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Bicicletta e alimentazione nel menu delle votazioni federali

Cyclistes au milieu des champs
Alle urne si decide il futuro dei ciclisti e della produzione agricola in Svizzera. © KEYSTONE / CHRISTIAN BEUTLER

Domenica 23 settembre il popolo svizzero è chiamato a proiettarsi nel futuro. Dovrà decidere su due iniziative concernenti la produzione alimentare sostenibile e su un controprogetto per l'iscrizione delle piste ciclabili nella Costituzione.

Etica, ecologia, sostenibilità… Gli svizzeri decidono questa domenica 23 settembre quale direzione devono prendere la politica agricola e la mobilità. Votano su tre oggetti federali: le iniziative popolari ‘Per la sovranità alimentare’ e ‘Per alimenti equi’ e la proposta del governo di iscrivere le piste ciclabili nella Costituzione federale.

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Sovranità alimentare

Favorire un’agricoltura locale, diversificata e sostenibile da un punto di vista sociale e ambientale. È l’obiettivo dell’iniziativa ‘Per la sovranità alimentare. L’agricoltura riguarda noi tuttiCollegamento esterno‘ lanciata dal sindacato dei contadini UniterreCollegamento esterno e da L’autre syndicatCollegamento esterno.

Il testo propone un cambiamento radicale della politica agricola svizzera al fine di promuovere la produzione indigena, migliorare le condizioni di lavoro dei contadini e proteggere le terre coltivabili. L’iniziativa chiede anche il divieto di utilizzare organismi geneticamente modificati (Ogm) nell’agricoltura.

I suoi promotori affermano che la proposta, la quale introduce un nuovo articolo nella Costituzione, permetterebbe di rafforzare il commercio diretto tra agricoltori e consumatori, di garantire un’alimentazione sana e di sviluppare le strutture nelle zone rurali.

Il Consiglio federaleCollegamento esterno (governo nazionale) e la maggioranza del parlamento raccomandano ai cittadini di respingere l’iniziativa. La considerano troppo restrittiva e sostengono che nuoce alla competitività e all’innovazione del settore agroalimentare svizzero. Temono inoltre un aumento dei prezzi delle derrate alimentari, che si ripercuoterebbe sui consumatori.

Partita con il vento in poppa nel primo sondaggio (75% di favorevoli), l’iniziativa ha perso consensi durante le ultime settimane. Stando al secondo sondaggio della Società svizzera di radiotelevisione (SSR), realizzato dall’istituto gfs.bern tra il 29 agosto e il 5 settembre, l’iniziativa era sostenuta dal 49% delle persone interrogate. I contrari erano al 46%, gli indecisi al 5%.

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Alimenti equi

L’iniziativa ‘Per derrate alimentari sane, prodotte nel rispetto dell’ambiente e in modo equoCollegamento esterno‘ è invece stata lanciata dal Partito ecologista svizzero. Essa chiede una modifica della Costituzione affinché la Confederazione rafforzi l’offerta di alimenti sicuri e di buona qualità, prodotti nel rispetto dei lavoratori, dell’ambiente e degli animali.

L’idea è di definire dei criteri applicabili sia ai prodotti svizzeri che a quelli importati. Questo per evitare che delle derrate alimentari la cui produzione è vietata in Svizzera vengano comunque venduti nei negozi elvetici (ad esempio le uova da batteria o il foie gras). L’iniziativa favorirebbe gli alimenti regionali di stagione, permetterebbe di ridurre lo spreco e rafforzerebbe il benessere degli animali, sostengono i suoi sostenitori.

Il Consiglio federaleCollegamento esterno e il parlamento invitano il popolo a respingere il testo che giudicano superfluo, dato che la Confederazione già s’impegna in favore di derrate alimentari sicure e prodotte in modo sostenibile. Secondo l’esecutivo e la maggioranza del legislativo, l’iniziativa potrebbe creare conflitti con gli accordi internazionali e necessiterebbe l’istituzione di un sistema di controllo pesante e costoso.

Anche in questo caso, l’entusiasmo dei cittadini si è affievolito nel corso delle ultime settimane. Nel secondo sondaggio della SSR, il 53% degli intervistati pensava di votare a favore dell’iniziativa (78% nel primo sondaggio). Gli oppositori erano al 45%, gli indecisi al 2%.

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un operaio sta dipingendo su una corsia stradale il pittogramma simbolo delle ciclopiste.

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La bicicletta in pista per la Costituzione svizzera

Questo contenuto è stato pubblicato al La proposta di estendere alle piste ciclabili l’articolo costituzionale sui sentieri e i percorsi pedonaliCollegamento esterno riscuoterà il medesimo successo alle urne che ottenneCollegamento esterno quasi quarant’anni fa questo stesso articolo? Per la risposta si dovrà aspettare il risultato della votazione federale. Una certezza però c’è già: le premesse sono analoghe a quelle di allora.…

Di più La bicicletta in pista per la Costituzione svizzera

Piste ciclabili

L’elettorato elvetico deve poi pronunciarsi sull’iscrizione delle piste ciclabili nella Costituzione, accanto ai sentieri e ai percorsi pedonali. Si tratta di un controprogettoCollegamento esterno alla cosiddetta ‘Iniziativa per la biciCollegamento esterno‘ lanciata dall’associazione Pro Velo.

Il testo voleva obbligare la Confederazione a incoraggiare l’uso della bicicletta, ma è stato giudicato troppo vincolante dal Consiglio federale, che ha così elaborato un controprogetto. La nuova formulazione ha convinto Pro Velo, che ha ritirato la sua iniziativa. La proposta governativa ha ottenuto un ampio sostegno in parlamento ed è stata respinta soltanto dall’Unione democratica di centro (destra conservatrice).

Il Consiglio federaleCollegamento esterno e il parlamento raccomandano al popolo di accettare la modifica costituzionale per permettere alle collettività pubbliche di meglio promuovere la bicicletta creando piste ciclabili sicure e di qualità. Sono convinti che un aumento significativo di ciclisti permetterebbe di decongestionare il traffico e di ridurre l’affollamento dei mezzi pubblici di trasporto, con conseguenti riduzioni dell’inquinamento e dei rumori.

Secondo l’UDC, il controprogetto avrà invece pochi effetti. Il principale partito del paese preferisce lasciare la responsabilità delle piste ciclabili ai cantoni e ai comuni.

La proposta del governo sembra convincere i cittadini. Nel secondo sondaggio SSR, la quota di favorevoli era del 69% (64% nel primo sondaggio). I contrari e gli indecisi erano rispettivamente al 25 e al 6%.

Italiano e burqa nei cantoni

Nei Grigioni, cantone trilingue, si vota su un’iniziativa popolare che chiede di insegnare una sola lingua straniera alle scuole elementari, principalmente a scapito dell’italiano. Concretamente, l’inglese verrebbe insegnato soltanto agli allievi germanofoni. Nelle regioni italofone e romance, l’unica lingua straniera insegnata a scuola sarebbe il tedesco. Con la riforma, gli allievi germanofoni non imparerebbero più l’italiano e il romancio in classe.

Gli elettori di San Gallo sono chiamati ad esprimersi su una legge anti-burqa che mira a vietare la dissimulazione del volto negli spazi pubblici. In caso di accettazione, San Gallo diventerebbe il secondo cantone ad introdurre questa disposizione dopo il Ticino.

Traduzione dal tedesco di Luigi Jorio

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