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Le elezioni nei media: una campagna balbettante e un risultato “storico”

Celine Amaudruz umringt von Journalist:innen
La consigliera nazionale uscente dell'UDC Celine Amaudruz, in corsa per il Consiglio degli Stati, risponde alle domande dei media. Salvatore Di Nolfi/Keystone

Le elezioni svizzere del 2023 nello specchio dei media nazionali. Un'analisi con il politologo Marc Bühlmann.

Ancor prima che il risultato elettorale fosse noto, i portali online dei giornali Tamedia lo avevano già definito “storico”.

Secondo le proiezioni, l’UDC conquista il suo secondo miglior risultato di sempre dopo quello del 2015, mentre i Verdi registrano un crollo rispetto di quattro punti dopo il successo di quattro anni fa.

Ma per quanto alcuni dipingano il giorno delle elezioni come storico, la fine della campagna elettorale non ha registrato sussulti: nell’ultimo periodo, le elezioni svizzere non hanno avuto una copertura mediatica particolarmente importante.

Le elezioni federali svizzere non sono note per grandi stravolgimenti: a volte bisogna cercare il dramma con la lente d’ingrandimento. Dall’inizio della guerra israelo-palestinese, l’interesse del pubblico si è decisamente spostato sulla situazione mondiale. Tuttavia, la copertura delle elezioni svizzere è stata forse anche un po’ stentata perché, a differenza di quattro anni fa, nelle elezioni del 2023 non è emerso un tema dominante durante la campagna elettorale.

I maggiori partiti svizzeri e il loro posizionamento

UDC: Unione democratica di centro – destra conservatrice

PS: Partito socialista – sinistra

PLR: Partito liberale radicale – destra

Il Centro: centro

PES: Partito ecologista svizzero (Verdi) – sinistra

PVL: Partito verde liberale – centro

Né migrazione né clima: nessun tema dominante

Nelle campagne elettorali e referendarie, la piattaforma Année Politique Suisse valuta anche la copertura dei giornali secondo criteri scientifici. Quanto spesso è apparso tale o tal altro partito? Quale tema ha dominato la campagna elettorale? Nei 4’106 articoli di giornale analizzati nell’arco di otto settimane, è emersa un’ampia gamma di argomenti: “Assicurazione sanitaria, salute” è stato l’argomento più frequente, ma anche banche, trasporti, energia, migrazione e clima erano presenti, scrivono Anja Heidelberger e Marc Bühlmann nella loro analisi.

A differenza delle elezioni del 2019, che vengono ricordate come “elezioni del clima” e “elezioni delle donne”, e delle elezioni del 2015, dove, in considerazione delle alte cifre relative all’asilo, la copertura della migrazione dominava su tutto, nel 2023 non si può parlare di “copertura mediatica prevalentemente monotematica”.

Marc Bühlmann blickt in die Kamera
Marc Bühlmann è coautore dell’analisi sui media, direttore della piattaforma Année Politique Suisse e professore all’Università di Berna. SRF

La mobilitazione è fondamentale nelle elezioni svizzere

Le elezioni svizzere sono elezioni di mobilitazione. La bassa affluenza alle urne (46,9% delle persone aventi diritto di voto) rispetto agli standard internazionali fa sì che il risultato dipenda molto da quale partito riesce a mobilitare di più la sua base. Marc Bühlmann, direttore di Année Politique Suisse, spiega così a swissinfo.ch l’interazione tra i media e la campagna elettorale: “In Svizzera, con la sua bassa affluenza alle urne, la questione di chi riesce a mobilitare la propria base è centrale in ogni campagna elettorale. Quattro anni fa, quando i Verdi erano visti dal movimento per il clima come un partito capace di risolvere i problemi ambientali, questo ha mobilitato maggiormente il loro elettorato”.

Oggi il partito ha avuto meno successo nell’utilizzare la questione climatica a suo vantaggio. Quando si parla di politica climatica, ad esempio in relazione agli attivisti e alle attiviste che si incollano a una strada e bloccano il traffico, questo non aiuta i Verdi.

Année Politique Suisse analizza anche la frequenza con cui i partiti appaiono sui media. L’UDC, in quanto partito più forte, viene citato più spesso. Seguono PS, PLR e Centro.

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Tuttavia, i partiti minori sono sottorappresentati rispetto ai quattro partiti di Governo: “La quota complessiva dell’elettorato di questi partiti è del 10,1%, ma la quota di articoli nei media è solo del 3,4%”, si legge nell’analisi.

Sebbene i partiti siano presenti anche sui social media, Bühlmann considera questi strumenti trascurabili. “Gran parte dell’elettorato è composto di persone di mezza età, che non usano i social media per ottenere informazioni”, afferma Bühlmann, pur riconoscendo che i partiti utilizzano i social media come canali di mobilitazione. Ma “al momento potrebbe essere piuttosto difficile conquistare nuovi elettori e elettrici attraverso questo canale o convincerli”.

La piattaforma Politransparency mostra che il PS ha investito di più in pubblicità su Facebook e Instagram con 429’100 franchi. Seguono il PLR, il Centro, i Verdi Liberali e i Verdi. L’UDC ha investito solo 112’000 franchi in questo campo.

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Tuttavia, un video virale dell’UDC su Instagram ha raggiunto ben 300’000 persone – più di qualsiasi altro video pubblicato da un account di partito su questo canale.

Secondo Bühlmann, tuttavia, i giornali e i media tradizionali restano fondamentali. “Essere sui media aiuta, è una mobilitazione”, afferma Bühlmann. “Sarebbe però troppo facile concludere che un partito vince perché c’è molta copertura. Il fatto che si parli di un partito è comunque importante. Ma se questa copertura è positiva o negativa non è certo decisivo”.

Traduzione di Daniele Mariani


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