
E tre per Stéphane Chapuisat

Per Stéphane Chapuisat, l'Euro 2004 è il terzo grande appuntamento internazionale. L'attaccante vodese ha giocato già i Mondiali 1994 e gli Europei 1996.
Chapuisat potrà così gloriarsi di aver partecipato ad entrambi gli Europei di calcio disputati fin qui dalla nazionale elvetica.
Stéphane Chapuisat si prepara a vivere la sua terza fase finale di un grande appuntamento del calcio internazionale.
Era già la punta di diamante della squadra svizzera nel 1994, in occasione dei Mondiali negli USA, dove segnò la seconda rete nella vittoriosa partita della Svizzera contro la Romania (4-1). Lo si è potuto ammirare ancora due anni dopo, in occasione degli Europei del 1996, in Inghilterra.
Alla fine di un bellissima carriera, che lo ha visto gareggiare per otto stagioni in Germania (Borussia Dortmund), il vodese assapora ora nel suo giusto valore questa ulteriore opportunità di confronto con i migliori giocatori d’Europa.
Vera e propria «volpe dei campi», sempre ben posizionato, Stéphane Chapuisat saprà mettere la sua esperienza di cannoniere al servizio della nazionale svizzera.
swissinfo: Stéphane Chapuisat, con che spirito affronta questi Europei del Portogallo?
Stéphane Chapuisat: Non conosco un solo giocatore che non si rallegri di partecipare a un simile evento. Il fatto però di aver già vissuto le due precedenti epopee, quella del 1994 negli USA e del 1996 in Inghilterra, mi fa vivere tutto ciò con maggiore distacco.
Il desiderio, la passione, sono quelli di sempre. Semplicemente, mi sento più tranquillo, più posato, più capace di assaporare le cose di quando avevo venticinque anni. E’ veramente meraviglioso sentire tutto il paese dietro la squadra.
swissinfo: Che ricordo conserva dei primi due tornei?
S.C.: Ricordo molto bene l’atmosfera che si respirava all’inizio degli anni Novanta. La Svizzera aspettava ormai da quasi trent’anni una qualificazione per un grande evento. E sotto l’impulso dell’allenatore Roy Hodgson abbiamo realizzato qualcosa di davvero incredibile.
Prima di tutto siamo riusciti a qualificarci per i Mondiali in un gruppo difficile, confrontandoci con il Portogallo, l’Italia, la Scozia.
Arrivati negli USA, abbiamo poi giocato l’incontro d’apertura contro il paese organizzatore. E infine quella partita incredibile contro la Romania a Detroit che ci ha permesso di arrivare agli ottavi di finale.
In Inghilterra, due anni dopo, l’esperienza è stata più breve, ma abbiamo pur sempre avuto la soddisfazione di conquistare un pareggio nel match d’apertura contro l’Inghilterra a Wembley.
swissinfo: Anche se sono più giovani di lei e non erano negli USA nel 1994, diversi giocatori della squadra svizzera giocano all’estero e possono vantare una solida esperienza.
S.C.: Abbiamo un ottimo gruppo. Senza un buon gruppo d’altronde è impossibile qualificarsi per un simile evento. Ma è anche il risultato di un importante lavoro.
Certo, il fatto che numerosi giocatori svizzeri giochino nei campionati stranieri è indubbiamente un vantaggio per la selezione nazionale.
Significa che sono in grado di gestire la pressione che un simile appuntamento inevitabilmente comporta, e che sanno come comportarsi durante l’intera competizione per sfruttare al meglio le proprie risorse. Non si tratterà quindi di una situazione del tutto nuova per loro.
swissinfo: Una parola sull’allenatore della nazionale Köbi Kuhn?
S.C.: Il suo grande merito è quello di aver saputo ricostituire un gruppo omogeneo capace di realizzare grandi prestazioni. Abbiamo la fortuna di avere un allenatore che è stato anche un grande giocatore.
Ha inoltre già vissuto un avvenimento di questa portata con la Coppa del mondo del 1966, e sa di che cosa hanno bisogno i giocatori per poter dare il loro meglio.
swissinfo: Secondo lei, quali sono le chances della Svizzera in Portogallo?
S.C.: E’ sempre difficile fare un pronostico. Una cosa però è certa : la prima partita contro la Croazia sarà decisiva. Se riusciremo a imporci, tutto sarà possibile.
L’Inghilterra in fondo ha un gioco con il quale possiamo misurarci abbastanza bene. Certo la Francia parte favorita in questi Europei, ma non è mai detta l’ultima parola…
swissinfo: Pensa che questo Europeo sarà in qualche modo l’ultimo grande evento della sua carriera, o conta invece di poter disputare ancora una volta la Champions League con lo Young Boys?
S.C.: Dopo le mie otto stagioni nel Dortmund (con cui ho ottenuto due titoli nazionali e una vittoria in Champions League), il Mondiale 1994 e l’Euro 1996 non pensavo davvero di rivivere simili emozioni.
Quello che mi sta succedendo con la nazionale e lo Young Boys, è un più del tutto inatteso. Per quanto riguarda l’eventualità di una partecipazione alla Champions League con il club bernese, penso che bisognerà innnanzitutto vincere il primo incontro di qualificazione, per essere sicuri di entrare almeno in Coppa UEFA.
Un’ultima esperienza europea di questo tipo sarebbe già più che soddisfacente per me.
swissinfo, Mathias Froidevaux
Traduzione dal francese: Luisa Orelli
Stéphane Chapuisat ha conquistato due titoli di campione di Germania (1995 e 1996), la Champions League (1997) e la Coppa intercontinentale (1997) con il Borussia Dortmund
Di ritorno in Svizzera, è stato campione con il Grasshopper (2001)
Dal 2002, gioca con i bernesi dello Young Boys
Stéphane Chapuisat è il solo giocatore della squadra svizzera che si recherà in Portogallo ad aver preso parte sia ai Mondiali del 1994 negli USA, sia agli Europei del 1996 in Inghilterra.
E’ anche il solo giocatore dell’équipe di Köbi Kuhn ad aver giocato più di 100 partite con la maglia rossocrociata.
Presto trentacinquenne (compirà gli anni il prossimo 28 giugno), disputa così la sua ultima grande competizione e metterà definitivamente fine alla sua carriera al termine della prossima stagione (fine 2005).

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