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Organizzazione degli svizzeri all’estero: chiaro sì alla nuova e-ID

Nel marzo 2021, l'elettorato svizzero aveva respinto con decisione l'introduzione di un’identità elettronica per timori sulla gestione dei dati da parte di aziende private. Ora il governo presenta un nuovo progetto, del tutto statale. © Keystone / Christian Beutler

Il Consiglio federale ha presentato un nuovo progetto di legge per offrire alla sua cittadinanza una carta d'identità elettronica. L'Organizzazione degli svizzeri all'estero lo sostiene: un'identificazione elettronica potrebbe risolvere diversi problemi e incentivare il voto via Internet.

Si tratta di un progetto di legge che prevede di dotare i cittadini svizzeri e le cittadine svizzere di un’identità elettronica riconosciuta dallo Stato, chiamata e-ID. Questo progetto ha una lunga storia in Svizzera. 

Nel marzo 2021, l’elettorato elvetico ha respinto con decisione l’introduzione di un’identità elettronica con il 64% dei voti contrari. Il “no” ha guadagnato terreno per timori sulla sicurezza dei dati, dal momento che la tecnologia sarebbe stata messa a punto e fornita da operatori privati.   

La sicurezza dei dati sensibili nel regno digitale, dove gli e le hacker operano sottotraccia e i giganti della Silicon Valley agiscono spesso in modo non trasparente, è un tema che preoccupa l’opinione pubblica. 

Secondo tentativo 

Ciononostante, il Consiglio federale è rimasto fedele al suo piano e ha avviato un secondo progetto per offrire “un’identificazione elettronica statale sicura”, come ha scritto in un comunicato stampaCollegamento esterno. Il governo è stato spronato dal Parlamento, perché i vantaggi di una tale soluzione sarebbero significativi, se l’e-ID fosse sicura. 

A differenza del primo tentativo fallito, il Governo svizzero parla ora di “nuova e-ID” o “e-ID di Stato”, sottolineando così la sovranità dell’esecutivo federale nel progetto. 

Alla fine di giugno è stata presentata una bozza di legge, che il Consiglio federale ha inviato in consultazione. L’obiettivo era quello di raccogliere il parere del più ampio spettro possibile di persone esperte, comprese quelle che erano più critiche verso il primo progetto, per evitare un altro fallimento. 

Sostegno della Quinta Svizzera 

L’Organizzazione degli svizzeri all’estero (OSE) ha espresso un forte sostegno alla legge in questa fase. L’OSE vede diversi vantaggi in un’identità elettronica funzionante per le cittadine e i cittadini svizzeri all’estero.

L’attenzione è rivolta ai cosiddetti contatti con le autorità: un’identità elettronica è particolarmente utile all’estero per semplificare le questioni fiscali e i contatti con il servizio sanitario o l’amministrazione. Lo stesso vale per il mondo bancario. 

Controllo dell’identità versione 1.0: un impiegato postale controlla la carta d’identità di un cliente. © Keystone / Christian Beutler

Tuttavia, l’OSE si concentra soprattutto su un obiettivo finale importante: l’e-ID sarebbe un primo passo verso un sistema di voto elettronico in Svizzera. “L’e-ID facilita la realizzazione del voto elettronico”, ha dichiarato il presidente dell’OSE Filippo Lombardi ad agosto, quando i delegati e le delegate dell’OSE si sono riuniti a Lugano.  

Oggi l’OSE scrive nella sua dichiarazione: “L’identificazione sicura in rete consente procedure di voto elettronico completamente digitali”. L’organizzazione che fa gli interessi di circa 800’000 svizzeri e svizzere all’estero sottolinea inoltre che il voto elettronico è di enorme importanza per l’elettorato fuori dalla Confederazione. “I loro diritti politici costituzionalmente garantiti sono spesso difficili da esercitare nella pratica perché i documenti elettorali e di voto arrivano troppo tardi per posta, a seconda del luogo di residenza.” 

L’OSE vede anche un ulteriore vantaggio per gli svizzeri e le svizzere all’estero in termini di transazioni bancarie. Nella sua risposta alla consultazione, l’organizzazione scrive: “L’identificazione chiara di nuovi clienti è particolarmente costosa per le banche se questi vivono all’estero. Per questo motivo, molte banche limitano fortemente i loro servizi in questo senso”.

L’organizzazione promette che tali processi di identificazione diventeranno più facili e meno costosi con l’e-ID. E spera “che le banche elvetiche tornino a concedere un accesso semplificato agli svizzeri e alle svizzere all’estero”. Per anni i cittadini e le cittadine all’estero hanno dovuto far fronte a commissioni molto elevate presso le banche svizzere o all’interruzione dei rapporti bancari da parte delle banche stesse. 

Acquisire rilevanza 

Il posizionamento a favore dell’e-ID è un fatto nuovo e riflette un nuovo sviluppo all’interno dell’OSE. Nel luglio 2020, Filippo Lombardi aveva dichiarato che l’e-ID aveva solo “un’importanza relativa per i cittadini e le cittadine all’estero” e non era “una priorità” dell’OSE. 

Di conseguenza, l’organizzazione ha dato un contributo limitato durante la campagna referendaria per la votazione sull’e-ID del 2021. Ora, però, sembra aver assunto una posizione chiara. 

Cosa succederà dopo? La consultazione è terminata. I commenti ricevuti saranno raccolti in una relazione e potranno essere incorporati nella proposta legislativa. Dopodiché, qualsiasi disegno di legge rivisto passerà al Parlamento. È prevedibile che alla fine sarà l’elettorato svizzero a decidere. 

Traduzione dal tedesco: Sara Ibrahim

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