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Il Parlamento dice SI a Schengen/Dublino

Malgrado le resistenze dell'UDC, il Consiglio Nazionale ha accettato Schengen/Dublino Keystone

La Camera bassa ha accettato mercoledì sei degli otto accordi firmati con l’Unione Europea, fra i quali quello di Schengen/Dublino.

I deputati del Consiglio nazionale hanno inoltre deciso di non sottoporre l’accordo al referendum obbligatorio.

Dopo gli Stati, anche il Consiglio nazionale ha approvato mercoledì sei degli otto accordi bilaterali II con l’Unione Europea.

Fra i trattati accettati dalla camera bassa vi è pure il contestato accordo sull’adesione a Schengen/Dublino, che abolisce i controlli sistematici delle persone alle frontiere.

L’accordo migliora nel contempo la cooperazione transfrontaliera di giustizia e polizia contro la criminalità internazionale e il terrorismo e rafforza la sicurezza interna.

La Svizzera avrebbe inoltre accesso al Sistema informatico di Schengen (SIS), una banca dati centralizzata che raccoglie migliaia di informazioni e viene considerata un efficace strumento di lotta contro la criminalità transfrontaliera.

Niente referendum obbligatorio

La decisione della Camera bassa su Schengen/Dublino è stata presa con 126 voti contro 58 e 5 astenuti. L’UDC, oppostasi compatta agli accordi, dovrà ora iniziare la raccolta delle firme per portarli davanti al popolo con un referendum.

Il Consiglio nazionale ha infatti deciso, come già gli Stati, di non sottoporre Schengen/Dublino a referendum obbligatorio.

La Camera ha seguito la maggioranza della sua commissione e il Consiglio federale per il quale questo accordo di associazione all’UE non rimette in causa la sovranità della Svizzera.

L’UDC non ci sta

La minoranza UDC non concorda con la decisione del Consiglio nazionale e ritiene che il testo degli accordi leda la sovranità dei cantoni.

Secondo il partito di destra, Schengen/Dublino dovrebbe di conseguenza essere sottoposto al voto obbligatorio ed ottenere la maggioranza del popolo e dei cantoni per potere entrare in vigore.

Il partito di destra avrà ora 100 giorni per raccogliere le 50’000 firme necessarie alla riuscita del referendum facoltativo contro Schengen/Dublino.

Mercoledì, l’UDC aveva combattuto l’entrata in materia su Schengen/Dublino, ma la sua proposta era stata respinta dal Consiglio nazionale con 121 voti contro 56 e 7 astenuti. La Camera bassa aveva pure rifiutato di rinviare la discussione sul contestato accordo.

Calmy-Rey contro gli avversari dei bilaterali

La consigliera federale Micheline Calmy-Rey ha rimproverato agli avversari degli accordi bilaterali bis di alimentare le paure della popolazione e di sfruttare il dibattito parlamentare in vista della consultazione popolare.

Secondo la ministra degli esteri, i bilaterali II favoriscono la creazione di posti di lavoro e migliorano la sicurezza interna e esterna. «Questi accordi settoriali regolano le nostre relazioni di buon vicinato», ha affermato la Consigliera federale.

Rispondendo alle argomentazioni del presidente dell’UDC Ueli Maurer, Calmy-Rey ha inoltre sottolineato che «non si tratta di un voto sull’Europa e non è in gioco il nostro destino».

Deiss respinge le critiche

Della stessa opinione anche il consigliere federale Joseph Deiss, che ha ribadito l’importanza di questi accordi per la Svizzera: «il nostro Paese non ha sacrificato la propria sovranità ma ha urgente bisogno di intrattenere con il suo principale partner economico – l’UE – le migliori relazioni possibili», ha affermato.

Deiss ha inoltre sottolineato che l’intesa raggiunta con l’UE garantisce il segreto bancario, tanto caro alla popolazione elvetica e sottolinea che «la Svizzera non sarà meno sicura con l’accordo Schengen/Dublino».

swissinfo e agenzie

1992: il popolo svizzero respinge l’entrata nello Spazio Economico Europeo
2000: accettazione dei bilaterali I
2002: entrata in vigore del primo pacchetto di bilaterali

Gli accordi bilaterali II comprendono i seguenti dossier:
– Schengen-Dublino
– fiscalità del risparmio
– lotta contro la frode doganale
– prodotti agricoli trasformati
– Agenzia europea per l’ambiente
– Ufficio di statistica dell’UE
– programmi di sostegno al cinema
– tassazione delle pensioni dei funzionari UE
– formazione dei giovani

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