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Un forum da 42 milioni di franchi

Un trasferimento definitivo del Forum avrebbe conseguenze gravi per l'economia di Davos swissinfo.ch

Secondo uno studio dell'università di San Gallo, il Forum economico mondiale (WEF) di Davos comporta più profitti che costi. Ma gli oppositori chiedono meno economia e più democrazia.

Lo studio è stato commissionato all’università di San Gallo dalla promozione turistica di Davos, con il sostegno del Cantone dei Grigioni e del Segretariato di Stato dell’economia (seco).

Gli esperti si sono concentrati sugli aspetti economici, ha detto mercoledì all’aeroporto di Kloten Thomas Bieger, professore e specialista di turismo all’ateneo sangallese. I costi della manifestazione, pari a 11 milioni di franchi, sono sostenuti principalmente dagli enti pubblici.

Maggiore beneficiaria la ristorazione

A carico di Davos vanno spese per 2-2,5 milioni di franchi, a fronte di un fatturato stimato a 22-23 milioni, di cui 16 milioni legati direttamente al Forum. I maggiori beneficiari sono gli alberghi, i ristoranti e il commercio. La maggior parte degli introiti riguarda 15-20 imprese.

Un trasferimento del Forum avrebbe conseguenze gravi su tali società e rappresenterebbe una minaccia per 400 posti di lavoro nella località turistica. Una parte del mancato guadagno dovuto allo spostamento a New York dell’edizione del 2001 ha potuto essere compensata, ha ammesso Berger, aggiungendo che ciò è avvenuto al prezzo di un grosso sforzo promozionale.

Secondo gli autori dello studio, grazie al Forum, Davos è regolarmente al centro dell’interesse mondiale. La località grigionese ha così potuto consolidare la sua posizione nel campo del turismo congressuale. Gli altri beneficiari sono l’intero cantone dei Grigioni (tra 1 e 2 milioni, a fronte però di costi di 3 milioni) nonché i cantoni di Ginevra, sede dell’organizzazione World Economic Forum, e di Zurigo, che approfitta delle sue strutture aeroportuali.

I costi di 11 milioni di franchi comprendono le spese per la sicurezza (8-10 milioni), i danni provocati dalle manifestazioni nel 2001 a Zurigo (700 000 franchi) nonché le minori entrate registrate da Davos e da altri comuni grigionesi a causa delle misure di sicurezza.

Per il seco, Eric Schidegger ha sottolineato che il WEF per rimanere credibile deve riuscire ad instaurare un dialogo con gli oppositori.

Critiche della Dichiarazione di Berna

La Dichiarazione di Berna ha subito criticato lo studio giudicandolo unilaterale perché prende in considerazione solo fattori economici. Una simile prospettiva è poco orientata verso il futuro, scrive in un comunicato l’organizzazione terzomondista.

Invece di tener d’occhio solo le ripercussioni economiche del WEF sull’immagine di Davos e della Svizzera in generale, i comuni interessati, i Grigioni e la Confederazione, dovrebbe accordare maggiore attenzione ai diritti democratici di tutte le parti.

In concomitanza con il Forum economico 2003, la Dichiarazione di Berna, Pro Natura e altre organizzazioni non governative preparano una manifestazione a Davos. Questa volta però non dovrà essere ostacolata come le precedenti organizzate dai movimenti anti-globatilizzazione, scrive l’organizzazione. Non si deve ripetere quando avvenuto nel 2001, quando a molti partecipanti al forum alternativo «The Public Eye on Davos» è stato impedito l’accesso alla stazione invernale.

Oppositori vogliono manifestare

Gli oppositori al Forum economico mondiale (WEF) di Davos esigono di poter manifestare nei pressi del palazzo dei congressi, dove si svolge il simposio, il prossimo 25 gennaio. Per i contestatori, riuniti nell’Alleanza di Olten (Oltner Bündnis), è esclusa una dimostrazione alla periferia della località grigionese, come proposto dalle autorità retiche.

In un comunicato diramato mercoledì, l’Alleanza di Olten informa di aver inviato una lettera alle autorità dei Grigioni in cui spiegano che la loro «protesta deve essere udita dalle orecchie dei potenti della Terra e non tenersi in un campo da gioco lontano dal luogo degli avvenimenti». Secondo l’organizzazione, il luogo di svolgimento della dimostrazione è una questione politica, non logistica.

L’Alleanza ritiene inoltre che si debba garantire il libero accesso a Davos durante tutta l’edizione 2003 del WEF. Diversi gruppi hanno programmato azioni in parallelo al Forum.

Il gruppo anti-global è determinato a proseguire i negoziati con le autorità cantonali e comunali per trovare una soluzione soddisfacente per tutte le parti.

swissinfo e agenzie

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