
Piante di colza geneticamente modificate trovate a Lugano
(Keystone-ATS) Su un terrapieno nelle vicinanze della stazione ferroviaria di Lugano sono state individuate singole piante di colza geneticamente modificate. Lo ha indicato oggi l’Ufficio federale dell’ambiente (UFAM), confermando un’informazione della trasmissione della tv svizzerotedesca “10vor10”.
L’UFAM spiega che il canton Ticino ha già provveduto a rimuovere tali piante, “secondo quanto prescritto dall’ordinanza sull’impiego confinato”, e ne esaminerà la provenienza.
In Svizzera, l’emissione nell’ambiente di organismi geneticamente modificati (OGM) è soggetta ad autorizzazione ed è ammessa soltanto nell’ambito di sperimentazioni. Un’apposita ordinanza sancisce che l’UFAM provvede a realizzare un sistema di monitoraggio ambientale che permetta di individuare tempestivamente la presenza di queste piante.
Nel quadro del monitoraggio, “i laboratori e le vie di trasporto costituiscono fonti di diffusione delle piante geneticamente modificate e sono pertanto sotto costante osservazione”, precisa l’UFAM.
Oltre alla stazione di Lugano, tracce di OGM sono state state ritrovate in prossimità di laboratori alle università di Basilea, Losanna e Zurigo. Queste università hanno partecipato volontariamente ai controlli su richiesta dell’UFAM. “I laboratori interessati sono stati informati ed esortati ad esaminare tutte le vie d’uscita possibili, a valutare misure di sicurezza supplementari e a integrarle nel loro piano di sicurezza”, si legge ancora nel comunicato.
In Svizzera, la moratoria sulla coltivazione di piante geneticamente modificate scade a fine novembre 2013. Fino a questa data, “l’utilizzazione di OGM deve avvenire in modo tale da non mettere in pericolo l’uomo, gli animali e l’ambiente e da non pregiudicare la diversità biologica”, ricorda l’UFAM.
Dal canto loro, le organizzazioni ambientaliste StopOGM e Greenpeace chiedono all’ufficio federale di prendere immediatamente provvedimenti rigorosi per bloccare la contaminazione e impedire la futura proliferazione.
Le due associazioni citano poi una ricerca indipendente condotta dai biologi Luigi D’Andrea e Nicola Schönenberger, secondo cui le piante di colza geneticamente modificate sono presenti a Lugano da diversi anni e sono state probabilmente introdotte dallo scarico accidentale di campioni di semi contaminati da treni merci che circolano sull’asse Nord-Sud.