I lavoratori della costruzione più esposti a incidenti mortali e invalidità
Per chi lavora nel settore della costruzione il rischio di morire prima della pensione è tre volte più elevato di chi lavora nell’insegnamento o nella ricerca. Il Sindacato edilizia e industria (SEI) propone un catalogo di misure.
Solo il 57 percento dei lavoratori della costruzione raggiunge l’età del pensionamento in buona salute, contro l’83 percento dei quadri e dei direttori. Questa ineguaglianza di fronte alla morte e all’invalidità è stata evidenziata in uno studio condotto dall’ispettorato del lavoro del cantone di Ginevra.
„I risultati di questo studio impressionano”, ha detto Vasco Pedrina, presidente centrale del SEI. Il sindacato esige dunque la pensione a 62 anni dopo 40 anni di servizio.
Dallo studio risulta che i lavoratori della costruzione, i manovali che lavorano in fabbrica, gli addetti alle pulizie e alla manutenzione delle strade rischiano di morire fra i 45 e i 65 anni tre volte più di quanto rischino gli insegnanti o gli accademici.
Lo studio è stato realizzato a Ginevra su un campionario di 5137 uomini nati fra il 1925 e il 1927. Le cifre mostrano che il tasso di mortalità prima dei 65 anni è solo del 9,4 percento per gli architetti, gli ingegneri e i tecnici. I lavoratori della costruzione hanno invece un tasso di mortalità del 21,1 percento.
Questi lavoratori sono comunque meno sfavoriti di altri gruppi professionali come i meccanici d’automobili (22,8 percento) o i manovali (29,2 percento). A questa ineguaglianza di fronte alla morte si aggiunge quella di fronte all’invalidità: la probabilità di ritrovarsi invalido fra i 45 e i 65 anni è del 40 percento per i lavoratori dell’edilizia, ossia sette volte più dei direttori.
Per lottare contro questa ineguaglianza, il SEI propone un ventaglio di misure. Appoggia in primo luogo le due iniziative in votazione il 26 novembre prossimo, che garantiscono il diritto alla pensione integrale per tutti a 62 anni. Il sindacato ritiene però insufficienti queste iniziative e chiede una rendita integrale per chi ha lavorato per 40 anni.
Il sindacato chiede anche la revisione della legge sul lavoro, in modo da introdurre un inasprimento giuridico per la flessibilità degli orari e la durata massima degli orari di lavoro.
swissinfo e agenzie
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