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vetrina con scritta

Oggi in Svizzera

Care svizzere e cari svizzeri all'estero,  

il 1° maggio è parzialmente festivo in Svizzera: in alcuni cantoni si lavora, in altri no. Qui in Ticino, da dove vi scrivo, per esempio, è festivo, mentre per i miei colleghi a Berna è un giorno lavorativo come un altro. Ora c'è chi vorrebbe uniformare il sistema e far sì che si abolisca a livello federale questa festività. Una richiesta che è partita dai Giovani liberali radicali (GLR), secondo i quali il primo maggio non c'è niente da festeggiare e l'astensione dal lavoro porta a una perdita di benessere. "Anno dopo anno, la sinistra e i sindacati marciano per le strade per celebrare il primo maggio: questo non solo provoca molto caos e danni alle proprietà, ma è sbagliato anche in termini di contenuti", sostiene il movimento in un comunicato odierno. Dall'altra parte, invece, il sindacato Syna ha lanciato una petizione per rendere questa data festiva a livello federale quale "segno di gratitudine verso tutte le lavoratrici e i lavoratori". 

Non sono certa che a tutte e tutti piacerebbe perdere questo giorno di riposo aggiuntivo, ma sono sicura che c'è chi lavorerebbe volentieri anche oggi. Da dove vengo io (il cognome parla chiaro), è una ricorrenza ancora molto sentita (il picnic del primo maggio è una tradizione intoccabile), nonostante fondi le sue radici nel comunismo, movimento che oggi è ormai un cimelio da museo in quella parte dell'Europa. 

Detto ciò, per noi in SRG SSR non è festivo e quindi ho lavorato per prepararvi una selezione delle notizie del giorno. Buona lettura!  

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vetrina con scritta
KEYSTONE/© KEYSTONE / ENNIO LEANZA

Diverse manifestazioni sono state organizzate in Svizzera in occasione del 1° maggio. Quelle che hanno attirato più persone si sono tenute nella città di Basilea, a Zurigo e a Ginevra.  

A Basilea circa 2’500 manifestanti hanno marciato all’insegna del motto “Premi giù, salari su“. Una proteta tutto sommato pacifica, come scrive la polizia cantonale su X (ex Twitter), a eccezione del lancio di sacchetti riempiti di vernice colorata per imbrattare la filiale di UBS sulla Marktplatz.  

La Festa del lavoro a Zurigo s è svolta all’insegna dello slogan “Il capitalismo fa ammalare“. Anche nella città sulla Limmat è stata presa di mira UBS (imbrattate con vernice rossa diverse filiali), ma anche Franz Carl Weber, storico negozio di giocattoli elvetico da poco passato nelle mani della catena di drogherie tedesca Müller. Un’altra manifestazione è prevista nel pomeriggio: organizzata da diversi gruppi di sinistra, non è stata autorizzata e ci si aspetta (come ogni anno), che si concluda con danni alle proprietà e disordini.   

Nella Svizzera francese, circa 2’000 persone sono scese in piazza a Ginevra per chiedere, anche in questo caso, l’aumento dei salari e delle pensioni. Altri cortei sono stati organizzati anche nel canton Berna, in Ticino, o ancora Argovia

cellulare con mappa aperta
KEYSTONE/© KEYSTONE / GAETAN BALLY

A partire da inizio aprile 2025 sarà possibile esaminare i cellulari e i PC di un/a richiedente l’asilo per accertarne l’identità, la cittadinanza o l’itinerario di viaggio. È quanto prevedono alcune modifiche della Legge sull’asilo e le relative ordinanze approvate oggi, mercoledì, dal Consiglio federale.  

Questi cambiamenti definiscono il tipo di dati personali che la Segreteria di stato della migrazione (SEM) può valutare e indicano i collaboratori e le collaboratrici della SEM (gli unici autorizzati a farlo) competenti per la valutazione dei supporti elettronici dei e delle migranti.  

I dati relativi all’identità e alla cittadinanza contemplano nello specifico: indirizzi, numeri telefonici, registrazioni di suoni e immagini nonché documenti. Per quanto attiene all’itinerario di viaggio, le informazioni che possono essere esaminate sono: dati di navigazione, registrazioni di suoni e immagini nonché documenti. Non possono invece essere valutati i dati personali rientranti nella sfera di protezione di un segreto professionale. 

Altre decisioni riguardanti la migrazione prese oggi dal Consiglio federale riguardano anche il ricongiungimento familiare, per il quale il periodo di attesa verrà ridotto da tre a due anni, e le spese dei centri cantonali di accoglienza, alle quali la Confederazione potrà partecipare “qualora in un’area di confine svizzera si osservi un numero straordinariamente elevato di passaggi illegali del confine e di controlli delle persone”, si legge sul sito della SEM. Inoltre, è stato deciso che le persone accolte in Svizzera a titolo provvisorio possono cambiare luogo di residenza nel caso in cui trovassero lavoro in un cantone diverso da quello di accoglienza.   

infermiera trasporta ghiacciaia con organi umani
KEYSTONE/© KEYSTONE / MARTIAL TREZZINI

Nel 2023 in Svizzera il numero di donazioni di organi post mortem e quello di persone sottoposte a trapianto ha superato ogni record. Lo rivela il rapporto annuale di Swisstransplant.  

Complessivamente 675 persone in lista d’attesa hanno ricevuto l’anno scorso un organo urgentemente necessario e 200 persone hanno potuto donare i loro organi una volta decedute, viene indicato nell’analisi della fondazione nazionale per la donazione e il trapianto di organi. 

Nell’ambito della donazione di organi, in primo piano c’è la volontà della persona deceduta, ricorda Swisstransplant. Attualmente vige il modello del consenso esplicito, secondo cui il prelievo di organi e tessuti dopo la morte è ammesso soltanto previo consenso di donatori o donatrici o dei loro parenti. Se la volontà del defunto non è nota, fa sapere Swisstransplant, la maggior parte dei parenti attualmente decide di non donare gli organi. 

In futuro, grazie al 60,2% dei “sì” alle urne il 15 maggio 2022, vigerà invece il consenso implicito. Questo significa che in vita bisognerà dichiarare espressamente il proprio rifiuto a donare organi. Consenso presunto che sarà però “in senso lato”. I congiunti verranno infatti ancora coinvolti nel processo decisionale nel caso in cui il defunto non renda note le sue intenzioni. Bisognerà aspettare però il 2026, anno in cui sarà disponibile l’identità elettronica (ID-e) necessaria per iscriversi nel registro di donatori. Lo ha indicato proprio oggi il Consiglio federale.  

cartelli di montagna ricoperti di neve
KEYSTONE

Aprile, si sa, è un mese capriccioso e mai come quest’anno ne abbiamo avuto la dimostrazione: si è passati in pochi giorni da temperature invernali a quelle estive, per poi tornare a quelle invernali. A sostegno di questo c’è anche l’ultima notizia riguardante la montagna Säntis (sul confine tra i cantoni di San Gallo, Appenzello Interno e Appenzello Esterno), dove i cumuli di neve hanno raggiunto un’altezza di quasi sette metri.  

Secondo il servizio SRF Meteo, attualmente in molti comprensori sciistici c’è più neve di quanta ne sia caduta nel corso della stagione invernale. La situazione del Säntis, però, è eccezionale: l’altezza media del manto bianco, nel corso del quarto mese dell’anno, è di 3,88 metri. Quello di quest’anno è un record mai visto negli ultimi 25 anni (quello precedente è del 1999 e lo spessore raggiunse gli 8,16 metri).  

Il rischio, ora, è che lo scioglimento provochi delle inondazioni, come successe proprio nel 1999. Felix Blumer, di SRF Meteo, però rassicura: “Sebbene nell’Altipiano i terreni siano nella maggior parte dei luoghi ben saturi, al di sotto dei 2’000 metri c’è solo poca neve”. Lo scioglimento della neve dovrebbe inoltre essere accompagnato da forti precipitazioni. 

Infine, c’è da considerare anche un terzo fattore, che è quello dello Snow Water Equivalent (SWE), ossia la massa di acqua di disgelo per metro quadrato che risulterebbe in seguito allo scioglimento completo del manto nevoso. Il SWE del Säntis è aumentato negli ultimi giorni, prosegue Blumer, ma al di sotto dei 2’000 metri è relativamente basso.  

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