La Svizzera segue con interesse la creazione dell’esercito europeo

La Svizzera guarda con grande interesse alla costituzione di una forza militare propria dell'Unione europea. Non pensa tuttavia che le sarà chiesto di parteciparvi, ha detto mercoledì a Berlino il presidente della Confederazione Adolf Ogi.
La visita di Adolf Ogi di due giorni nella capitale tedesca si è conclusa mercoledì pomeriggio con un incontro con il presidente Johannes Rau. I due capi di stato hanno discusso delle relazioni bilaterali che entrambi hanno qualificato di amichevoli. Ogi ha voluto ricordare la visita del suo omologo tedesco in Svizzera del maggio scorso. I due capi di stato avrebbero affrontato anche questioni europee d’attualità.
Al capo del Dipartimento della difesa, l’omologo tedesco Rudolf Scharping aveva illustrato i piani dei Quindici in materia. Ogi non ha escluso che un giorno la Svizzera, malgrado la non appartenenza all’Unione europea ed alla NATO, valuti l’opportunità di un contributo alla struttura militare europea. Attualmente però tutti i problemi legati alla costituzione di una difesa europea non sono ancora risolti, ha precisato il capo del Dipartimento della difesa davanti ai media.
Il presidente della Confederazione ha fatto proprie «alcune idee» di Scharping come quella di una migliore collaborazione tra esercito ed economia privata: per la Svizzera si tratta di provare se, come avviene in Germania, alcune attività possano essere trasferite al settore privato. Ogi è convinto che il suo successore al Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport (DDPS) dovrebbe studiare i contratti che sono stati stipulati in Germania dopo la riforma delle forze armate.
Mercoledì mattina Adolf Ogi ha assistito ai dibattiti del Bundestag (camera bassa) che vertevano sulla politica del governo Schröder. Il consigliere federale è stato salutato dal presidente del parlamento tedesco Wolfgang Thierse.
Nell’incontro con i giornalisti, Ogi ha colto l’occasione per difendere il controverso ambasciatore svizzero in Germania Thomas Borer. Rivolgendosi ai media in presenza del diplomatico, ha detto: «se me lo chiedete, vi dirò che mi entusiasma». Il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) aveva recentemente chiamato all’ordine il proprio rappresentante a Berlino in merito a dichiarazioni poco felici: durante una trasmissione satirica della televisione tedesca Borer, parlando di un cantante rock locale, l’aveva definito omosessuale.
L’ambasciatore aveva anche lasciato intendere che la sua nomina in Germania costituisse una «ricompensa» o «il premio per il silenzio» riguardo alla sua attività precedente quale capo della Task force Svizzera Seconda guerra mondiale. Alcuni parlamentari avevano anche rimproverato a Borer e alla moglie di non rappresentare la Svizzera con la dovuta dignità.
Il presidente della Confederazione si è mostrato impressionato della trasformazione di Berlino dopo essere divenuta capitale. Il posto della Svizzera in Europa – ha proseguito – dovrebbe essere come quello dell’ambasciata elvetica a Berlino: «al centro, aperta, con un’identità forte e riconoscibile da lontano».
Ancora una volta Ogi si è detto onorato per il riconoscimento Premio solare europeo 2000 che gli è stato conferito martedì sera. «È la prima volta che uno svizzero viene premiato a Berlino», ha sottolineato. L’onore tuttavia non va a lui solo. «Evidentemente la politica energetica svizzera è meglio recepita all’estero che in patria», ha concluso il presidente della Confederazione Adolf Ogi.
swissinfo e agenzie

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