Pensioni: risanamento del sistema sulle spalle delle donne

Tre giorni di lunghi e complessi dibattiti non sono riusciti a placare il malcontento attorno all'11esima revisione dell'AVS. Il Consiglio nazionale è riuscito ad approvare il progetto soltanto di stretta misura con 62 voti favorevoli, 60 contrari e 63 astensioni. Una spaccatura solo parzialmente sorprendente, viste le posizioni dei partiti prima dell'inizio dei lavori. Ci si aspetta ora il lancio di un referendum.
L’obiettivo principale dell’11esima revisione è il consolidamento finanziario delle pensioni a lungo termine per far fronte ai crescenti costi causati dall’invecchiamento della popolazione.
La strategia del Consiglio federale ricorre da un lato ad un ridimensionamento delle prestazioni per diminuire le spese e, dall’altro, a nuove entrate. Un’operazione che, giocoforza, ha dovuto mettere in discussione capitoli particolarmente delicati del primo pilastro, come l’innalzamento dell’età della pensione a 65 anche per le donne, il pensionamento anticipato, le rendite per le vedove, e prendere in conto un nuovo aumento dell’IVA.
Fin dall’inizio la sinistra e sindacati si è opposta ad ogni riduzione del livello di prestazioni cercando di correggere una revisione che ai suoi occhi risulta né più né meno che uno smantellamento sociale. Sull’altro fronte la destra e i rappresentanti del padronato hanno sostenuto la linea del rigore e dei risparmi allo scopo di ritardare il più possibile l’aumento della pressione fiscale.
Sui punti più controversi il Nazionale si è scostato dalla versione della propria commissione, che aveva rivisto profondamente il progetto del governo in un’ottica più sociale. In particolare, per attutire le riduzioni di rendita in caso di pre-pensionamento la Camera bassa ha deciso di spendere solo 400 milioni di franchi invece degli 800 proposti per venire incontro alle fasce di reddito più basse. Una soluzione giudicata inaccettabile per la sinistra, che riteneva gli 800 milioni il minimo indispensabile, e solo parzialmente soddisfacente per la destra, favorevole a tagli senza correzioni sociali.
La sostanziale intesa tra i due schieramenti riguardo alle rendite per le vedove, ridotte solo di 120 milioni e non di 510 come suggeriva la commissione, non è comunque riuscita a cancellare la grande insoddisfazione di fondo, soprattutto tra lo schieramento rosso verde sul pensionamento flessibile. Alla fine la sinistra ha votato contro la riforma mentre la destra ha tatticamente scelto di astenersi, entrambe nella speranza che il Consiglio degli Stati riveda secondo le loro preferenze gli aspetti più contestati.
Lo schieramento conservatore, che domina largamente agli Stati, lascia ben poche speranze alla sinistra alla quale resterà probabilmente soltanto l’arma del referendum. Ma dopo il no di misura dello scorso novembre alle iniziative popolari che chiedevano un modello di pensionamento anticipato da 1,5 miliardi, l’esito di un referendum contro una revisione AVS troppo incentrata sui risparmi potrebbe essere tutt’altro che scontato.
Luca Hoderas

In conformità con gli standard di JTI
Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative
Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti qui.
Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo italian@swissinfo.ch.