisione permetterà di assicurare rendite a lungo termine e coloro che ne hanno veramente bisogno. La friburghese ha sottolineato i numerosi vantaggi della riforma, in particolare l’individuazione precoce dei casi di invalidità e le misure incentive che incoraggiano i dirigenti di aziende a riassumere persone portatrici di handicap.

Secondo il consigliere nazionale svittese Reto Wehrli, questa riforma non verrà fatta sulle spalle dei più poveri, come invece affermano gli oppositori. “Si tratta unicamente di sopprimere i versamenti che non incoraggiano i beneficiari di rendite a riprendere il lavoro”.

Violenza giovanile

I delegati hanno infine preconizzato un'”offensiva contro la violenza giovanile”. Con una iniziativa parlamentare e una mozione il partito chiederà una modifica della Costituzione e una legge federale sull’incoraggiamento e la protezione dei giovani. La nuova legge dovrà basarsi su quattro pilastri: repressione, prevenzione, aiuto alle vittime e anche gli aggressori.

Tra le misure concrete è stato evocato l’impiego di 3000 nuovi poliziotti in tutta la Svizzera con lo scopo di rafforzare la presenza delle forze dell’ordine nei punti nevralgici.

Il PPD auspica persino di forzare i genitori a educare i loro figli. Il partito vuole pure introdurre in tutte le scuole elvetiche un corso obbligatorio sui diritti umani e i diritti fondamentali. Per ottenere un permesso di soggiorno, anche le famiglie straniere dovrebbero partecipare a un tale corso.

swissinfo e agenzie

Altri sviluppi

Altri sviluppi

Verdi

Questo contenuto è stato pubblicato al La prima sezione dei Verdi in Svizzera è stata creata nel 1971 nel canton Neuchâtel per combattere un progetto autostradale. In Parlamento fanno la loro prima apparizione nel 1979 con Daniel Brélaz, che diventerà in seguito sindaco di Losanna. Nel 1983 diversi gruppi si uniscono nella Federazione dei partiti ecologisti svizzeri. Negli ultimi anni, i…

Di più Verdi

La base principale della politica climatica della Svizzera è la legge sul CO2, il cui obiettivo è quello di ridurre, entro il 2010, le emissioni biossido di carbonio a livello nazionale del 10 per cento rispetto al 1990.

Ecco gli elementi principali:
– la legge sul CO2 prevede la possibilità di computare, ai fini del raggiungimento dell’obiettivo nazionale di riduzione, anche le riduzioni delle emissioni conseguite all’estero.
– lo strumento necessario a tale scopo è costituito dai meccanismi flessibili contemplati dal Protocollo di Kyoto.
– per la realizzazione degli obiettivi di politica climatica della Svizzera sono tuttavia molto importanti anche altri campi d’intervento (prima fra tutti la politica energetica, ma anche quella ambientale, dei trasporti, forestale e agricola).

In conformità con gli standard di JTI

Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative

Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti qui.

Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo italian@swissinfo.ch.

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR