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Una tassa sul CO2 contro i danni dei cambiamenti climatici

25 ministri dell'ambiente di erano dati appuntamento a Rüschlikon Keystone

La lotta contro i danni provocati dai cambiamenti climatici è stata al centro, a Rüschlikon nel canton Zurigo, di una riunione preparatoria del vertice mondiale di Nairobi sul clima.

Durante l’incontro, al quale hanno preso parte i ministri dell’ambiente di 25 paesi, la delegazione svizzera ha proposto l’introduzione di una tassa globale sul CO2 per aiutare i paesi in via di sviluppo.

Tra giovedì e venerdì i delegati di 40 paesi, tra cui figuravano 25 ministri dell’ambiente, hanno cercato a Rüschlikon di avvicinare le loro posizioni in vista della Conferenza mondiale sui cambiamenti climatici, che si terrà in novembre a Nairobi (Kenya).

Nel corso della riunione, presieduta dal presidente della Confederazione Moritz Leuenberger e dal ministro dell’ambiente del Kenya Kivutha Kibwana, sono stati discussi in particolare le possibilità di rallentare il surriscaldamento del pianeta e di far fronte alle sue conseguenze.

Uno spazio particolare è stato inoltre accordato alla questione dei danni provocati dai cambiamenti climatici, che pesano in particolare sui paesi in via di sviluppo, a cominciare da quelli africani.

Aiuti non assicurati

In seguito ai mutamenti climatici, il Sudafrica potrebbe perdere ad esempio fino al 20% della sua produzione agricola, ha osservato Moritz Leuenberger. E le catastrofi ambientali possono provocare dei veri e propri flussi di “rifugiati dell’inquinamento atmosferico”.

I paesi africani, che già si vedono confrontati con importanti danni, non vedono di buon occhio che le nazioni industrializzate rivolgano unicamente la loro attenzione alla questione della riduzione delle emissioni nocive.

Il finanziamento delle misure per contrastare questi danni non è ancora stato regolato dalla comunità internazionale. Il Protocollo di Kyoto prevede la creazione di un “Fondo di adattamento” che dovrebbe diventare operativo in occasione della Conferenza di Nairobi (dal 7 al 17 novembre 2006).

Proposta elvetica

Tra le varie idee avanzate per lottare contro i danni causati dal surriscaldamento del pianeta, la delegazione svizzera ha proposto la creazione di una tassa globale sul CO2. I fondi raccolti tramite questo strumento finanziario mondiale dovrebbero servire in particolare ad ammortizzare le conseguenze negative dei mutamenti climatici per i paesi in via di sviluppo.

Il rappresentante della sezione elvetica del WW Patrick Hofstetter, che ha fatto parte della delegazione svizzera, ha sottolineato i “toni molto aperti” delle discussioni di Rüschlikon (ZH).

Il fatto stesso di riconoscere la necessità di misure di lotta contro i danni del clima rappresenta una svolta. “Fino a poco tempo fa le resistenze erano molto forti, perché i paesi industrializzati temevano di dovere mettere mano al portafoglio”, ha detto Hofstetter.

Anche il ministro dell’ambiente del Kenya Kivutha Kibwana ha definito le discussioni avute “molto aperte”. “Abbiamo raggiunto uno stadio in cui i partecipanti difendono posizioni molto specifiche, mentre soltanto qualche mese fa i punti di vista erano ancora piuttosto vaghi”.

Svizzera minacciata

“Senza la pressione di dover prendere decisioni, abbiamo potuto scambiare idee molto liberamente”, ha da parte sua dichiarato in una conferenza stampa il presidente della Confederazione Moritz Leuenberger.

Il presidente della Confederazione ha rilevato che la Svizzera, con il suo rilievo alpino, figura tra i paesi più minacciati dai cambiamenti climatici. Nel 2005, i danni provocati da alluvioni, valanghe e smottamenti sono costati circa 2 miliardi di franchi.

“La Svizzera è toccata dal riscaldamento del pianeta e non è in grado di risolvere da sola questo problema. Deve però ridurre a sua volta le emissioni di CO2, se vuole rimanere credibile di fronte alla comunità internazionale”.

Durante un incontro a Rüschlikon con il ministro italiano dell’ambiente Alfonso Pecoraro Scanio, Moritz Leuenberger ha inoltre assicurato il sostegno finanziario della Svizzera alla missione ambientale creata per ripulire le coste del Libano, dopo la marea nera causata dal bombardamento israeliano di una centrale termoelettrica.

swissinfo e agenzie

Fonti di emissioni di CO2 (nel 2000):
Produzione di energia: 24,5%
Disboscamento: 18,2%
Industrie: 13,8%
Trasporti: 13,5%
Agricultura: 13,5%
Rifiuti: 3,6%
Altro: 12,9%

Il Protocollo di Kyoto sul clima è stato approvato nel 1997 dalle delegazioni di numerosi paesi, ad eccezione tra l’altro degli Stati uniti e dell’Australia.

Entrato in vigore nel 2005, questo protocollo prevede, entro il 2012, una riduzione dei gas ad effetto serra del 5,2%, rispetto al 1990.

La Svizzera si è dotata nel 2000 di una legge sul CO2 che stabilisce una riduzione del CO2 del 10% entro il 2012.

Nell’ottobre 2005, il parlamento ha introdotto una tassa, chiamata “centesimo climatico”, sui carburanti. È ancora all’esame una tassa analoga sui combustibili.

Se queste misure non dovessero rivelarsi sufficienti per ridurre le emissioni inquinanti, potrebbe venir applicata una tassa sul CO2.

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