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Tariq Ramadan, persona non grata negli USA

L'intellettuale islamico con il passaporto elvetico si dice sconvolto dalla decisione americana Keystone

L’intellettuale musulmano Tariq Ramadan è sconvolto dagli Stati Uniti che, senza motivazione, gli hanno ritirato il visto d’entrata. A maggio aveva ottenuto la «green card» dopo due mesi di indagini.

Non potrà iniziare la sua attività all’Università cattolica Notre Dame nell’Indiana. L’ateneo condanna la decisione contro il cittadino elvetico.

L’intellettuale islamico Tariq Ramadan torna nella cronaca. Il docente universitario ha in tasca un contratto con una rinomata università statunitense, la cattolica «Notre Dame» a South Bend nello Stato dell’Indiana.

Ramadan, cittadino svizzero, ha regolarmente ottenuto un permesso di soggiorno, la cosiddetta «green card», dopo aver stipulato un contratto con l’università. La chiamata del noto islamista all’«Istituto internazionale per la pace» dell’ateneo era avvenuta nel 2003. Il permesso, concesso a maggio, contemplava già le severe regole previste dal «Patriot Act», un documento emanato dopo gli attacchi dell’11 settembre del 2001.

Ma improvvisamente l’Homeland Security Department, la sezione sicurezza interna del Ministero di giustizia di Washington, ha ritirato il visto d’entrata. Senza giustificazione. La comunicazione è avvenuta telefonicamente il 2 agosto da parte dell’ambasciata americana a Berna.

«Sono sconcertato – afferma Ramadan a swissinfo – non si può ritirare un permesso senza spiegazioni nove giorni prima del viaggio». Gli accertamenti erano durati ben due mesi. Dopo la luce verde, la famiglia Ramadan ha già provveduto al trasloco, la notizia è dunque un fulmine a ciel sereno.

Ramadan stesso spiega: «Tenendo conto delle polemiche che ho subito pubblicamente in Francia, in cui sono stato falsamente definito come musulmano cripto-estremista, dunque come mascherato agente di Al-Qaida, potete ben capire che sono stato l’oggetto di un esame particolare da parte delle autorità americane». La svolta repentina risulta dunque particolarmente difficile da capire.

Un intellettuale «scomodo»

Tariq Ramadan è da anni un personaggio noto ben oltre i confini svizzeri. In primo luogo si è distinto con una serie di pubblicazioni in cui dimostra la sua profonda conoscenza del mondo islamico. Negli ultimi anni è stato inoltre docente all’Università di Friburgo.

D’altro canto, la sua vicinanza con i «Fratelli islamici» (è nipote del fondatore Hassan al Banna) lo pone automaticamente sotto osservazione di un mondo occidentale particolarmente sensibile a questi temi. Ramadan è promotore di un discorso di rivalsa sociale della società musulmana, ma non assume i toni fondamentalisti che sono costati al fratello Hani Saed il posto di insegnate liceale a Ginevra.

Già nel 1995, il ministro degli interni francese gli vietò l’entrata in Francia, divieto poi ritirato. E ancora nell’autunno scorso, Ramadan aveva acceso gli animi con un commento sulla stampa in cui accusava gli intellettuali francesi «preferiti dalla stampa» di difendere Israele «per riflesso comunitario», eludendo la necessaria analisi della politica seguita dal governo attuale.

Eppure la sua autorità nel tema è riconosciuta e lui stesso descrive con toni caldi l’accoglienza riservatagli negli Stati Uniti: «Sono già stato sollecitato da un buon numero di istituzioni americane per tenere conferenze e partecipare a gruppi di riflessione. Anche Bill Clinton mi ha invitato ad una conferenza, come l’ex-segretario di stato William Cohen».

Le reazioni alla decisione americana

L’università statunitense non intende comunque revocare il mandato. Un portavoce ha dichiarato alle agenzie stampa che l’ateneo «non vede una ragione pertinente per impedirne l’entrata». A South Bend ci si dice inoltre inquietati per le conseguenze per «la libertà e l’indipendenza universitarie».

Ramadan conferma il sostegno del nuovo datore di lavoro: «L’università contesta un vizio di forma. I responsabili non sono stati infatti informati ufficialmente del cambiamento. Adesso aspetta dei chiarimenti e chiede una revisione della decisione».

Anche il Consiglio per le relazioni Americano-islamiche (CAIR), un’importante organizzazione islamica statunitense, ha condannato l’accaduto. In un comunicato si afferma che la decisione «invia un segnale negativo al mondo islamico sulla volontà dell’America di ascoltare ciò che i musulmani hanno da dire».

Il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) segue il caso. Ramadan stesso afferma che la ministra degli esteri Micheline Calmy-Rey si è interessata personalmente della sua situazione. Per il momento ufficialmente non ci si sbilancia, ma «ci si impegna come per ogni altro cittadino elvetico», ha dichiarato a swissinfo il portavoce del DFAE Christian Meuwly.

Ramadan afferma laconicamente che la politica interna agli Stati Uniti potrebbe essere stata determinante per la decisione: «Se il mio caso è legato alle elezioni presidenziali, rischia di durare a lungo».

swissinfo

Tariq Ramadan, è nato a Ginevra nel 1962, dove la famiglia si è rifugiata dopo la fuga dall’Egitto laico e nazionalista di Nasser. Suo nonno è Hassan al Banna che nel 1928 ha fondato il movimento dei Fratelli musulmani.

Ramadan è sposato e padre di quattro bambini; ha insegnato filosofia in un liceo ginevrino, oltre che islamologia all’Univeristà di Friburgo. Insieme al fratello Hani Saed Ramadan, dirige il «Centro culturale islamico acque vive».

Siede nella commissione europea dei «Saggi per il dialogo tra i popoli e le culture».

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