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Nuova linfa per la commissione degli stranieri

Walter Schmid, vicepresidente, Rosmarie Simmen, presidente, e Mario Gattiker, segretario della Commissione federale degli stranieri Keystone

Naturalizzazioni, nuova legge federale sugli stranieri, integrazione sociale ed integrazione professionale: sono questi i problemi che la Commissione federale degli stranieri (CFS), quasi totalmente rinnovata, intende affrontare nel corso del 2001.

In una conferenza stampa a Berna, la presidente della CFS, Rosmarie Simmen, ha presentato il rapporto d’attività dell’anno appena trascorso. Un anno che – ha detto la signora Simmen – con termine musicale si potrebbe definire “allegro furioso”, riferendosi in particolare alle dimissioni del presidente e di molti rappresentanti delle associazioni di stranieri della vecchia commissione.

Quella circostanza ha però permesso di dare alla CFE una nuova presidenza e, a questa, di trovare nuove forme di lavoro. Queste nuove forme di lavoro sono consistite, tra l’altro, anche in “colloqui informali con i rappresentanti dimissionari e le loro organizzazioni, fino a farne incontrare una delegazione con la consigliera federale Ruth Metzler.

Questo lavoro ha prodotto una fruttuosa collaborazione, il cui maggior risultato è stato il convegno di novembre sull’integrazione degli stranieri, dove la ministra Metzler ha presentato le linee della politica d’integrazione che la Confederazione vuole perseguire ed i contenuti della revisione della nuova legge sugli stranieri.

Altri risultati di questa ritrovata intesa della CFS con i rappresentanti delle organizzazioni di stranieri: la fondazione di un Forum degli stranieri, che “sarà in futuro un importante partner della CFS”. Ciò dimostra – ha continuatola signora Simmen – che “nel corso del 2000 ci è riuscito di riconquistare la fiducia dei dimissionari e delle loro organizzazioni e far ridiventare normali i rapporti con loro”. Inoltre, è stata superata la causa delle loro dimissioni dalla CFS, vale a dire l’annuncio che la segreteria della CFS sarebbe stata amministrativamente incorporata nell’Ufficio federale degli stranieri (UFS).

Ciò aveva suscitato proteste nelle organizzazioni di stranieri, poiché in passato l’UFS aveva svolto soprattutto compiti di polizia degli stranieri. “La CFS ha preso molto sul serio questi timori”, ha detto ancora la signora Simmen. Siamo pronti ad accettare questa decisione, ma il problema adesso è come questa collaborazione funzionerà”. A tal fine è stato concordato con l’UFS un memorandum che definisce chiaramente le competenze reciproche. In tale cornice,la segreteria della CFS rimarrà indipendente nel suo lavoro dall’UFS ed il segretario – che in sostituzione del dimissionario René Riedo sarà il giurista Mario Gattiker – assumerà la funzione di capo della sezione integrazione presso l’UFS.

Ma il 2001 – ha precisato a sua volta il vicepresidente della CFS, Walter Schmid- si annuncia ricco d’impegni per la Commissione, che vuole affrontare un lavoro politico importante. La priorità sarà posta sul problema delle naturalizzazioni,che dovranno essere facilitate per gli immigrati di seconda generazione, vale a dire per i giovani scolarizzati in Svizzera. Per la terza generazione, ciò per gli stranieri nati in Svizzera, la CFS pensa all’introduzione del cosiddetto “jus solis”, vale a dire al diritto automatico ad avere il passaporto rossocrociato.

La revisione della vecchia legge federale sugli stranieri darà poi l’occasione di meglio definire le politiche d’integrazione, sia nell’ambito sociale, sia nel mondo del lavoro per quei giovani stranieri che non hanno svolto un apprendistato. Le dimensioni di questo compito sono date dall’alto numero di progetti (164 fino a due settimane fa) presentati per ottenere un finanziamento e finalizzati alla promozione dell’integrazione. La loro selezione – ha concluso Schmid – è un compito che “ci spaventa e ci rallegra nello stesso tempo”.

Silvano De Pietro

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