Mutilazioni genitali: due condanne
Due anni di prigione con la condizionale per istigazione a lesioni gravi: questa la condanna inflitta giovedì dal Tribunale cantonale di Zurigo a una coppia di somali che dodici anni fa sottoposero una figlia, oggi quattordicenne, all'escissione del clitoride.
Come attenuante la corte ha riconosciuto che, all’epoca dei fatti, i coniugi – entrambi 45enni – non erano consapevoli che una tale pratica fosse punibile in Svizzera. Il tribunale ha pertanto seguito la richiesta di pena del procuratore, il quale ha sottolineato che oggi la famiglia è integrata molto meglio.
A suo parere, una pena detentiva ai genitori avrebbe finito per punire anche la vittima che vive con loro.
Giunti dalla Somalia negli anni Novanta, i genitori hanno riconosciuto di aver fatto praticare l’escissione sulla figlia nel 1996 al loro domicilio nell’Oberland zurighese.
I coniugi hanno assicurato in aula di aver imparato molto e di essere ora consapevoli che le mutilazioni genitali femminili non sono imposte dall’islam, la loro religione. La coppia ha avuto in questi anni altre due figlie, che non hanno subito mutilazioni sessuali.
Secondo l’organizzazione delle Nazioni Unite per l’infanzia (Unicef), si è trattato del primo procedimento penale per una mutilazione genitale avvenuta in Svizzera.

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