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L’UDC sceglie Fuhrer e Eberle per la successione di Adolf Ogi

Roland Eberle e Rita Fuhrer, i due candidati che formano il ticket UDC per la successione in governo del dimissionario Adolf Ogi Keystone

Il gruppo parlamentare UDC ha deciso di presentare Rita Fuhrer e Roland Eberle all'elezione da parte dell'Assemblea federale, il 6 dicembre. Una scelta che suona come una sfida agli altri partiti, favorevoli ad una candidatura più moderata.

Riuniti a Berna, i parlamentari dell’Unione democratica di centro hanno scelto, come previsto, i due rappresentanti dell’ala dura del partito per la successione di Adolf Ogi in Consiglio federale. L’UDC ha quindi imboccato la strada del confronto con la maggior parte delle altre forze politiche, che insistevano per la presentazione di un candidato più vicino alle posizioni della maggioranza del parlamento e del Consiglio federale.

Sia Rita Fuhrer che Roland Eberle sono invece piuttosto legati alla corrente capitanata da Christoph Blocher, spesso orientata verso un atteggiamento di chiara opposizione. La Fuhrer ha ottenuto il miglior risultato da parte del gruppo parlamentare: 34 voti, contro 31 raccolti da Eberle, 14 da Schmid e 10 da Brändli.

La scelta di Rita Fuhrer non rappresenta assolutamente una sorpresa. Da un lato perché la consigliera di Stato zurighese ha messo in mostra negli ultimi anni grandi doti politiche. Dall’altro la Fuhrer gode del sostegno della corrente più forte dell’UDC, fedele appunto a Christoph Blocher. Lo stesso tribuno zurighese ha dichiarato poche settimane fa che la candidatura della Fuhrer era da considerare ancora migliore della sua.

Rita Fuhrer, 47 anni e madre di tre bambini, ha dietro di sé una singolare e fulminante carriera politica. Nel 1995, ancora quasi sconosciuta, è stata sorprendentemente eletta nel consiglio di Stato zurighese, dopo una breve permanenza nel parlamento cantonale. In poco tempo ha saputo convincere anche i suoi più scettici avversari, dimostrando un grande talento comunicativo e riuscendo a risolvere alcuni dossier scottanti, a cominciare da quello della riorganizzazione della polizia zurighese.

Considerata molto vicina a Blocher, Rita Furrer si distanzia comunque in alcuni ambiti dalla forte corrente zurighese dell’UDC. Si è espressa tra l’altro in favore di un’adesione alle Nazioni unite e della nuova legge militare, che prevede l’invio di soldati armati all’estero. Le sue dure posizioni nei confronti dei richiedenti l’asilo le hanno attirato invece numerose critiche. Contro la Furrer gioca inoltre il fatto che il Canton Zurigo è già rappresentato in Consiglio federale con Moritz Leuenberger.

La candidatura di Roland Eberle è spuntata invece inizialmente senza grandi ambizioni. Il consigliere di Stato turgoviese è pure considerato molto legato all’ala zurighese dell’UDC e segue una linea dura in materia di asilo. Eberle potrebbe continuare a sfruttare il suo ruolo di outsider, approfittando dei giochi politici che interverranno nel corso dell’elezione. Può in ogni caso far valere un temperamento vivace e una giovane età: 47 anni.

Come era prevedibile, Samuel Schmid non ha ottenuto i favori del suo partito. Considerato un candidato troppo moderato, il consigliere agli Stati bernese era sostenuto soltanto da una corrente minoritaria dell’UDC. Su un sostegno ridotto poteva contare anche Christoffel Brändli. Nelle ultime settimane, il consigliere agli Stati grigionese è stato inoltre al centro di alcuni attacchi, in relazione ai compensi straordinari percepiti per la sue attività di promozione della candidatura grigionese ai Giochi olimpici del 2010.

Puntando sulla coppia Eberle-Furrer, l’UDC sembra intenzionata a mettere gli altri partiti con le spalle al muro. Con questa doppia candidatura, il partito di Blocher vuole in pratica dimostrare di offrire una scelta alle altre forze del parlamento. Tenendo conto del profilo politico molto affine dei due candidati, si intravvede in realtà una mossa tattica destinata a contrastare la reazione negativa degli altri partiti. Se venisse sconfessata e se fosse eletto ad esempio Schmid, l’UDC potrebbe continuare a condurre una politica di chiara opposizione, pur rimanendo nel governo.

Per la scelta finale da parte dell’Assemblea federale rimangono comunque aperte ancora molte porte. Diversi altri partiti hanno infatti già annunciato da tempo di voler decidere in modo autonomo, senza lasciarsi dettare dall’UDC il nome del candidato da eleggere in Consiglio federale. Il bernese Schimd rimane quindi in posizione di favorito: considerato un uomo politico su posizioni più di centro, gode della simpatia di una buona parte dei parlamentari popolari democratici, liberali radicali e socialisti, come pure di diverse forze politiche minori.

Socialisti e Verdi sosterranno quasi sicuramente, almeno al primo turno, la consigliera nazionale Cécile Bühlmann, messa in corsa dal Partito ecologista a titolo di provocazione. Le sue prospettive di successo sono praticamente nulle, ma socialisti e verdi intendono portare avanti fino all’ultimo il loro inutile tentativo di estromettere l’UDC dal governo.

Il nuovo consigliere federale, che l’Assemblea federale sceglierà la settimana prossima, assumerà probabilmente la guida del Dipartimento federale della difesa, della protezione civile e dello sport, diretto negli ultimi anni da Adolf Ogi. La tradizione vuole che sia l’ultimo arrivato a riprendere le redini di questo ministero, considerato di minore importanza rispetto agli altri.

È inoltre alquanto improbabile che gli altri partiti accettino di concedere all’UDC un dipartimento di maggior prestigio. Il partito di Blocher ha seguito negli ultimi anni una politica isolazionista, spesso in chiara opposizione con gli interessi delle altre forze politiche di governo. Si vuol quindi evitare di affidare all’UDC dossier troppo importanti e scottanti. Nessun membro del Consiglio federale sembra d’altronde interessato a riprendere in mano il dipartimento della difesa.

Anche in questo ministero, il neoletto sarà comunque chiamato nei prossimi mesi a sostenere scelte importanti. Pensiamo soltanto alla nuova legge militare che prevede l’invio di soldati armati all’estero. Un punto che solleva da mesi enormi resistenze da parte dell’ala dura dell’UDC, in totale contrasto con le posizioni difese invece dallo stesso Ogi. Il successore del consigliere federale dimissionario sarà quindi costretto, a sua volta, a scegliere tra gli interessi del suo partito e il rispetto della collegialità in seno al governo.

Armando Mombelli

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