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Sciopero per il clima propone sorteggio contro il carrierismo

Juliette
La candidata dello Sciopero per il clima al governo cantonale vodese si chiama Juliette. Ma per il momento il suo cognome resta segreto. Il movimento vuole che la politica sia condotta collettivamente, non individualmente e che le "star" siano sostituite dalle idee. Keystone / Jean-christophe Bott

Ripoliticizzare il dibattito lanciando candidati alle elezioni estratti a sorte. È la via innovativa percorsa in Svizzera dagli scioperanti per il clima, nel cantone di Vaud. Una strategia orientata verso risposte collettive, invece di una focalizzata su personalità dominanti.

Non più personalizzare la politica, per privilegiare e difendere meglio le cause piuttosto che i candidati. Stanca di programmi indigesti e di candidati carrieristi, una frangia di giovani propone un cambiamento radicale del sistema elettorale. Una prova pratica è stata avviata l’11 dicembre dalla sezione vodese del movimento Sciopero per il climaCollegamento esterno, che ha ingranato la marcia superiore.

Questo “per ‘destarizzare’ i processi democratici e renderli deliberativi, inclusivi e partecipativi”, hanno dichiarato a swissinfo.ch gli scioperanti per il clima, aggiungendo che sostengono “una critica del sistema socio-economico e politico” e invitano “a reinventare il nostro rapporto con il potere e la cittadinanza, per spuntarla collettivamente”.

Simbolismo del collettivo

La molla è scattata di fronte al divario tra gli obiettivi dello Sciopero per il clima e la mancanza di risorse economiche e umane messe a disposizione dalle autorità vodesi nel piano climatico cantonale per risolvere l’attuale crisi ambientale. Gli scioperanti hanno quindi deciso di approfittare dell’elezione suppletiva al governo cantonale, del 9 febbraio 2020, per sperimentare un nuovo modo di selezionare i candidati: tramite sorteggio.

Diffidando dell’eccessiva individualizzazione della politica, che considerano “nelle mani di una piccola minoranza di persone”, i militanti per il clima auspicano che la società fissi delle priorità: disastri ambientali, giustizia sociale.

La forza collettiva degli scioperanti climatici è coniugata con il simbolismo. Per esempio, delle scenografie incarnano le decisioni collettive che precedono qualsiasi presa di parola pubblica da parte di uno dei membri.

Seguono l’esempio del funzionamento autonomo sperimentato in Svizzera dagli anni ’70, in comunità un tempo considerate marginali, come quella degli Zaffaraya di Berna o la Comune autonoma di Bienne. Della democrazia allo stato puro, in cui le persone si fondono nella massa e quasi scompaiono fisicamente a favore di un’idea, un progetto o una causa da difendere.

Gli schemi istituzionali tradizionali vengono declassati al grado vecchiume. Oggi riemergono iniziative civiche. E la designazione di candidati attraverso la selezione casuale rientra in questo catalogo.

Dal “cappello” salta fuori Juliette

I giornalisti sono stati invitati a seguire da vicino questo esperimento. Davanti ai loro occhi, mercoledì 11 dicembre 2019 alle ore 19:00 al Café Cazard di Losanna, lo Sciopero per il clima vodese ha estratto a sorte il nome di chi viene lanciato nella corsa alla successione della dimissionaria Jacqueline de Quattro all’esecutivo cantonale.

Normalmente ci si aspettava un’elezione suppletiva tacita, poiché l’unica candidatura annunciata per sostituire la magistrata liberale radicale (PLR, destra), ritiratasi perché eletta al parlamento nazionale, era quella della sua collega di partito Christelle Luisier. Gli altri partiti hanno rinunciato a dare battaglia. A sorpresa, invece, il confronto elettorale ci sarà, perché gli attivisti per il clima hanno “collettivamente” deciso di lanciarsi nella sfida.

All’ingresso del ristorante dove è stata indetta la conferenza stampa, per poter entrare i giornalisti devono siglare una “carta dei media” che garantisce agli scioperanti il diritto all’anonimato.

Per la selezione, un bambino è incaricato di sorteggiare uno dei setti biglietti su cui sono scritti i rispettivi nomi – solo quelli, non i cognomi – dei membri del collettivo che si sono messi a disposizione per la corsa al governo.

È “Juliette” il nome che “la mano dell’innocenza” estrae. Ma Juliette è presente? Mistero! Il collettivo non lo rivela ai giornalisti, perché la candidatura non deve essere personificata.

Finché la candidatura non sarà presentata ufficialmente alle autorità, nessuno saprà il cognome della donna designata dalla sorte. E anche a quel momento, Juliette continuerà a restare nell’ombra, poiché la candidatura resta collettiva. Gli altri sei militanti che si erano messi a disposizione rimangono sostituti e possono sostituire Juliette se costei compie un passo falso e viola gli impegni del movimento.

