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A due anni dalle elezioni federali: qual è lo stato di forma dei partiti svizzeri? – Parte 1

Una «sessione straordinaria sull'asilo» ad ogni sessione: l'UDC detta legge a Berna
Una "sessione straordinaria sull'asilo" ad ogni sessione: l'UDC detta legge a Berna. Keystone / Alessandro Della Valle

Siamo a metà legislatura. L'Unione democratica di centro ha il vento in poppa. Le altre forze politiche stanno invece ancora definendo la rotta o parlano già di un quadriennio perduto. Prima parte della nostra analisi con uno sguardo alla Quinta Svizzera.

Gli spostamenti sono minimi, nell’ordine di pochi punti percentuali, ma in Svizzera, dove il sistema politico è molto stabile, equivalgono a piccoli terremoti politici. Il barometro elettorale della SSR di inizio ottobre mostra che la principale forza politica del Paese, l’Unione democratica di centro (UDC, destra sovranista) continua a crescere, mentre gli altri partiti tra i due poli perdono terreno.

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Dopo due anni di attività parlamentare a Berna, cinque domeniche di votazioni, l’elezione di due consiglieri federali e 10 elezioni cantonali, si può fare un bilancio intermedio dell’attuale legislatura. Quali sono le questioni principali? Chi riesce a imporre la propria agenda? Chi resta fermo al palo? E a che punto sono le rivendicazioni delle svizzere e degli svizzeri all’estero?

Insieme a Lukas Golder, politologo e co-direttore dell’Istituto di ricerca demoscopica gfs.bern, analizziamo lo stato di forma dei maggiori partiti in Svizzera.

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L’UDC sfiora il 30% delle preferenze

Un chiaro "no" ai nuovi accordi con l'UE: Magdalena Martullo-Blocher e Thomas Aeschi, figure di spicco dell'UDC.
Un chiaro “no” ai nuovi accordi con l’UE: Magdalena Martullo-Blocher e Thomas Aeschi, figure di spicco dell’UDC. Keystone / Peter Klaunzer

Nulla sembra frenare l’ascesa dell’UDC. È stata una delle grandi vincitrici delle elezioni federali del 2023 e da allora il maggiore partito in Svizzera ha conquistato ulteriori 32 seggi nei parlamenti cantonali.

La difesa degli interessi delle svizzere e degli svizzeri all’estero

Il difficile rapporto con l’Unione Europea è un tema centrale anche per la sezione internazionale del partito, che conta circa 350 membri.

“Combattiamo in nome delle svizzere e degli svizzeri che vivono nell’UE contro la sottomissione del nostro Paese alla giungla della regolamentazione europea”, afferma Henrique Schneider, segretario generale dell’UDC.

In Parlamento ha suscitato una certa attenzione la mozione che chiedeva di obbligare PostFinance a offrire conti a condizioni eque anche alle svizzere e agli svizzeri all’estero. L’autore è stato Mauro Poggia, consigliere agli Stati ginevrino del partito locale Movimento dei cittadini ginevrini (MCG), che fa parte del gruppo parlamentare dell’UDC.

L’UDC si è invece fatta pochi amici tra la diaspora elvetica con la sua opposizione alla tredicesima rendita AVS all’inizio del 2024. L’UDC aveva descritto i beneficiari residenti fuori dalla Svizzera come “approfittatori”.

Secondo il barometro elettorale, all’inizio di ottobre l’UDC ha superato per la prima volta il 30%. “La situazione attuale lascia intendere che il partito oltrepasserà questa soglia alle elezioni federali del 2027”, sostiene Lukas Golder.

La destra conservatrice continua a puntare sui temi che, fin dagli anni Novanta, le hanno garantito numerosi successi politici: respinge ogni avvicinamento all’Unione Europea (UE) e sfrutta a proprio vantaggio il dibattito sui nuovi accordi con Bruxelles. Nemmeno il “martello dei dazi” degli USA ha cambiato qualcosa nella linea del partito. “Un riavvicinamento all’UE, oggi in crisi e fortemente indebitata, sarebbe la cosa peggiore che la Svizzera potrebbe fare”, afferma Henrique Schneider.

