Russia: Putin, dal 2015 limiti per lavoratori paesi non Unione
(Keystone-ATS) A partire dal 2015, all’interno dell’Unione doganale voluta dal presidente russo Vladimir Putin (Russia, Bielorussia e Kazakistan) entreranno in vigore delle limitazioni per gli spostamenti da un Paese all’altro dei lavoratori provenienti da Stati che non sono membri dell’Unione. Lo ha detto lo stesso leader del Cremlino citato dall’agenzia Ukrinform durante un incontro con il suo omologo ucraino Viktor Ianukovich nella residenza presidenziale di Zavidovo, a circa 150 chilometri da Mosca.
“A partire dal 2015 – ha spiegato Putin -, i flussi di forza lavoro provenienti da altri paesi saranno limitati, tranne quelli dei lavoratori dell’Unione doganale”. La Russia è terra di immigrazione per moltissimi lavoratori provenienti dalle repubbliche dell’ex Urss. Secondo il servizio federale per l’immigrazione, nel Paese più vasto del mondo vi sono tra gli 11 e i 14 milioni di immigrati. La misura annunciata da Putin porterebbe quindi a privilegiare l’immigrazione proveniente dagli altri due Stati che, con la Russia, fanno parte dell’Unione doganale: Bielorussia e Kazakistan.
A questi si potrebbe aggiungere l’Ucraina, che resta ancora in bilico tra Ue e Russia: da un lato si dice interessata a firmare un accordo di associazione e libero scambio con Bruxelles, dall’altro lato però considera la possibilità di entrare, anche “da osservatore” nell’Unione doganale, una mossa che la allontanerebbe dall’Ue.