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Wikileaks: saranno diffuse 2,7 milioni di mail

(Keystone-ATS) LONDRA – Wikileaks, il sito specializzato nella diffusione di documenti ufficiali riservati, si appresta a mettere in rete 2,7 milioni di e-mail che il Dipartimento di Stato americano ha scambiato con varie rappresentanze diplomatiche nel mondo. I nuovi documenti includono rapporti con accuse di corruzione nei confronti di politici e governanti in Russia, Afghanistan e altre repubbliche dell’Asia centrale.
Secondo vari media, le mail conterrebbero tra l’altro imbarazzanti commenti su diplomatici e leader mondiali tra cui figurerebbero, tra gli altri, il presidente afghano Hamid Karzai, il premier russo Vladimir Putin e il presidente del Pakistan Asif Ali Zardari.
Lo stesso Wikileaks ha riferito via twitter, citando fonti di stampa dei vari Paesi, che gli Stati Uniti hanno già contattato alcuni dei loro alleati – Gran Bretagna, Australia, Canada, Danimarca e Norvegia – per fornire loro informazioni in vista dell’imminente pubblicazione da parte del sito Wikileaks di documenti riservati del Dipartimento di Stato.
Secondo il Washington Post, il Jerusalem Post e altri media on line, che citano il quotidiano arabo Al Hayyat pubblicato a Londra, dai documenti confidenziali che il sito Wikileaks si appresta a rendere pubblici emerge fra l’altro che la Turchia ha aiutato Al Qaida in Iraq, mentre gli Stati Uniti aiutarono i ribelli turchi del PKK (Partito dei Lavoratori del Kurdistan), che è sulla lista americana delle organizzazioni terroristiche.
Un rapporto militare statunitense accusa la Turchia, secondo Al Hayyat che afferma di esserne stato informato da Wikileaks, di non aver tenuto sotto controllo i propri confini, perché cittadini iracheni residenti in territorio turco hanno fatto arrivare ai terroristi della rete di Osama bin Laden armi da fuoco, munizioni e materiali per fabbricare bombe. Altri documenti mostrano il sostegno fornito da Washington ai separatisti curdi del PKK, inserito dal 1979 nella lista americana delle organizzazioni terroristiche. Nei documenti militari americani i militanti del PKK sono chiamati “guerrieri per la libertà e cittadini turchi” e i file mostrano che le forze statunitensi in Iraq hanno dato armi al PKK e ignorato le operazioni del gruppo all’interno della Turchia.

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