Un rifiuto da parte delle Camere federali dell'accordo di assistenza amministrativa con gli Stati Uniti sull'UBS avrebbe conseguenze giuridiche, politiche ed economiche negative per la Svizzera. Lo ha detto il capo della Segretaria di Stato per le questioni finanziarie internazionali Michael Ambühl, dopo una visita di due giorni negli Stati Uniti.
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Ambüh ha avuto colloqui a Washington con rappresentanti del Dipartimento americano della giustizia e dell’autorità fiscale (IRS, Internal Revenue Service). I suoi interlocutori gli hanno riferito che dopo aver tentato per due anni e mezzo di risolvere la questione tramite l’assistenza giudiziaria, sperano che il Parlamento approvi rapidamente l’accordo. Ambühl ha precisato che gli americani rispetterebbero sicuramente un no delle Camere federali, ma in tal caso non escludono nessuna opzione.
È tuttavia troppo presto per dire quali misure concrete prenderebbero gli Stati Uniti, secondo Ambühl. Oltre alla perdita di fiducia nei confronti della Svizzera, se non mantenesse i suoi impegni, si rischia un nuovo braccio di ferro giuridico. Il rifiuto potrebbe inoltre mettere in pericolo l’accordo di doppia imposizione e creare una situazione d’incertezza che risulterebbe negativa per la piazza economica elvetica.
Finora, 16 000 contribuenti americani si sono denunciati nell’ambito del programma di dichiarazione volontaria di conti bancari nascosti all’estero – tra questi figurano solo 4000 clienti dell’UBS. L’accordo raggiunto nell’agosto del 2009 dal governo svizzero e dall’amministrazione americana stabilisce che qualora, con il programma di amnistia agli Stati Uniti, giungessero i dati di 10’000 clienti UBS, la giustizia americana ritirerebbe il cosiddetto “John Doe Summons”, procedura con la quale gli Stati Uniti vogliono ottenere informazioni su 52’000 clienti americani di UBS tramite denuncia contro ignoto.
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