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Micheline Calmy-Rey in Medio Oriente

Prima di raggiungere Ramallah, Micheline Calmy-Rey si è recata sulla Spianata delle moschee a Gerusalemme Keystone

Nel primo giorno della sua visita in Medio Oriente, la ministra degli esteri elvetica ha incontrato il presidente palestinese Mahmud Abbas.

Intanto Israele, con un gesto di distensione, ha approvato un piano di ritiro delle forze israeliane da cinque città della Cisgiordania e il rilascio di alcune centinaia di prigionieri palestinesi.

L’incontro tra Micheline Calmy-Rey e Mahmud Abbas, che è durato una quarantina di minuti, ha avuto luogo giovedi sera a Ramallah, in Cisgiordania.

In questa occasione, il presidente palestinese ha ringraziato la Svizzera per il «sostegno ripetuto» ai palestinesi.

Davanti ai giornalisti, il successore di Yasser Arafat ha che aveva parlato della pratica della democrazia e ha «ringraziato personalmente» Micheline Calmy-Rey per l’appoggio della Svizzera in questo ambito.

La Svizzera aveva inviato una decina di esperti in occasione delle elezioni presidenziali palestinesi in gennaio.

Mahmud Abbas ha anche dichiarato di aver evocato il processo in corso tra israeliani e palestinesi nel corso della discussione con la capa della diplomazia elvetica.

Colloquio con Qrei

Micheline Calmy-Rey è giunta mercoledì sera a Gerusalemme. Giovedì mattina, prima di andare in Cisgiordania, si è recata, da sola, sulla spianata delle moschee, terzo luogo sacro dell’Islam.

Giunta a Ramallah, la ministra degli esteri elvetica ha reso dapprima omaggio alla tomba dell’ex presidente palestinese Yasser Arafat, morto l’11 novembre scorso. In seguito si è intrattenuta con il primo ministro palestinese Ahmed Qrei, con il quale ha discusso il piano di ritiro israeliano da Gaza.

Il colloquio con il premier palestinese si è tenuto nell’ufficio di quest’ultimo, in un edificio vicino alla Muqata, il quartier generale dell’autorità palestinese. Nel corso di un incontro con la stampa, la ministra degli esteri elvetica ha precisato che a proposito del ritiro israeliano dalla striscia di Gaza, «la Svizzera ha sottolineato la necessità di non dimenticare gli aspetti umanitari».

Barriera di sicurezza

«Qrei – ha aggiunto Calmy-Rey – mi ha ampiamente descritto la situazione e ha chiesto che si sospendano i lavori alla barriera di sicurezza e che si interrompa la costruzione di nuovi edifici nelle colonie ebraiche».

La consigliera federale ha precisato di aver avuto l’occasione – percorrendo il tragitto tra Gerusalemme e Ramallah – di vedere la barriera di sicurezza e di essersi resa conto «delle implicazioni che il muro ha sulla vita quotidiana della popolazione palestinese».

Micheline Calmy-Rey ha ricordato che «la preoccupazione della Svizzera va soprattutto al diritto delle popolazioni civili e all’applicazione del diritto umanitario» ed ha sottolineato che la Confederazione sostiene logisticamente e finanziariamente l’iniziativa di Ginevra.

La responsabile del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) ha poi incontrato il ministro palestinese del lavoro Ghassan Khatib, con il quale ha esaminato i piani di cooperazione tra Svizzera e Palestina.

«I palestinesi sono riconoscenti alla Confederazione per il suo sostegno e per la cooperazione», ha dichiarato alla stampa Khatib. Nel pomeriggio la consigliera federale ha visitato un centro di formazione per ex prigionieri palestinesi, al cui finanziamento Berna ha contribuito con due milioni di franchi. L’istituto è specializzato in meccanica e programmazione informatica.

Gesto di distensione israeliano

La visita di Micheline Calmy-Rey, che durerà sei giorni, avviene mentre Israele vara misure distensive verso la nuova dirigenza dell’Autorità nazionale palestinese in vista del primo vertice in programma martedi prossimo a Sharm el Sheikh fra il premier Ariel Sharon e il presidente palestinese Mahmud Abbas.

Un consiglio di governo ristretto presieduto da Sharon, con la partecipazione di sei ministri, ha approvato un piano di ritiro delle forze israeliane da cinque città della Cisgiordania e il rilascio di alcune centinaia di prigionieri palestinesi: lo ha indicato il sito internet del quotidiano Haaretz.

swissinfo e agenzie

1988: il consiglio nazionale palestinese proclama lo stato palestinese.
1993: Yasser Arafat e Yitzhak Rabin firmano l’accordo di pace di Oslo.
2000: Le trattative tra Yasser Arafat e Ehud Barak a Camp David falliscono. Scoppia la seconda Intifada.
2003: Firma dell’iniziativa di Ginevra, un documento su base privata che propone alcune soluzioni al conflitto mediorientale.

L’iniziativa di Ginevra è nata su impulso di Jossi Beilin, ex-ministro della giustizia israeliano, e Jasser Abed-Rabbo, ex-ministro dell’informazione dell’Autorità palestinese, con il sostegno di politici e accademici svizzeri.

Per promuovere l’iniziativa, la Svizzera ha creato una rete di sostegno che comprende già 27 paesi, tra cui la Germania, la Francia, la Gran Bretagna, il Canada, il Giappone, tutti gli stati scandinavi e otto nazioni arabe.

Il budget dell’iniziativa di Ginevra ammonta a 9,1 milioni di franchi. Finora la Svizzera ha già stanziato 3,5 milioni di franchi. Nel 2005 aggiungerà altri 2 milioni.

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