Oggi in Svizzera
Care svizzere e cari svizzeri all’estero,
Sebbene sia un’attività criticata da molti, la caccia in Svizzera viene praticata da migliaia di persone. Sono infatti circa 30’000 quelle che annualmente vengono autorizzate a cacciare in base alle regole vigenti nei vari cantoni. Salvo a Ginevra, dove invece la caccia è proibita. Contestata su basi etiche e morali, la caccia solleva però anche preoccupazioni dal punto di vista della sicurezza. È per questo motivo che a Neuchâtel, anche per i cacciatori, è stato introdotto un limite massimo di alcolemia (lo 0,5 per mille).
Neuchâtel è il secondo cantone, dopo Zurigo, ad introdurre questo limite. I controlli per verificare lo stato di ebrezza verranno svolti con gli stessi strumenti usati per gli automobilisti. In caso di superamento del valore, la patente di caccia verrà ritirata. La disposizione è stata voluta dopo che nel 2018 un cacciatore alticcio aveva puntato la sua arma contro un ciclista. Dopo questa curiosità, vi lascio alle altre notizie di oggi.
Buona lettura!
La Svizzera scende dal podio della classifica 2021 di Transparency International sulla corruzione nel settore pubblico. Pur perdendo un solo punto, la Confederazione passa infatti dal terzo al settimo posto, ottenendo lo scorso anno 84 su 100 rispetto agli 85 del 2020.
Martin Hilti, direttore della sezione elvetica dell’ong, ha osservato che la Svizzera, nonostante il buon punteggio, è ancora lontana dalla perfezione e presenta lacune in ambiti di cui l’indice in questione non tiene conto, come la lotta contro il riciclaggio di denaro, le disposizioni legali sul lobbismo e la protezione degli informatori. Inoltre, secondo Hilti anche il nepotismo è ancora molto diffuso.
In testa alla classifica dei 180 Paesi considerati vi sono Danimarca, Finlandia e Nuova Zelanda che, con 88 punti ciascuna, condividono il primo rango, indica la nota. A occupare le ultime posizioni sono ancora Somalia (13 punti), Siria (13) e Sudan del Sud (11). Il punteggio dei Paesi confinanti è di 80 per la Germania, 74 per l’Austria, 71 per la Francia e 56 per l’Italia (che ha fatto un balzo di dieci posizioni).
Secondo Transparency, nonostante alcuni progressi, l’indice, stabilito sulla base di valutazioni di esperti appartenenti al mondo della scienza e dell’economia, fornisce un quadro desolante: più della metà dei 180 Paesi esaminati non raggiunge 50 punti sul massimo di 100.
- La notizia di agenzia ripresa da LaRegioneCollegamento esterno.
- L’approfondimento di SWI swissinfo.ch.
- I dettagli sulla pagina internet di Transparency InternationalCollegamento esterno.
- L’intervista della RSICollegamento esterno al vicedirettore della sezione elvetica della ong Alex Biscaro.
- I punti deboli della Svizzera emersi dall’indice dello scorso anno.
A proposito di trasparenza, si è aperto stamattina a Zurigo il processo all’ex numero uno di Raiffeisen Pierin Vincenz, accusato di aver intascato illecitamente 9 milioni di franchi e di aver usufruito di più di mezzo milione per visite in locali a luci rosse e viaggi privati.
Il 65enne si è presentato sorridente e al giornalista che gli ha chiesto se fosse nervoso ha riposto: “Sarà la corte a decidere”.
Vincenz è stato presidente del consiglio di amministrazione, dal 1999 al 2017, della società di carte di credito Aduno (ora Viseca) e Ceo (1999-2015) della cooperativa Raiffeisen Svizzera, che sotto la sua direzione è diventata il terzo gruppo bancario del Paese.
I due imputati principali, che respingono gli addebiti ed hanno passato 106 giorni in detenzione preventiva, devono rispondere di truffa per mestiere, appropriazione indebita, falsità in documenti, amministrazione infedele e corruzione passiva.
- Il lancio dell’inizio del processo su ticinonews.chCollegamento esterno.
- Tutti i fatti per cui i due uomini d’affari sono alla sbarra in un approfondimento di SWI swissinfo.ch.
- Lo scandalo portò anche il successore di Vincenz, Patrik GiselCollegamento esterno, alle dimissioni.
I provvedimenti attualmente in vigore per arginare il coronavirus vanno revocati subito, ivi compresi il certificato, l’isolamento, le quarantene o l’obbligo di telelavoro.
Ulteriori provvedimenti non influenzano l’evoluzione epidemiologica o la situazione negli ospedali, hanno sostenuto oggi l’associazione che riunisce i centri fitness e salute della Svizzera, la Federazione dell’albergheria e della ristorazione svizzera (GastroSuisse), EXPO EVENT Swiss LiveCom e l’Unione svizzera delle arti e mestieri (USAM), spalleggiati da esponenti dei partiti di centro destra.
Stando a diversi oratori, l’obbligo del certificato Covid è, nella situazione attuale, del tutto sproporzionato. Molti settori dell’economia e la popolazione stanno soffrendo a causa delle restrizioni. Anche in Svizzera, come in altri paesi, andrebbe stabilito un “Freedom Day” che segni la fine delle misure, asseriscono.
Una richiesta rimandata velocemente al mittente. Nel pomeriggio, anche gli esperti dell’Ufficio federale della Sanità pubblica hanno infatti incontrato la stampa e confermato che “la diffusione di Omicron progredisce continuamente e rapidamente”. Per voce del responsabile della task force Patrick Mathys, l’appello per un Freedom Day è quindi stato respinto.
- L’articolo di tvsvizzera.it sulle richieste del mondo economico.
- Su tio.ch, la risposta degli espertiCollegamento esterno arrivata poco dopo, completa di ulteriori aggiornamenti.
- La situazione pandemica in Svizzera sul sito di SWI swissinfo.ch.
La lista completa dei film candidati ai Premi del cinema svizzero 2021 è stata presentata ieri sera durante la Notte delle nomination alle Giornate cinematografiche di Soletta, in corso dal 19 al 26 gennaio.
Nella schiera di otto titoli in lizza per il prestigioso “Prix de Soleure” alla 57a edizione della rassegna cinematografica le Giornate di Soletta figura anche la pellicola del giovane Elie Grappe. Ambientato sullo sfondo delle proteste di Euromaidan in Ucraina, alla fine del 2013, il film “Olga” racconta la storia di una ginnasta quindicenne alle prese con la sua doppia identità: svizzera e ucraina.
In corsa per il premio di miglior film e migliore fotografia anche “Atlas”, secondo lungometraggio del regista ticinese Niccolò Castelli, che ha inaugurato la rassegna. I film con più candidature sono “Schwesterlein”, nominato per sette premi, e “Platzspitzbaby”, in lista per cinque.
La premiazione finale è prevista il 26 marzo e si svolgerà negli studi ginevrini della televisione pubblica.
- I candidati nelle varie sezioni, sul sito della RSICollegamento esterno.
- Il debutto di Grappe con “Olga” in un articolo di SWI swissinfo.ch.
- L’italianità al festival di quest’anno su tvsvizzera.it.
- La scrittrice Patricia Highsmith protagonista di un documentario che ha aperto la rassegna.
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