La proliferazione delle piante esotiche invasive preoccupa
La stazione di ricerche agronomiche di Changins-Wädenswil ha lanciato ancora una volta l'allarme lunedì sui pericoli che le piante invasive esotiche fanno correre alla biodiversità.
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L’ambrosia e la panace di Mantegazzi non sono le uniche piante neofite che inquietano i biologi svizzeri. Negli ultimi anni, infatti, diverse altre specie hanno invaso i prati svizzeri.
Varietà meno conosciute come la pueraria (conosciuto anche come kudzu), il poligono del Giappone o l’ailanto hanno un potenziale di proliferazione impressionante, rende attenta la stazione di ricerche agronomiche di Changins-Wädenswil.
Il problema è particolarmente acuto in Ticino. I ricercatori, ad esempio, hanno constatato una forte progressione del poligono del Giappone nei campi di cereali e hanno potuto verificare che il kudzu può crescere di oltre 20 centimetri in un solo giorno.
Nei prossimi mesi la stazione di ricerca darà il via ad una campagna d’informazione centrata proprio su quest’ultima pianta.
Oltre a creare problemi di salute pubblica (l’ambrosia ad esempio causa allergie), queste piante invasive esotiche provocano una perdita di biodiversità, viene sottolineato nel comunicato, poiché proliferano a scapito della flora e della fauna indigena.
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