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Vacanze ai tropici: spiagge, sole e virus

Vacanze ai tropici, meglio premunirsi non solo per i colpi di sole Keystone

Gli svizzeri sono un popolo di viaggiatori: ogni anno si calcola che almeno un milione di loro parta verso paesi tropicali e subtropicali. Troppo spesso però i turisti, specialmente quelli a caccia dei viaggi last-minute, sono male informati sulle malattie cui si espongono andando ai tropici. Informazioni dettagliate si possono ottenere presso l'istituto per le malattie tropicali di Basilea e in molti ambulatori specializzati in tutta la Svizzera

Anche se quest’inizio d’estate è all’insegna del sole in Svizzera, sono comunque in molti a preferire i viaggi verso destinazioni lontane, grazie anche alle offerte sempre più vantaggiose. La voglia di sole e di paesaggi esotici è un catalizzatore fortissimo, tanto da far dimenticare agli svizzeri, a casa propria attentissimi a norme igieniche e assicurazioni contro i rischi di ogni tipo alcune precauzioni di base.

Una volta si passavano mesi a preparare un viaggio verso una destinazione lontana. Ora nell’era del turismo di massa, non solo il pianeta è diventato più piccolo (per chi può permetterselo) ma i viaggiatori sono diventati anche più negligenti. Nella fretta di arraffare l’offerta più a buon mercato, dimenticano, o ignorano che ai tropici si possono contrarre malattie anche gravi, come la febbre gialla o la malaria.

Proprio la malaria è la malattia di cui si registrano più casi: una media di circa 300 all’anno, di cui uno o due mortali. Le precauzioni variano secondo la destinazione prescelta: chi va in Perù corre rischi diversi da chi viaggia in Kenia: la durata e le condizioni di viaggio sono altri fattori che vanno tenuti in considerazione, come specifica il Dott. Furrer, responsabile dell’ambulatorio per le malattie infettive e per la medicina del viaggio all’Inselspital di Berna.

La profilassi antimalaria viene spesso trascurata perché si temono gli effetti collaterali. Ma né una mappa dei luoghi più infestati, né le zanzariere o gli spray sono una protezione sufficiente.

Non per tutti i paesi tropicali e subtropicali il rischio di malaria è lo stesso, e non esiste nemmeno una profilassi unica. I farmaci che verranno consigliati per la regione del Ciapas in Messico, saranno perciò diversi da quelli che vanno bene in Africa o in Tailandia. E dipenderanno anche dallo stato di salute del paziente, da eventuali altre malattie: in caso di depressione e di epilessia vi sono alcuni gravi rischi nella profilassi antimalaria.

Ecco perché prima di partire è indispensabile un colloquio con uno specialista, specialmente se si tratta del primo viaggio in un paese tropicale: gli ambulatori danno informazioni generali per telefono, ma ogni viaggio dovrebbe essere poi discusso in una seduta con uno specialista. Anche le medicine da mettere in valigia in caso di emergenza, vanno scelte in accordo con il medico.

I sintomi della malaria (quello più classico febbre alta ricorrente) si manifestano sovente dopo mesi dal ritorno dalle vacanze, e a volte vengono scambiati per un’influenza. Gli esperti temono addirittura che in futuro vi sarà un aumento dei casi. Agenzie di viaggio e tour operators non cercano certo di scoraggiare o spaventare i propri clienti specificando in dettaglio tutti i rischi che si corrono viaggiando ai tropici. A volte informano delle necessarie precauzioni solo su richiesta.

Persino vaccinazioni contro malattie potenzialmente mortali, come la febbre gialla, non vengono menzionate in certi prospetti. Perché il nostro sistema immunitario abbia il tempo di reagire formando anticorpi bisogna che il vaccino contro questa grave malattia sia iniettato sei settimane prima della partenza.

Ma esistono vaccini per altre malattie che agiscono più rapidamente, buoni perciò anche per chi viaggia di fretta. L’epatite A per esempio, che può essere contratta attraverso l’acqua o i cibi, e a volte anche in un hotel a 5 stelle. Anche chi viaggia in Turchia o in Nord Africa si espone potenzialmente al rischio di epatite.

Turisti sprovveduti si portano a casa altri temibili souvenir: l’aids, e altre malattie veneree in primo luogo. Vacanza significa per molti sesso, e purtroppo spesso non protetto. Molto pochi invece negli ultimi anni (da alcune decine a qualche caso singolo) i casi di tifo, di colera o di ebola, che non sono malattie che si trovano normalmente sui percorsi turistici.

A parte le malattie più gravi, per i nostri delicati stomaci occidentali, i problemi più ricorrenti nei paesi caldi sono legati al sistema digestivo: la regola fondamentale resta non consumare cibi crudi e non bere l’acqua del rubinetto, mangiare solo frutti che si possono sbucciare. Nella farmacia da viaggio, non dovrebbe mancare comunque un prodotto contro la diarrea, come pure un prodotto per le infezioni delle vie respiratorie.

A seconda del tipo di viaggio, se si tratta cioè di una destinazione unica o al contrario di un viaggio più complesso con più destinazioni e diversi paesi, la consultazione in un ambulatorio specializzato in malattie “da viaggio” può durare da un quarto d’ora ad una mezzora, come specifica il portavoce dell’Istituto per le malattie tropicali di Basilea.

Infine è bene ricordare che anche prendendo tutte le precauzioni possibili, il rischio zero non esiste: il parassita della malaria che si intrufola clandestinamente su di un volo proveniente dai tropici è in grado di infettare anche il malcapitato residente della zona intorno all’aeroporto di Zurigo o Ginevra.

Raffaella Rossello

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