La settimana in Svizzera
Care svizzere e cari svizzeri all’estero,
Facevate parte del 21% delle cittadine e dei cittadini residenti all’estero che hanno votato domenica? Votereste se l’accordo commerciale tra la Svizzera e gli Stati Uniti fosse sottoposto alle urne? Secondo un sondaggio, questa intesa sarebbe chiaramente respinta dalla maggioranza dell’elettorato.
Tra le altre notizie di questa settimana: cosa collega l’attivista politico statunitense assassinato Charlie Kirk, il villaggio svizzero di Blatten colpito da una frana e la calciatrice Alisha Lehmann?
Buona lettura.
Due iniziative – sulla tassazione delle persone super-ricche e sul servizio civico obbligatorio – sono state sonoramente bocciate alle urne domenica, ma svizzere e svizzeri all’estero le hanno respinte meno nettamente rispetto all’insieme dell’elettorato.
L’iniziativa per introdurre una tassa del 50% sull’eredità delle persone super-ricche per finanziare misure climatiche è stata respinta dal 78,3% dell’elettorato e da tutti i 26 Cantoni. Per quanto riguarda le svizzere e gli svizzeri all’estero – almeno nei 12 Cantoni che forniscono statistiche dettagliate sul loro voto – “solo” il 67% l’ha respinta.
La politologa Martina Mousson ha affermato che questo riflette il comportamento di voto tipico della diaspora, generalmente più di sinistra e più urbana rispetto alla popolazione residente nella Confederazione. Ha spiegato che la percentuale di approvazione tra chi risiede all’estero era simile a quella delle città svizzere.
La seconda iniziativa, che voleva sostituire il servizio militare obbligatorio con un dovere civico esteso alle donne, è stata respinta con oltre l’84% dei voti – una delle sconfitte più grandi della storia e persino peggiore del previsto. Quattro svizzeri e svizzere su cinque all’estero l’hanno bocciata.
La Quinta Svizzera non sarebbe stata toccata da questa riforma. Teme di esserlo? “Forse, ma penso che sia proprio l’idea di base a non essere stata accettata”, ha detto Mousson. “Sia la sinistra che la destra erano contrarie, e alla fine nessuno era davvero favorevole.”
I temi sottoposti alle urne domenica non hanno particolarmente appassionato l’elettorato. Poco meno del 21% delle svizzere e degli svizzeri all’estero ha votato, rispetto a una media del 24% negli ultimi cinque anni. La partecipazione complessiva è stata del 43%, sei punti percentuali in meno rispetto alla media del 49%.
Se si votasse oggi, l’accordo sui dazi tra la Svizzera e gli Stati Uniti verrebbe bocciato: il 69% delle persone intervistate è contrario.
Il sondaggio, pubblicato mercoledì dal quotidiano Blick, ha intervistato circa 9’300 persone alla fine di novembre, un paio di settimane dopo che Svizzera e Stati Uniti avevano firmato una dichiarazione d’intenti per ridurre i dazi americani sulla maggior parte dei prodotti elvetici dal 39% al 15%.
Le concessioni svizzere non sono state ben accolte dalla maggior parte delle persone che hanno partecipato al sondaggio: l’80% ha detto di ritenere troppo estrema la rinuncia alle restrizioni sul flusso di dati verso gli Stati Uniti. Sono viste con scetticismo le promesse svizzere come la rinuncia all’introduzione di una tassa digitale, l’importazione sotto franchigia doganale di quantità limitate di carne dagli USA, gli investimenti per 200 miliardi di franchi da parte di aziende svizzere negli Stati Uniti e l’autorizzazione alla circolazione di pick-up americani in Svizzera.
Una maggiore cooperazione tra i due Paesi in materia di sanzioni contro terzi ha suscitato meno opposizione, ma è comunque stata respinta dal 55% delle persone intervistate.
Resta da vedere se l’elettorato svizzero avrà voce in capitolo sull’accordo con gli USA.