L’immigrazione rimane il tema principale della campagna politica democentrista, una questione a cui vengono spesso accollati tutti gli attuali problemi del Paese. Sebbene nell’ultimo barometro delle apprensioni, la preoccupazione maggiore della popolazione elvetica sia un’altra, l’UDC non si discosta dalla sua strategia: “La politica dell’UDC non si basa sui sondaggi, ma sui problemi reali che la popolazione svizzera affronta, come le conseguenze catastrofiche di un’immigrazione fuori controllo”.

“L’UDC ha il potere di dettare l’agenda politica”, sottolinea Lukas Golder. In Parlamento chiede regolarmente sessioni straordinarie sul tema dell’asilo. E per le urne ha già pronte diverse iniziative popolari in vista del 2027: l’iniziativa per la sostenibilità, che vuole impedire che la popolazione superi i 10 milioni entro il 2050; l’iniziativa per la neutralità, che vuole fissare nella Costituzione una definizione rigorosa della neutralità svizzera; e l’iniziativa SSR, che propone di dimezzare il canone radiotelevisivo.

Nonostante Christoph Blocher, il leader carismatico, sia meno presente sulla scena, l’UDC continua a mietere successi. A favorirla c’è anche il clima politico internazionale, dove si assiste a uno scivolamento verso destra. “In questo momento, gli Stati Uniti insegnano che è possibile aumentare il proprio potere attraverso una massiccia mobilitazione dell’elettorato, senza preoccuparsi troppo dei fatti”, analizza Lukas Golder.

Il PS guadagna alle urne, nonostante la lotta impari in Parlamento

La direzione del PS, con Samira Marti (al centro), festeggia nel settembre 2024 il rifiuto da parte del popolo della riforma della legge sulla previdenza professionale
La direzione del PS, con Samira Marti (al centro), festeggia nel settembre 2024 il rifiuto da parte del popolo della riforma della legge sulla previdenza professionale. Keystone / Peter Schneider

In questa legislatura, il Partito socialista svizzero (PS) è spesso confrontato con una maggioranza borghese, di centrodestra in Parlamento. “Sui nostri tre temi centrali – il potere d’acquisto, la parità di genere e la protezione del clima – l’UDC si schiera sistematicamente contro di noi”, afferma Samira Marti, copresidente del gruppo parlamentare socialista.

La difesa degli interessi delle svizzere e degli svizzeri all’estero

Il PS International è presente in numerosi Paesi con proprie sezioni. Dal 2023, sottolinea il partito, il numero di membri è cresciuto del 40%. “Abbiamo creato spazi di partecipazione su tutti i nostri canali, accessibili anche a chi vive fuori dalla Svizzera, per permettere loro di restare il più vicino possibile alla vita politica della Confederazione”, scrive il PS.

In Parlamento si è fatta notare una mozione socialista che chiedeva di creare un contingente speciale di permessi di soggiorno per le e i discendenti di svizzere e svizzeri emigrati senza passaporto elvetico. Numerosi altri interventi miravano a una maggiore cooperazione con l’UE, una posizione che riflette la sensibilità di buona parte delle svizzere e degli svizzeri residenti in Europa.

Tuttavia, ciò che il PS non riesce a ottenere in Parlamento, lo conquista alle urne. L’approvazione della tredicesima rendita AVS nel 2024 è stata un traguardo storico. Anche su altre questioni, ad esempio sul diritto d’affitto, sulla previdenza professionale e sull’ampliamento delle autostrade, il partito è riuscito a spuntarla, affossando così diverse proposte del fronte borghese.

Un successo alle urne ottenuto grazie allo sfruttamento dello spazio digitale. “Sul piano della campagna elettorale è oggi la forza politica più moderna”, osserva Lukas Golder, aggiungendo che in altri Paesi la comunicazione digitale è invece dominata dai partiti di destra. “La politica identitaria fornisce al PS una grande potenza di fuoco in rete”, commenta ancora l’esperto.

Inoltre, la copresidenza del partito promuove questa strategia di “mobilitazione permanente”. I due ex membri della Gioventù socialista, Cédric Wermuth e Mattea Meyer, hanno consolidato la loro leadership. “Una delle sfide del duo è riuscire a rappresentare tutte le anime del partito”, osserva Golder.

Alle elezioni cantonali, il PS ha conquistato 15 seggi in più, in parte a scapito dei Verdi.