Sit-in grève du climat
Il collettivo vodese Sciopero per il clima in una conferenza stampa stile sit-in, a Losanna in novembre, aveva annunciato che avrebbe presentato una candidatura all’elezione suppletiva per il governo vodese procedendo per sorteggio. Keystone / Laurent Gillieron

Invisibilità

Inutile, dunque, tentare di tracciare il ritratto di Juliette. Non sarà “più visibile degli altri membri del movimento di fronte ai mass media. È la condizione sine qua non della nostra partecipazione”, aveva già affermato il collettivo, alla metà di novembre in una conferenza stampa, annunciando la propria candidatura tramite sorteggio.

“La nostra candidatura uscirà dagli schemi”, aveva aggiunto il collettivo. Seduti, disposti in arco di cerchio, di fronte ai giornalisti, gli scioperanti avevano immediatamente messo in pratica i loro propositi. Nessuno di loro si era presentato con il proprio nome. Ad ogni domanda dei media, i giovani si concertavano collettivamente, prima di rilasciare la benché minima risposta.

La parola d’ordine era precisa: “Vogliamo l’azione e l’intelligenza collettiva per sopperire all’inopia dei programmi politici dei carrieristi”.

Secondo gli scioperanti per il clima vodesi, il sorteggio oggi dovrebbe essere più ampiamente utilizzato, anche nelle aziende, nei centri di formazione e nei parlamenti. “A condizione di pensare attentamente le sue modalità”, puntualizza il movimento. Senza richiamarsi ad alcun modello di governance specifico, il collettivo vuole “valorizzare e attuare processi orizzontali, cosa non sempre ovvia”, riconosce uno degli attivisti.

Marché
Lo Sciopero per il clima, il 29 novembre a Losanna, ha organizzato il Black Free Day, un mercato di scambi gratuiti, in opposizione al consumismo del Black Friday. Keystone / Jean-christophe Bott

Preoccupazione svizzera francese

“Il sorteggio, scomparso per quasi due secoli, è ricomparso in Europa negli anni ’70 – ma non in Svizzera – come mezzo per selezionare i cittadini per gruppi di deliberazione”, spiega Maxime Mellina, dottorando in scienze politiche all’università di Losanna.

Questo metodo di designazione è tornato all’ordine del giorno in Svizzera dal 2010. “Delle associazioni hanno criticato gli aspetti elitari del nostro sistema e voluto integrarvi il sorteggio”. Ma solo la Svizzera romanda ha semiaperto la porta. “Probabilmente per un influsso della vicina Francia, dove si sente parlare del sorteggio attraverso movimenti come Nuit Debout o i Gilets Jaunes”.

L’idea di rilanciare questa modalità di designazione, in Svizzera si è però spinta oltre. Il movimento GéNomi (Génération Nomination), quattro anni fa, ha proposto di sorteggiare i 200 membri della Camera del popolo elvetica. Poi, nel 2017, due giovani membri GéNomi si sono presentati alle elezioni cantonali di Neuchâtel con lo slogan antisistema “Non desidero essere eletto”, sollecitando così l’uso del sorteggio.

Sempre nel 2017, a Bienne, il movimento Passerelle (centro-sinistra) ha presentato un postulato per sorteggiare la metà del Consiglio comunale (30 membri su 60). Maxime Mellina ricorda inoltre che in Vallese “per l’elezione dell’Assemblea Costituente è stata estratta a sorte un’intera lista e che Sion funge ora da comune pilota per uno studio sul sorteggio di cittadini”.

Un deputato dei Verde di Neuchâtel, Laurent Debrot, tre anni fa aveva proposto che la proporzione di seggi pari a quella degli astenuti alle elezioni del parlamento neocastellano fosse ripartita per sorteggio (40% di partecipazione = 40% di eletti e 60% di sorteggiati). Tuttavia, di fronte alle reazioni scettiche dei suoi colleghi della commissione per le istituzioni, il parlamentare ecologista aveva finito per ritirare la proposta prima ancora che arrivasse al plenum.

Un 2020 caldo

Anche le recenti elezioni federali di ottobre hanno dato visibilità al sorteggio sulla scia degli scioperi delle donne e del clima. Il gruppo vodese “Transition citoyenne”, vicino alle richieste dello sciopero delle donne del 14 giugno, ha organizzato un sorteggio per designare i suoi 19 candidati. “Una selezione che dava il vantaggio alle candidate (due terzi) contro un terzo degli uomini”, osserva Maxime Mellina.

Lo Sciopero per il clima progetta altri eventi spettacolari per l’anno prossimo. Il comunicato stampa del 12 dicembre lo attesta: “Vogliamo più che mai basarci su un movimento di massa pronto a passare all’azione scendendo in piazza, bloccando l’economia e impegnandosi in azioni dirette”. Il 2020 si preannuncia caldo.

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Questo contenuto è stato pubblicato al Estrarre a sorte i magistrati: le ricerche di due dottorandi dell’università di Losanna su una prassi un tempo ampiamente attuata in Svizzera.

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(Traduzione dal francese: Sonia Fenazzi)

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