Terreni edificabili, prevista tassa compensatoria
(Keystone-ATS) I proprietari fondiari dovrebbero pagare una tassa sugli utili ricavati dal cambiamento di classificazione dei rispettivi terreni. Nonostante il no del Nazionale, gli Stati – seguendo la raccomandazione della propria commissione – hanno ribadito la loro posizione di principio, mitigando tuttavia una prima proposta: invece del 25%, si è optato per un balzello del 20% sul plusvalore.
Simile soluzione rientra nel controprogetto indiretto all’iniziativa popolare “spazio per l’uomo e la natura” (iniziativa per il paesaggio), mediante la quale introdurre una moratoria di 20 anni sull’istituzione di nuove zone edificabili.
“La forma da dare a questa compensazione è lasciata ai cantoni che potranno scegliere tra una tassa sugli utili immobiliari, una tassa sul plus-valore o altri impegni del proprietario del fondo nei confronti della collettività”, ha detto a nome della commissione Verena Diener (Verdi Liberali/ZH).
Il denaro raccolto andrebbe utilizzato per finanziare provvedimenti di riqualifica del territorio. I cantoni disporrebbero di cinque anni per adattare le rispettive legislazioni alla revisione della legge sulla pianificazione del territorio.
Come il Nazionale, gli Stati hanno rinunciato a obbligare i cantoni a suddividere giudiziosamente i luoghi abitati da quelli di lavoro e di dotarli di una rete efficiente di trasporti pubblici. Dall’obbligo si è passati a una semplice raccomandazione.
Per scrupolo d’equità tra i cantoni, è stata vietata la possibilità di un sovradimensionamento delle zone edificabili, fenomeno che tocca alcuni cantoni. Altra divergenza col Nazionale: gli Stati non vogliono vietare esplicitamente la parcellizzazione delle terre coltivabili, né incoraggiare il maggese.
Nuovi terreni potranno diventare edificabili solo a condizione che soddisfino le esigenze prevedibili per i prossimi 15 anni. Contrariamente al Nazionale, la Camera dei cantoni intende vietare qualsiasi incremento della superficie totale edificabile legalizzata nei cantoni, finché gli adattamenti del piano direttore cantonale non saranno stati approvati dal Consiglio federale.
Al pari del Nazionale, anche per i “senatori” gli impianti solari, accuratamente integrati nei tetti nelle zone edificabili e agricole potranno essere installati senza autorizzazione di costruzione. Gli impianti solari ubicati su beni culturali o in siti naturali d’importanza cantonale o nazionale resteranno sottoposti ad autorizzazione.
Per permettere l’esame delle divergenze, il Consiglio degli Stati ha prolungato di un anno la validità dell’iniziativa. Il dossier torna al Nazionale.