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Democrazia diretta in Svizzera

Consiglio federale: niente sanatoria per i clandestini

Circa 20 persone di 10 nazionalità occupano le sale parrocchiali di St.Paul a Friburgo Keystone

Il Consiglio federale ha respinto lunedì la richiesta di regolarizzazione collettiva per gli stranieri che soggiornano illegalmente in Svizzera. Una rivendicazione riformulata in giornata in un «Manifesto dei sans-papiers» dalla ventina di persone che occupano da una settimana una chiesa di Friburgo.

Ufficializzando le argomentazioni avanzate dal ministro dell’economia Pascal Couchepin in un’intervista pubblicata domenica dal giornale romando «Le Matin», la ministra di giustizia e polizia Ruth Metzler ha dichiarato in parlamento che il governo «non intende disciplinare con una soluzione globale lo statuto» dei clandestini. «Una tale soluzione per i ‘sans-papiers’ – ha detto – potrebbe indurre altre persone ad entrare illegalmente in Svizzera nella speranza di ottenere un’amnistia».

La presa di posizione di Ruth Metzler – ribadita in un comunicato stampa del suo dipartimento – è giunta durante l’ora delle domande al Consiglio nazionale, in risposta a una richiesta del deputato vodese del Partito del Lavoro Josef Zisyadis. La consigliera federale ha detto che l’Ufficio federale dei rifugiati continuerà a esaminare singolarmente ogni caso per quanto riguarda i candidati all’asilo respinti. Lo stesso procedimento vale per gli altri «sans-papiers».

Alla ministra sono pervenute 750 lettere standard di protesta firmate che le chiedono di rinunciare ad espellere le persone coinvolte nelle occupazioni di chiese a Friburgo e Losanna. La Metzler ha espresso «comprensione», ma non intende cedere.

Proprio lunedì il «Collectif des sans-papiers» all’origine dell’occupazione della chiesa di St-Paul a Friburgo ha pubblicato un «Manifesto» in cui rivendica per i clandestini la «regolarizzazione collettiva», rifiutando il «caso per caso». Il manifesto ricorda le «regolarizzazioni massicce» già avvenute in Francia, Italia, Spagna, Portogallo, Germania e Belgio per concludere che «la Svizzera non può continuare ad ignorarci per meglio sfruttarci».

La ventina di occupanti ha escluso la possibilità di sloggiare o di ripartirsi in altre chiese, come aveva suggerito il prefetto della Sarine Nicolas Deiss. «Romperebbe la dinamica del movimento», ha detto Gaétan Zurkinden, uno dei coordinatori del movimento.

Zurkinden assicura che i sans-papiers sono bene accetti dalla popolazione del quartiere e che non sono stati oggetto di manifestazioni di ostilità. Quale prove adduce il tranquillo svolgimento della festa del quartiere lo scorso weekend. Gli occupanti hanno lasciato provvisoriamente le sale parrocchiali per dare libero corso alla festa: le famiglie hanno trovato alloggio presso religiose, mentre gli uomini celibi hanno dormito nella chiesa.

I sans-papiers di St-Paul non sono lasciati soli: hanno ricevuto viveri per almeno tre settimane, come pure materassi e coperte, e le visite si susseguono. Questa mattina, una delegazione brasiliana ha comunicato loro il sostegno simbolico dei «senza terra» e delle organizzazioni non governative del paese latino-americano.

La settimana scorsa avevano ricevuto la visita del vescovo di Friburgo Bernard Genoud e di una delegazione del governo cantonale. Quest’ultimo ha preso atto dell’occupazione e ha deplorato di non poter far nulla, poiché un’eventuale regolarizzazione spetta alla Confederazione.

swissinfo e agenzie

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