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Considerare l’omosessualità una malattia diventa passibile di sanzioni

La nuova norma penale permetterà di sanzionare chi incita pubblicamente all'odio contro gli omosessuali. Keystone / Walter Bieri

In Svizzera chi esprime propositi omofobi è ora passibile di sanzioni penali. I cittadini elvetici si sono espressi domenica in favore di un'estensione della norma antirazzista. Ma concretamente, cosa si potrà ancora dire e cosa sarà punibile? Le spiegazioni dell'avvocato Alexandre Curchod, specialista della questione.

Insultare una coppia di donne per strada era già punibile, perché si tratta di un’ingiuria personale, indipendentemente dal suo contenuto omofobo. In seguito all’estensione della norma antirazzista, accettata domenica in votazione popolare, anche le dichiarazioni generiche legate all’orientamento sessuale di un gruppo potranno essere sanzionate.

Alexandre Curchod, avvocato specializzato in diritto della comunicazione e docente all’Università di Friburgo, spiega come potrà essere applicato l’articolo 261 bis del Codice penale.

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​​​​​​​swissinfo.ch: La norma penale antirazzista è già in vigore da 25 anni. Come è stata applicata nei casi di discriminazione basata sulla razza, l’etnia o l’appartenenza religiosa?

Alexandre Curchod: L’articolo 261 bis del codice penale è applicato molto meno spesso della maggior parte delle altre norme penali. La giurisprudenza del Tribunale federale è molto liberale. I giudici attribuiscono un’importanza fondamentale alla libertà di espressione, che rimane il principio fondamentale. Le restrizioni sono pertanto consentite solo in situazioni particolarmente gravi.

swissinfo.ch: Può citare l’esempio di un caso che ha portato a una condanna?

A. C.: Posso citare l’esempio di una persona che aveva fatto il segno della “quenelle” (un saluto nazista al contrario) davanti a una sinagoga di Ginevra. Una foto è stata pubblicata sui social network. Il tribunale ha stabilito che c’era l’intenzione di incitare all’odio e ha condannato il colpevole.

swissinfo.ch: L’autore di un reato ai sensi dell’art. 261 bis c.p. rischia la reclusione fino a tre anni. Nella pratica, che tipo di sentenze sono state emesse finora?

A. C.: In generale, si tratta di sanzioni pecuniarie. Nei casi gravi, ci si può immaginare una pena detentiva con o senza sospensione condizionale, ma questo dipende soprattutto dai precedenti del colpevole e dal suo atteggiamento.

swissinfo.ch: C’è da aspettarsi che la norma sia applicata in maniera blanda anche per quanto riguarda l’omofobia?

A. C.: Sì, i criteri per un’applicazione rigida sono gli stessi per l’omofobia e per il razzismo. L’intenzione di incitare all’odio deve essere dimostrata e i propositi discriminatori devono essere espressi in pubblico. Tutto quanto viene diffuso sui social network in una cerchia privata non è punibile.

swissinfo.ch: D’altra parte, chi insulta le persone LGB (lesbiche, gay e bisessuali) su una pagina pubblica di un social network può ora essere condannato?

A. C.: Sì, questo tipo di discorsi è contemplato chiaramente dalla nuova norma, sempre che siano soddisfatte le condizioni per la sua applicazione, vale a dire in particolare l’intenzione di incitare all’odio contro la comunità LGB.

“Considerare l’omosessualità uno stile di vita inaccettabile sostenendo che gli omosessuali devono essere curati sarà probabilmente visto come un appello all’odio. Tuttavia, questo dipenderà dall’interpretazione dei tribunali.”
Alexandre Curchod

swissinfo.ch: Ci si può immaginare di estendere la norma ad altri gruppi della popolazione, per esempio le donne?

A. C.: Potrebbero sicuramente emergere proposte per estendere la norma ad altre comunità. Tuttavia, tali estensioni non rientrano nella logica dell’articolo 261 bis del codice penale. In origine, il suo scopo era quello di preservare la pace pubblica, cioè di reprimere le dichiarazioni che potessero risultare incendiarie nell’ambito di questioni ritenute particolarmente sensibili. Il legislatore ha deciso di proteggere le comunità particolarmente maltrattate nel corso della storia, quali gli ebrei e gli omosessuali, perseguitati durante la seconda guerra mondiale.

swissinfo.ch: Non sarebbe più saggio proibire ogni discriminazione?

A. C.: Non credo. La libertà di espressione deve rimanere il principio cardine e le eccezioni devono essere ridotte al minimo. Con le persone LGB abbiamo una situazione particolare, perché, da un lato, possiamo equiparare il loro destino con quello di altre comunità, religiose o razziali e, dall’altro, sappiamo che i commenti fatti contro lesbiche e gay possono avere effetti negativi sulla salute degli adolescenti in cerca di identità.

swissinfo.ch: Il proprietario di un hotel che rifiuta una camera a una coppia dello stesso sesso, un esempio spesso citato durante la campagna, sarà effettivamente condannato in base alla nuova norma?

A. C.: Assolutamente sì, così come è proibito rifiutare di servire un musulmano in un ristorante. Queste comunità devono avere accesso a tutti i servizi aperti al pubblico. Non possono essere limitati nel loro accesso a spazi pubblici, parchi, cinema, ristoranti, hotel o eventi culturali.

swissinfo.ch: È ancora ammissibile affermare che le persone LGB hanno bisogno di essere curate o dire che l’omosessualità è una malattia?

A. C.: È molto probabile che tali affermazioni siano sanzionate dalla norma, perché sono un attacco alla dignità degli omosessuali. Anche chi offre terapie di conversione potrebbe essere punito. Considerare l’omosessualità uno stile di vita inaccettabile sostenendo che gli omosessuali devono essere curati sarà probabilmente visto come un appello all’odio. Tuttavia, questo dipenderà dall’interpretazione dei tribunali.

swissinfo.ch: I gruppi religiosi che definiscono l’omosessualità un peccato potranno continuare a farlo?

A. C.: Se lo fanno all’interno della comunità, all’interno di una piccola cerchia, non possono essere puniti. Tuttavia, se queste dichiarazioni sono fatte in pubblico e destinate a essere ascoltate al di fuori della comunità, potrebbero essere un reato.

swissinfo.ch: Nel 2009, i giovani dell’Unione democratica di centro (UDC) della parte francofona del Vallese avevano pubblicato un manifesto che equiparava l’omosessualità alla decadenza della razza umana. Queste campagne saranno ancora tollerate?

A. C.: La nuova norma punirà chiaramente questo tipo di campagna mediatica di odio.

swissinfo.ch: Alcuni oppositori della legge antiomofobia temono di non poter più fare dell’umorismo. Una paura giustificata?

A. C.: No, il diritto all’umorismo è ovviamente mantenuto. La norma si applica solo se vi è l’intenzione di minare la dignità della comunità. D’altra parte, qualcuno potrebbe essere condannato se mira a fomentare l’odio contro le persone LGB con il pretesto di uno spettacolo comico.

Il comico francese Dieudonné sosteneva che uno dei suoi spettacoli allo Zenith di Parigi era umoristico e che quindi poteva dire quello che voleva. Tuttavia, i giudici non hanno seguito la sua argomentazione, ritenendo che le sue osservazioni fossero in realtà antisemite e contrarie ai valori della Convenzione europea dei diritti dell’uomo.

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