
Moritz Leuenberger, presidente della Confederazione per il 2001

Eletto lo scorso 6 dicembre dall'assemblea federale con un ottimo risultato, Leuenberger intende tra l'altro favorire la coesione tra le regioni linguistiche, lasciando nel contempo abbastanza spazio per la propria identità culturale.
Con 187 voti, su una maggioranza richiesta di 109, quello ottenuto da Moritz Leuenberger lo scorso 6 dicembre davanti all’Assemblea federale è stato il miglior risultato da 11 anni a questa parte, migliore anche di quello ottenuto, un anno prima, dal suo predecessore alla presidenza, il popolarissimo Adolf Ogi.
Il ministro dell’energia, dei trasporti e delle comunicazioni può quindi contare su un ampio consenso parlamentare, per lo svolgimento delle varie attività legate alla sua carica di Presidente della Confederazione. Carica che, come spiega lo stesso Moritz Leuenberger nella seguente intervista concessa a swissinfo, può essere in buona parte determinante anche per l’immagine stessa della Svizzera.
swissinfo: Qual è il margine di manovra del Presidente della Confederazione nel proporre le proprie idee?
Leuenberger: La composizione del Consiglio federale rimane naturalmente la stessa; anche la politica del Collegio non cambia con l’elezione di un nuovo Presidente della Confederazione. Il Presidente dà però un’impronta al modo di percepire il Governo svizzero, ma anche la Svizzera stessa, sia all’interno del Paese che all’estero. Nella politica estera, il Presidente della Confederazione può in gran parte determinare egli stesso il suo programma. Ma una cosa è certa: l’immagine della Svizzera non dipende soltanto dalla politica e la politica non dipende unicamente dal Presidente della Confederazione. Sono però convinto che buona parte di quest’immagine è determinata dal modo in cui il Presidente assume le sue funzioni.
swissinfo: Quali regali consegnerà agli ospiti, reali e non, che accoglierà durante il suo anno di presidenza?
Leuenberger: Non sarà sempre lo stesso regalo; dipenderà naturalmente dalla personalità dell’ospite, dalle sue predilezioni e dalle circostanze che hanno determinato il nostro incontro. Non dispongo di una collezione fissa di regali; se possibile, vorrei reagire in modo spontaneo, caso per caso. Fortunatamente, non tutti gli impegni del prossimo anno sono già stati fissati, e nemmeno tutti i regali che farò.
swissinfo: Quali sono, secondo Lei, i vantaggi di un turno di presidenza annuale?
Leuenberger: Trovo molto valido il principio della rotazione. Il nostro Paese si compone di quattro culture e di diverse minoranze; grazie alla nomina annuale di un nuovo presidente, ogni gruppo della popolazione può di volta in volta identificarsi con il Governo. La presidenza annuale permette inoltre di evitare che si accumuli troppo potere nella mani di una sola persona; questo infatti non è per niente ben visto nel nostro Paese. Il principio della rotazione non si applica d’altronde soltanto al Presidente della Confederazione. Quasi tutti i Cantoni lo conoscono; anche i presidenti del Consiglio nazionale, del Consiglio degli Stati e addirittura i presidenti delle commissioni parlamentari sono soggetti a un turno annuale. Tutto ciò per evitare una concentrazione di potere.
Questo sistema rappresenta dunque una barriera contro le tentazioni del potere; c’è infatti sempre il pericolo che il potere corrompa. Penso che il nostro sistema sia particolarmente intelligente e forse unico al mondo nel suo genere. Sappiamo però che nelle vecchie democrazie delle polis greche, che sono la culla della democrazia, si praticavano modelli simili. Io, personalmente, lo trovo un buon sistema.
swissinfo: Resta comunque il fatto che nei prossimi mesi Lei allaccerà molti contatti. Non vi è una perdita di continuità se ogni anno il Presidente cambia?
Leuenberger: Certamente ci sono degli svantaggi, ma non sono così drammatici. Anche dopo il mio anno di presidenza rimarrò Consigliere federale, continuerò a dirigere un Dipartimento e potrò continuare a curare i contatti con i miei interlocutori. Direi che, nonostante il turno di presidenza annuale, il nostro sistema non è per nulla instabile, anzi! Pensi che dopo soli cinque anni oggi sono già il Ministro dei trasporti europeo in carica da più tempo! La continuità a questo livello è forse più importante della continuità nella carica del Presidente. È pur vero che il nostro sistema ha bisogno di essere spiegato ogni volta, anche perché i Consiglieri federali sono soltanto 7 e non 15 o 20 come negli altri Paesi. Ma anche gli altri Paesi non hanno tutti lo stesso sistema; ognuno di noi deve fare uno sforzo per comprendere le diverse culture politiche. Quindi, anche noi possiamo aspettarci questa comprensione da parte degli altri.
swissinfo: Sempre a proposito della necessità di spiegare determinati meccanismi: dopo il probabile rigetto dell’iniziativa “Sì all’Europa”, sarà nuovamente necessario spiegare alla popolazione la posizione del Governo….