“Siamo soddisfatti”, afferma Marti. “Ma l’avanzata dell’UDC ci preoccupa”. Nel 2026, una delle priorità del partito sarà la lotta contro l’iniziativa democentrista “No a una Svizzera da 10 milioni”.

Non sono mancate però le battute d’arresto e le sconfitte. Il PS è stato sconfessato alle urne sull’iniziativa per premi dell’assicurazione malattia meno onerosi e dall’approvazione dell‘abolizione del valore locativo.

Anche la politica europea resta un terreno delicato. Il PS è diviso sul nuovo pacchetto di accordi con l’UE. Sebbene i sindacati abbiano ormai accettato le misure di protezione dei salari, restano varie preoccupazioni per le possibili ripercussioni dell’accordo sull’energia elettrica e sul potere d’acquisto.

In vista delle elezioni del 2027, il partito punta su nuove iniziative popolari per continuare a mobilitare la base: una per definire i premi delle casse malati secondo il reddito, un’altra per destinare fondi federali alla lotta contro la violenza maschile sulle donne.

Il Centro: forze da ricompattare dopo la tempesta

i politici del Centro festeggiano l'elezione di Martin Pfister al Consiglio federale
Gioia nel marzo 2025: i politici del Centro festeggiano l’elezione di Martin Pfister al Consiglio federale. Keystone / Marcel Bieri

La legislatura è iniziata bene per il Centro. Il nuovo partito, nato dalla fusione tra PBD e PPD, è riuscito a guadagnare consensi nelle prime elezioni con il nuovo nome.

La difesa degli interessi delle svizzere e degli svizzeri all’estero

La rete estera del partito non dispone di dati sul numero dei propri membri. Tuttavia, il segretariato generale segnala un crescente interesse per le questioni legate alla diaspora.

In Parlamento, diversi esponenti del Centro hanno presentato interventi a favore delle svizzere e degli svizzeri all’estero. Tra questi, una mozione Collegamento esternoche chiedeva di rinegoziare con la Francia un accordo fiscale per eliminare una situazione di doppia imposizione.

Il Centro ha inoltre difeso il mantenimento dei fondi federali destinati a Swissinfo, l’unità della SSR che propone informazioni in dieci lingue destinate alle svizzere e agli svizzeri all’estero e a un pubblico internazionale interessato alla Confederazione.

All’inizio del 2025 il partito ha dovuto affrontare una serie di dimissioni di peso: prima il presidente, poi la segretaria generale e infine anche la consigliera federale Viola Amherd. La ricerca dei loro successori ha evidenziato alcune divergenze interne e mostrato quanto fosse difficile per il partito trovare candidati per un seggio in Consiglio federale, nonostante il Centro ambisca a ottenerne un secondo.

Con l’elezione di Martin Pfister in Governo, lo scorso marzo, il Centro ha superato il proprio terremoto politico di inizio anno. “Il partito è riuscito a riportare la calma tra le proprie file”, osserva Lukas Golder. “Ed è un aspetto indispensabile in vista delle prossime elezioni”, aggiunge.

La crisi non ha avuto ripercussioni negative sulle elezioni nei Parlamenti cantonali: il partito ha persino conquistato un seggio in più. Ma sarà sufficiente per superare il PLR e diventare così la terza forza politica del Paese?

Il gruppo preferisce rimanere sulla difensiva: “L’obiettivo è conquistare nuovi elettori e nuove elettrici e aumentare la quota di voti”, spiega la portavoce Annette Kupferschmied, che descrive il Centro come “la forza più solida al centro dello spettro politico, capace di convincere grazie alla sua attitudine a trovare soluzioni”.

Una percezione ridimensionata però da Lukas Golder. A suo avviso, nella legislatura in corso il partito non è ancora riuscito ad affermarsi in Parlamento come forza capace di fare da ponte tra i poli. Dopo il cambio di nome, deve riuscire a dare un profilo urbano al partito, senza tradirne le radici conservatrici e mantenendo un approccio orientato al compromesso e alle soluzioni pragmatiche.

“Se Il Centro non definirà più chiaramente la propria linea politica, questa ambiguità potrebbe trasformarsi in un handicap”, afferma il politologo dell’istituto gfs.bern.

Articolo a cura di Mark Livingston, grafiche: Kai Reusser

Traduzione di Luca Beti

L’analisi del PLR e dei Verdi Liberali è disponibile nella seconda parte del nostro approfondimento sui partiti:

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