In un dibattito giovedì, la radio pubblica SRF ha chiesto: “La Svizzera ha concesso troppo a Trump?” Il dibattito era tra un parlamentare dell’UDC, che ha congratulato il ministro dell’economia Guy Parmelin per l’accordo, e una parlamentare dei Verdi, che lo ha definito un “trattato di sottomissione”.
Il Servizio delle attività informative della Confederazione (SIC) è accusato di essere andato troppo oltre con la sorveglianza di massa delle telecomunicazioni. L’intercettazione su larga scala delle comunicazioni transfrontaliere non è compatibile con i diritti fondamentali, ha stabilito il Tribunale amministrativo federale.
Per combattere in particolare il terrorismo, il SIC analizza parte del traffico di messaggi privati su internet, ha spiegato mercoledì la televisione pubblica RTS. Questa sorveglianza si basa su un sistema automatizzato che utilizza parole chiave. Quando un messaggio soddisfa determinati criteri, viene esaminato dal Centro operazioni elettroniche, un servizio che fa parte dell’esercito.
“È quindi possibile che alcuni messaggi inviati a familiari o amici siano già stati consultati da un dipendente governativo. Ma è impossibile saperlo con certezza”, ha spiegato RTS.
Le comunicazioni esclusivamente interne – se sia il mittente che il destinatario si trovano in Svizzera – non dovrebbero essere sorvegliate. “Il problema deriva dal funzionamento stesso di internet”, ha detto RTS. “Un messaggio inviato al tuo vicino non resta davvero svizzero. Spesso passa attraverso un server all’estero. Su internet, i confini nazionali sfumano”.
Nella sua sentenza di martedì, il Tribunale amministrativo federale ha invitato il Parlamento a “rimediare alle lacune” nel quadro della revisione in corso della Legge federale sulle attività informative.
L’attivista politico statunitense assassinato Charlie Kirk, il villaggio svizzero di Blatten sepolto da una frana e la guerra tra Israele e Iran hanno dominato la lista delle ricerche Google in Svizzera nel 2025.
Questo dimostra che la Svizzera si è preoccupata sia per disastri locali, che per conflitti globali, ha scritto giovedì la società tecnologica. Per la sua analisi annuale, Google ha esaminato i termini per i quali l’interesse di ricerca è aumentato bruscamente rispetto all’anno precedente.
Per quanto riguarda le personalità svizzere, l’interesse è cresciuto maggiormente per il nuovo ministro della difesa, Martin Pfister. Hanno conquistato rispettivamente il secondo e il terzo posto la comica Hazel Brugger, che ha co-presentato l’Eurovision Song Contest a Basilea, e il pilota svizzero di Moto3 Noah Dettwiler.
A livello internazionale, il personaggio che ha suscitato più curiosità tra chi ha fatto ricerche su Google in Svizzera è stato il rapper tedesco Haftbefehl, protagonista di un documentario Netflix.
Google ha anche elencato le domande più frequenti. Le principali domande con un legame svizzero sono state: Perché Alisha Lehmann non gioca all’Euro 2025? (Non era in forma dopo un infortunio). Quante mucche ci sono in Svizzera? (Circa 670’000).
La settimana prossima
Mercoledì si apre al Museo Rath di Ginevra una mostra dedicata alle artiste aborigene contemporanee. Potrà essere visitata fino al 19 aprile 2026.
Giovedì è la Giornata Internazionale della Montagna delle Nazioni Unite, il cui obiettivo è “sensibilizzare sul ruolo che le regioni montane svolgono nella vita delle persone e sulla loro importanza per il nostro pianeta”.
Il Calendario dell’Avvento della Svizzera insolita
Ogni giorno, fino al 24 dicembre, nella nostra rassegna stampa vi proponiamo un articolo a sorpresa selezionato dalla nostra serie “La Svizzera insolita”. Scoprite storie curiose e talvolta bizzarre che svelano il lato meno conosciuto del Paese.
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