Leuenberger: Sarà necessario spiegarla anche prima della votazione, perché invitiamo a rigettare l’iniziativa e dobbiamo far capire il perché di questa nostra posizione. Il nostro “No” all’iniziativa non modifica in alcun modo l’obiettivo dell’adesione all’Europa; non vogliamo però avviare ora le trattative. La scelta del momento più opportuno deve restare una prerogativa del Consiglio federale. Vogliamo prima raccogliere esperienze con gli accordi bilaterali, che oltretutto non sono ancora entrati in vigore.
Non dobbiamo neanche mescolare la questione dell’Europa con quella dell’adesione all’ONU, che sarà affrontata prossimamente e che è pure molto importante. Sono convinto che l’Unione europea e i suoi Stati membri capiranno. Dobbiamo anche renderci conto che l’Unione europea sta attraversando una fase di transizione e sta cercando di darsi una nuova struttura. È molto probabile che quando sarà giunto il momento in cui potremo aderire, l’Unione europea sarà molto diversa da quella che conosciamo oggi. Sono tutti elementi che sconsigliano di avviare ora le trattative di adesione. Il processo di integrazione richiede tempo, soprattutto in una democrazia diretta, e noi questo tempo dobbiamo prendercelo.
swissinfo: Ha delle idee concrete su come intende superare il Röstigraben?
La domanda sembra quasi suggerire che un Consigliere federale non vada mai in un’altra regione linguistica. Lavoriamo continuamente per favorire il superamento del Röstigraben. Proprio il mio Dipartimento, che si occupa essenzialmente delle infrastrutture, svolge una funzione importante in questo senso. La coesione nazionale si basa infatti anche sul buon funzionamento di infrastrutture quali le ferrovie, la posta, le telecomunicazioni, le autostrade. Il Röstigraben non deve però neanche essere sopravvalutato. L’importante è riconoscerne e accettarne l’esistenza.
Proprio in occasione dell’ultima votazione popolare sulle assicurazioni sociali, sono emerse, fra la Svizzera latina e la Svizzera tedesca, delle differenze culturali che hanno portato a risultati completamente diversi. Per la coesione del nostro Paese è quindi importante che nell’ambito dell’undicesima revisione dell’AVS si cerchi un compromesso che tenga conto delle richieste della minoranza, in modo da evitare che una parte del Paese domini l’altra. La maggioranza deve quindi dare alla minoranza lo spazio per formulare ed esprimere la propria identità culturale; in modo analogo, però, la minoranza deve dare spazio alla maggioranza. Non vogliamo un livellamento generale. Vogliamo che la Svizzera resti il Paese delle molte culture.
Diversa è la questione dell’equilibrio economico e sociale. Quando la Swissair ha trasferito i voli intercontinentali dall’aeroporto di Ginevra a quello di Zurigo, la Svizzera romanda è stata sfavorita. Si tratta di una tendenza pericolosa: non dobbiamo permettere che la Svizzera latina diventi la parte economicamente più debole del nostro Paese. È compito della politica contrastare questa tendenza.
swissinfo: Vi è ancora la necessità di curare l’immagine della Svizzera?
Leuenberger: Non amo molto soffermarmi sulla cura dell’immagine. Ritengo più importante occuparsi del contenuto. Vogliamo una Svizzera che sia solidale con l’Europa, con il mondo, in particolare con i cosiddetti Paesi in via di sviluppo. Vogliamo che la Svizzera non venga utilizzata come centro per il riciclaggio del denaro sporco e per altre attività illecite. La migliore immagine è il contenuto. Non mi piace per niente quando si incarica un’agenzia pubblicitaria di rivestire con un abito attraente una politica discutibile. Dobbiamo tutti lavorare per svolgere una politica solidale, che renda superflue le campagne d’immagine.
swissinfo: È questa la Sua immagine ideale della Svizzera che desidera comunicare nel Suo anno di presidenza?
Leuenberger: Non credo che sia solamente la mia immagine ideale personale. È piuttosto l’immagine ideale della maggioranza degli abitanti di questo Paese. Vogliamo una Svizzera nella quale le molte minoranze, i molti gruppi linguistici, le molte culture possano vivere insieme; una Svizzera non ripiegata su se stessa e solidale con i propri vicini e con il mondo intero.
swissinfo

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