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In Svizzera sono migliaia gli analfabeti funzionali

In Svizzera l'analfabetismo di massa è fortunatamente un ricordo dello scorso secolo anche se una parte rilevante della popolazione sono considerati analfabeti funzionali Keystone

La Giornata dell'alfabetizzazione mondiale, che si celebra venerdì 8 settembre, è anche quella della formazione degli adulti. Lo ha ricordato mercoledì a Berna Pierangelo Neri, membro della commissione nazionale svizzera dell'Unesco.

Secondo una stima dell’OCSE, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo in Europa, anche in Svizzera il 13-19 percento della popolazione è analfabeta funzionale, ossia non riesce a comprendere un testo semplice.

Proprio per far fronte a questo stato di cose, dalla metà degli Anni Ottanta le associazioni ticinese, romanda e svizzero tedesca «Leggere e Scrivere» hanno organizzato in tutta la Svizzera corsi per adulti. Ma – come ha deplorato Pierangelo Neri – non si potranno mai raggiungere tutte le persone interessate al problema, confrontate a grandi difficoltà nella vita quotidiana e professionale.

Le organizzazioni assistenziali attive in questo campo – ha rilevato- necessitano di più fondi e devono meglio collaborare fra di loro. Gli ambienti politici sembrano avere preso coscienza del problema. Lo scorso anno, il Consiglio degli Stati ha trasmesso al Consiglio federale una petizione di «Leggere e Scrivere», munita di 25 mila firme, per chiedere di sovvenzionare gli organismi attivi nella formazione elementare degli adulti ed incentivare la promozione di apposite campagne nazionali di sensibilizzazione.

In Svizzera l’analfabetismo di massa è stato vinto nel diciannovesimo secolo, grazie all’introduzione della scolarità obbligatoria. Da allora praticamente non esistono più analfabeti primari, adulti cioè che non hanno mai imparato a leggere ed a scrivere.

In regioni povere come il Ticino nel 1835, circa il 40 per cento della popolazione era ancora analfabeta, mentre a metà del ventesimo secolo il problema era limitato a gruppi marginali. Dal censimento del 1970 risulta che 9126 persone, ossia solo lo 0,14 per cento della popolazione residente, non avevano nemmeno mai frequentato la scuola dell’obbligo.

Non è invece ancora sconfitto l’analfabetismo secondario: decine di migliaia di adulti, che hanno imparato a leggere e scrivere, non sono poi più in grado di comprendere testi di uso quotidiano, come le avvertenze di un medicinale o una ricetta di cucina. Il problema è aggravato dalla tendenza ad un maggior consumo televisivo ed all’abitudine di sostituire le scritte con simboli.

Su questa problematica non esistono, al momento, statistiche definitive. Stando ad una stima realizzata nel 1985 dall’Università di Zurigo, in Svizzera vivono ancora tra i 20mila ed i 30 mila analfabeti funzionali, mentre in base ad uno studio dell’OCSE più recente, il problema riguarda addirittura dal 13 al 19 percento della popolazione svizzera. Questo tasso scende al 6-11 percento se si considerano solo gli adulti nati in Svizzera. Sempre secondo l’Università di Zurigo ogni anno circa duemila giovani entrano nell’attività professionale, senza poter comprendere testi semplici.

swissinfo e agenzie

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