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Un oggetto di culto conteso

Nel 2008 il vecchio coltellino militare del 1961 sarà sostituito. Keystone

Nella sala dei Cavalieri del castello di Thun è in corso una piccola, ma curiosa esposizione dedicata a uno dei simboli svizzeri più noti al mondo: il coltellino militare.

Allestita per sciogliere le attuali polemiche intorno alla produzione di un nuovo modello, la mostra racconta la storia del vecchio coltello e illustra i progetti per quello futuro.

Dopo che nel luglio scorso l’annuncio della prossima sostituzione del buon vecchio coltellino militare è diventata di dominio pubblico, sono sorte tra i cittadini svizzeri numerose polemiche.

Non si tratta solo di voci nostalgiche che rimpiangono il pensionamento di un oggetto consegnato da 46 anni a tutti i soldati svizzeri. E nemmeno di quelle di coloro che, confondendolo con un modello più accessoriato, pensano che un nuovo modello non sia necessario.

La maggior parte delle polemiche sono nate perché la produzione del nuovo coltello del soldato -questo il suo nome ufficiale- in base alle regole dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC) potrebbe anche venir affidata ad una ditta estera.

Orgoglio nazionale ferito

Una possibilità questa che ha colpito l’orgoglio nazionale e che a detta di alcuni scalfisce l’immagine della Svizzera nel mondo. Questo è almeno quanto pensa Alois Kessler – esponente del Partito popolare democratico (PPD, centro) – che ha subito lanciato una petizione perché il coltello militare continui ad essere un prodotto «Swiss made».

Anche se la spesa per la produzione dei 65.000 pezzi richiesti dall’esercito (stimata 1,17 milioni di franchi svizzeri) supera abbondantemente i 250.000 franchi -cifra oltre la quale l’acquisto di prestazioni e di beni devono essere messi a concorso pubblicamente-, il politico svittese è convinto che le caratteristiche del nuovo modello, provvisto di una sicura per bloccare la lama, permettano di annoverarlo tra le “armi bianche” non soggette alle imposizioni dell’OMC.

Una mostra per chiarire

Se la Victorinox, dal 1892 produttrice del coltello del soldato, è comunque fiduciosa di poter vincere il nuovo appalto anche senza l’aiuto di una petizione, l’esercito dal canto suo cerca di tenersi fuori dalle polemiche e si presta più volentieri a far chiarezza.

“Vista l’attualità del tema – spiega Henri Habegger vicedirettore del museo svizzero dell’esercito e curatore della mostra – ci è stato chiesto se potevamo occuparci del coltello del soldato. Così abbiamo deciso di illustrarne la storia fino al progetto di un nuovo modello.”

Dagli antenati al possibile successore

La storia viene fatta partire nel 17esimo secolo con la presentazione di una baionetta e degli strumenti che l’accompagnavano: un cacciavite e un martelletto. Vengono poi mostrati i primi coltelli multiuso realizzati nel 1890 -sia quelli di produzione svizzera che tedesca-, sia i diversi modelli prodotti per l’esercito dalla ditta Karl Elsener di Ibach -divenuta Victorinox nel 1909- e dalla ditta Wenger di Delémont.

Con uno sguardo al futuro, in una vetrina vengono presentate anche alcune possibili varianti del nuovo coltello del soldato. Esse ricordano i modelli già in adozione presso l’esercito tedesco e olandese, dotati di un coltello prodotto in Svizzera proprio dalla Victorinox.

“Si è discusso a lungo sulle caratteristiche del nuovo coltello del soldato -spiega Henri Habegger. Un punto importante è che si possa aprirlo con una mano sola e che la lama del coltello possa essere bloccata in modo che non si chiuda involontariamente mentre lo si sta usando. Inoltre che sia fornito di un cacciavite a croce e di una sega utile per tagliare sia il legno che la plastica. Poiché il coltello avrà dimensioni più grandi si è deciso di fornire anche un astuccio per portarlo attaccato alla cintura. Sono queste le novità principali.”

Luce sugli equivoci

La mostra inoltre permette di far luce su un equivoco molto frequente che porta a confondere il “coltello del soldato” con un altro modello più accessoriato noto in tutto il mondo come il ‘coltello svizzero degli ufficiali’.

“È una storia che viene raccontata spesso -precisa Habegger-, nata in seguito al fatto che Karl Elsener, nel 1897 propose un modello sportivo e per gli ufficiali, e lo fece pure brevettare. Ma l’esercito svizzero non adottò mai un coltellino per gli ufficiali: c’è solo il coltello del soldato. Esiste dunque un modello complesso per il mercato e uno più sobrio e robusto per i soldati.”

Ed è proprio per sostituire il modello con l’impugnatura in alluminio argentato e lo stemma svizzero, distribuito a tutti i membri dell’esercito dal 1961, che si è aperta la discussione: sostituirlo, perché e in che modo.

Un prodotto di qualità

Comunque il rischio che il nuovo coltello venga prodotto all’estero è secondo Habegger limitato perché l’industria svizzera vanta un prodotto di qualità già adottato da altri eserciti. “Sarebbe sorprendente se il modello svizzero non riuscisse a convincere le autorità competenti.”

“Ma esistono delle regole dell’Organizzazione Mondiale del Commercio e le decisioni devono essere prese sulla base di criteri commerciali. Credo però che nessun’altra industria al mondo sia così efficiente in questo settore come quella svizzera e sicuramente potrà ottenere l’incarico.”


swissinfo, Paola Beltrame, Thun

1890 il consiglio federale decide di dotare l’esercito di un coltello multiuso. Il modello, con il manico in legno di quercia e una lama lunga 100 millimetri, pesa 144 grammi e costa 1.70 franchi svizzeri.
1891-92 la produzione viene avviata inizialmente in Germania e poi affidata alla ditta Karl Elsener di Ibach nel canton Svitto, successivamente Victorinox.
1901 il legno viene sostituito con fibra di vetro, più resistente.
1908 viene perfezionata la lama e ridotto il peso complessivo.
1951 viene prodotto un modello in acciaio inossidabile con una lama lunga 93mm e un peso di 90g.
1961 ridotto a 72g il modello in acciaio è dotato di un piccolo cacciavite e di un apriscatole e ha un’impugnatura in alluminio rosso.
1965 sull’impugnatura del nuovo modello, che diventa argentata, è inciso lo stemma svizzero.

Visto che il vecchio coltello del soldato non soddisfa più gli attuali criteri in materia di sicurezza e tecnologia l’esercito ne ha chiesto la sostituzione. Dopo l’elaborazione delle caratteristiche tecniche del nuovo modello verrà decisa la procedura d’acquisto in base alle regole nazionali vigenti e nel gennaio 2008 la commessa verrà pubblicata nel Foglio ufficiale svizzero di commercio (FUSC).
Le offerte verranno esaminate, un modello sarà sottoposto a verifica per prendere una decisione definitiva. Il nuovo coltello del soldato verrà fornito in due fasi: la prima alla fine del 2008 e la seconda nel 2009 alle prime scuole reclute.

La mostra in corso alla sala Ritter del Castello di Thun fino a dicembre racconta la storia del coltello del soldato fin dai suoi albori e mostra alcuni modelli recenti che possiedono caratteristiche simili a quelle previste per il nuovo coltello militare.

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