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Un marchio di qualità della Svizzera nel mondo

Deutschsprachige Schule Bankok

Con un insegnamento di qualità, le scuole svizzere all'estero contribuiscono a promuovere l'immagine della Svizzera nel mondo. Un fatto riconosciuto anche dal parlamento, che l'anno scorso ha deciso di aumentare i contributi finanziari destinati ai 17 istituti scolastici.

Alla fine del 2007 le Camere federali hanno approvato la proposta di aumentare da 16 a 20 milioni il finanziamento delle scuole svizzere all’estero. Questa decisione non va intesa come un regalo, ma come un chiaro segnale in favore di un rafforzamento dei 17 istituti scolastici elvetici che operano al di fuori dei confini nazionali.

Negli ultimi anni, le loro attività sembravano quasi minacciate: tra il 2004 e il 2007, le scuole svizzere all’estero avevano subito gli effetti delle misure di risparmio adottate dalla Confederazione. Ora, da parte dei parlamentari si denota invece una maggiore consapevolezza del fatto che questi istituti contribuiscono in modo importante a promuovere la presenza della Svizzera nel mondo.

Tra coloro che si sono impegnati particolarmente per sensibilizzare il parlamento vi è il consigliere nazionale Pius Segmüller. Secondo l’ex comandante delle Guardie svizzere al Vaticano, che ha già fatto parte anche della direzione della scuola svizzera di Roma, le prestazioni e la qualità dei 17 istituti scolastici meritano di esser messe maggiormente in evidenza in Svizzera.

Marchio di qualità

“Le scuole svizzere offrono un prodotto di formazione di ottimo livello, che costituisce un po’ un marchio di qualità della Svizzera all’estero. Questa offerta dovrebbe quindi essere pubblicizzata ancora meglio”, ha dichiarato Pius Segmüller nel corso della conferenza annuale dell’Ufficio di coordinamento delle suole svizzere all’estero (CSSE), tenuta questa settimana a Berna.

Un’opinione condivisa anche da Toni Wunderlin, direttore della scuola svizzera di Barcellona: “Occorre riflettere in modo approfondito sulle possibilità di far conoscere meglio questo prodotto svizzero di formazione nello spazio europeo”.

Wunderlin si dichiara tuttavia ottimista: il CSSE ha dimostrato di essere molto attivo negli ultimi anni. Grazie al suo lavoro di lobbying, le scuole svizzere all’estero hanno attirato l’attenzione e l’interesse dei politici.

“Questo lavoro di sensibilizzazione deve proseguire. Il CSSE deve essere dotato di basi più professionali e disporre di maggiori mezzi per potenziare la presenza delle scuole svizzere all’estero”, aggiunge il direttore dell’istituto scolastico elvetico di Barcellona.

Modello tedesco

In questo campo, la Svizzera potrebbe seguire l’esempio della Germania, che negli ultimi anni ha potenziato le attività di coordinamento delle proprie scuole all’estero. Le autorità tedesche intendono sostenere attivamente la formazione scolastica in lingua tedesca in un mercato mondiale molto concorrenziale.

“È nostro compito rafforzare la presenza della lingua e della cultura tedesca in tutto il mondo”, spiega Reinhard Löchelt dell’Ufficio di coordinamento delle scuole tedesche all’estero. Questo servizio si occupa in particolare della “corporate identity” degli istituti scolastici tedeschi, che dispongono tra l’altro di una propria piattaforma d’informazione su internet.

L’introduzione del diploma internazionale di maturità della Germania ha permesso di unificare i numerosi certificati di studio che esistevano in precedenza. Ispezioni regolari permettono inoltre di assicurare la qualità dei corsi e l’equipaggiamento delle scuole.

Concorrenza e cooperazione

Più che una situazione di concorrenza, tra le scuole svizzere e quelle tedesche si è sviluppata da diversi anni una vera e propria cooperazione. È il caso, ad esempio, a Barcellona, dove Toni Wunderlin collabora da anni con i colleghi della scuola tedesca, oltre che con l’istituto scolastico catalano di lingua tedesca.

“Offriamo tutti un prodotto di nicchia e quindi possiamo convivere senza problemi”, osserva il direttore della scuola svizzera della metropoli catalana. Così, diversi insegnanti e ispettori lavorano nelle tre scuole di lingua tedesca. A detta di Wunderlin, questa cooperazione potrebbe essere estesa anche nell’ambito della formazione degli insegnanti.

Gli sforzi per migliore la collaborazione tra le scuole svizzere e quelle tedesche sono considerati positivamente anche da Reinhard Löchelt. “Abbiamo compiuto un primo passo. Ed ora cercheremo, assieme, di raccogliere anche il sostegno dei genitori degli allievi in favore di questa cooperazione scolastica”.

swissinfo, Renat Künzi
(traduzione e adattamento Armando Mombelli)

Attualmente all’estero ci sono 17 scuole svizzere riconosciute. Sono frequentate da 6’700 allievi circa.

Per il 2008, nonostante il parere contrario del governo, il parlamento ha approvato un credito di 20 milioni di franchi destinato alle scuole svizzere all’estero (2007: 16,7 milioni).

Negli anni passati le scuole sono state colpite da misure di risparmio (-12% tra il 2004 e il 2007) che hanno portato a ridurre gli stipendi degli insegnanti, aumentare le tasse scolastiche e rinunciare agli investimenti nelle infrastrutture.

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