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Condannato il revisionista Amaudruz

La massima istanza giudiziaria elvetica ha confermato il reato di razzismo per l'estremista vodese Amauruz, qui all'uscita dal tribunale Keystone

Il revisionista Gaston-Armand Amaudruz dovrà scontare la pena. Il Tribunale federale conferma l'applicazione della legge anti-razzismo.

Il negazionista Gaston-Armand Amaudruz dovrà scontare tre mesi di prigione per discriminazione razziale. Lo ha sentenziato il Tribunale federale di Losanna (TF) respingendo il ricorso dell’estremista di destra 79enne, che invocava la libertà condizionale, e confermando la decisione della Corte di cassazione del Tribunale cantonale vodese.

Il 20 novembre del 2000 la Corte cantonale aveva in parte accolto il ricorso di Amaudruz riducendo, da 12 a tre mesi senza condizionale, la pena inflittagli in prima istanza.

Amaudruz è stato condannato per aver pubblicato nel mensile «Le Courrier du Continent» tre articoli nei quali metteva in dubbio l’esistenza delle camere a gas e contestava la cifra di sei milioni di ebrei sterminati dai nazisti durante la Seconda Guerra mondiale. La Corte di cassazione aveva parzialmente accolto il ricorso di Amaudruz ritenendo che il Tribunale di prima istanza avesse voluto, a torto, pronunciare una condanna esemplare.

Per i giudici cantonali, gli scritti e le convinzioni dell’accusato sono evidentemente razzisti e revisionisti. Ma Amaudruz non può essere punito per i suoi 40 anni di revisionismo e nemmeno per ciò che pensa. Gli articoli litigiosi sono punibili secondo l’articolo 261 bis del codice penale. Ma è eccessivo sanzionare con un anno di prigione l’imputato, tenendo conto dell’età e dell’assenza di precedenti, avevano sentenziato i giudici cantonali.

La conferma dei giudici di Losanna

Il TF conferma su tutta la linea la sentenza della Corte di cassazione cantonale. Anche secondo i giudici federali la diffusione della rivista «Le Courrier du continent» viola la norma svizzera antirazzismo, anche se mira un pubblico di 400 abbonati già convinti. Il metodo di reclutamento dei destinatari della rivista e il numero elevato di iscritti è infatti sufficiente per ritenere che Amaudruz abbia agito pubblicamente, sottolinea il TF.

Analogamente alla Corte cantonale, i giudici di Losanna ritengono che il ricorrente non meriti la sospensione condizionale della pena. In particolare Amaudruz si era permesso di pubblicare pochi giorni prima del processo un articolo intitolato «Viva il revisionismo», rileva il TF.

swissinfo e agenzie

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