
USA: espulsi 35 agenti russi per interferenza voto

(Keystone-ATS) Washington ha espulso dagli Stati Uniti 35 agenti segreti russi, che agivano sotto copertura diplomatica, con l’accusa di aver hackerato il voto che ha portato all’elezione di Donald Trump lo scorso 8 novembre. Lo riferisce il New York Times (Nyt).
L’amministrazione del presidente uscente Barack Obama, riporta il Nyt, ha anche imposto sanzioni sui due servizi segreti russi (Fsb, il controspionaggio, e Svr, lo spionaggio all’estero) inclusi quattro alti ufficiali dell’intelligence militare (Gru) che secondo la Casa Bianca hanno ordinato l’attacco al Comitato democratico.
Attacco che rivelò a luglio come i vertici del Partito stessero facendo di tutto per ostacolare il senatore del Vermont, Bernie Sanders e favorire Hillary Clinton durante la primarie. Rivelazioni che portarono alla dimissione del presidente del Partito, Debbie Wasserman Schulz.
Gli Usa si apprestano anche a mostrare le prove che collegano i cyberattacchi alla rete di computer usati dall’intelligence russa. Prese tutte insieme queste risposte rappresentano, sottolinea il Nyt, la rappresaglia più forte mai adottata dagli Stati Uniti contro un cyberattacco contro i suoi interessi.
Le sanzioni hanno anche lo scopo di mettere in difficoltà il presidente eletto Trump che ha costantemente messo in dubbio che il governo russo abbia avuto un ruolo nell’hackeraggio del Partito democratico.
Obama ha quindi lasciato una patata bollente – l’ennesima – al suo successore per complicargli la vita non appena il 20 gennaio si insedierà alla Casa Bianca. Trump, infatti, avrà il potere di revocare le misure adottate da Obama ma così facendo si esporrebbe ad uno tsunami di critiche.