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Fiume in piena contro la guerra in Iraq

Erano in migliaia a Berna i manifestanti contro la guerra Keystone

40'000 persone hanno partecipato a Berna alla manifestazione pacifista contro un possibile conflitto armato in Iraq. Una delle più imponenti mai svoltesi in Svizzera.

Indetta da 120 organizzazioni, la dimostrazione si è tenuta nella calma.

40’000: cifre impressionanti per la Svizzera, a conferma dei sondaggi secondo i quali nove svizzeri su dieci sono contro la guerra.

Il “no” alla guerra era partito da 120 organizzazioni pacifiste, che hanno invitato la popolazione a manifestare il proprio disaccordo nei confronti di un attacco contro il Paese arabo.

“Niente sangue per il petrolio”, “No alle guerre imperialiste dell’asse del petrolio”, “Rifiutiamo la guerra”, “Cosa volete? La pace. Quando la volete? Ora”, si leggeva sugli striscioni dei manifestanti.

Alcuni slogani ricordavano le grandi proteste degli anni sessanta. In effetti, l’attuale mobilitazione pacifista colpisce l’intera società civile come non accadeva più dai tempi della guerra in Vietnam.

Gli obblighi morali della Svizzera

Fra gli oratori che hanno preso la parola durante la manifestazione di Berna, anche la consigliera nazionale dei Verdi, Franziska Teuscher. La deputata ha ripetuto che una guerra contro l’Iraq non gioverebbe al popolo iracheno ma solo agli interessi americani.

“E’ importante che tutto il mondo dia dei segnali chiari in questo senso”, ha spiegato Franziska Teuscher a swissinfo. Questo vale anche per il governo svizzero.

“La Confederazione deve opporsi in seno alle Nazioni Unite ad una guerra e convocare a Berna gli ambasciatori dei Paesi favorevoli ad un attacco”.

Secondo la consigliera nazionale la Svizzera non deve limitarsi all’aspetto umanitario. “Il mantenimento e il promovimento della pace sono ancorati nella Costituzione elvetica”, sottolinea l’ecologista Teuscher.

Le fa eco la presidente del partito socialista svizzero, Christiane Brunner:”Non c’è niente che giustifichi la guerra. La corsa al conflitto armato ha bloccato ogni ricerca di una soluzione politica”.

Dal canto suo, Jürg Krummenacher, responsabile della comunità di lavoro che raggruppa sei organizzazioni umanitarie, confessa a swissinfo che “la situazione in Medio Oriente è molto volubile e pericolosa”.

Per i gruppi pacifisti il fatto che Saddam Hussein sia un dittatore non giustifica un attacco contro l’Iraq. “Il regime di Bagdad ha tratto profitto dalle sanzioni internazionali, la popolazione ne ha sofferto”, conclude Krummenacher.

La conferenza di Ginevra

Mentre Berna scendeva in piazza, a Ginevra si riunivano 150 rappresentanti internazionali su invito della ministra degli esteri svizzera, Micheline Calmy-Rey, nell’ambito di una conferenza umanitaria sull’Iraq.

La consigliera federale aveva indetto la riunione per abordare l’aspetto umanitario di un eventuale conflitto. Tutti gli Stati invitati, ad eccezione degli Stati Uniti, hanno accolto la proposta della responsabile della diplomazia elvetica.

L’Iraq non era stato invitato per non politicizzare troppo il convegno.

Parigi, Londra, Berlino, Roma…

Non solo in Svizzera si è manifestato contro la guerra. In tutto il mondo si sono svolte proteste analoghe.

Nelle grandi capitali europee, la popolazione ha seguito massicciamente l’appello dei pacifisti.

A Parigi il raduno si è svolto nel quartiere di Denfert-Rocherau ed il corteo ha terminato il suo percorso alla Place de la Bastille. Manifestazioni di protesta si sono tenute anche in altre città francesi.

Fra i partecipanti alla protesta parigina anche la rockstar americana, Patti Smith.

A Londra, secondo le stime della polizia, avrebbero partecipato alla manifestazione circa 500.000 pacifisti, gli organizzatori parlano di quasi un milione, che ne farebbero la più grande marcia di pace della storia britannica.

A Berlino i manifestanti pacifisti hanno superato di gran lunga i centomila previsti alla vigilia. Lo ha dichiarato la polizia.

A Roma il corteo di protesta si è avviato verso mezzogiorno. Sugli striscioni si leggeva “No alla guerra senza se e ma. Fermiamo la guerra all’Iraq”.

… Atene, Mosca

In Spagna 55 città hanno aderito ai cortei di protesta.

Un’affluenza record è stata segnalata dalla Grecia, dove sull’acropoli di Atene campeggiava uno striscione gigantesco con lo slogan: “Sì alla pace, no alla guerra. La guerra dà profitti agli imperialisti e fa male ai popoli”.

Uno sparuto gruppo di poche centinaia di persone – per lo più comunisti- ha sfidato invece il gelo intenso di Mosca (-15 gradi), mentre anche a Tel Aviv si è svolta una manifestazione contro la guerra su iniziativa di gruppi ebraici ed arabi della sinistra radicale, provenienti da tutta Israele.

Australia e Nuova Zelanda

Dai centomila pacifisti che hanno paralizzato la città australiana di Melbourne al piccolo drappello di medici e infermieri sceso in piazza a Giakarta, in Indonesia, con forme e cifre differenti, manifestazioni contro l’ipotesi di attacco all’Iraq si sono svolte in tutta l’Asia e l’Oceania in occasione della giornata internazionale della pace.

Massiccia finora l’adesione ai tre giorni di manifestazioni in Australia, Paese strettamente alleato degli Usa e della Gran Bretagna nella crisi irachena ma dove l’opposizione alla guerra è molto forte.

Alcune migliaia di persone hanno manifestato davanti al parlamento di Wellington, in Nuova Zelanda, altrettante sono sfilate per le strade di Auckland, dove si stanno svolgendo le regate della Coppa America.

Qui l’organizzazione ambientalista Greenpeace ha fatto volare un aereo che trascinava uno striscione con la scritta “No alla guerra. Ora la pace”.

In Giappone un corteo di circa 25.000 pacifisti è sfilato venerdì sera nel centro di Tokyo. Sabato alcune decine di persone hanno portato davanti all’ambasciata degli Stati Uniti – dove da oltre un mese è in corso un sit-in di protesta – uno striscione proclama “Noi siamo con la vecchia Europa, la guerra non è una soluzione”.

Il popolo pacifista

Nel mondo intero sono state almeno 110 milioni le persone a manifestare contro contro la guerra in Iraq. La stima è stata fatta dalla rete televisiva americana CNN.

Stime da capogiro e – certo – non ancora definitive per le manifestazioni contro la guerra.

swissinfo e agenzie

40′ 000 partecipanti
Una delle manifestazioni più imponenti mai svoltesi in Svizzera
Organizzata da 120 movimenti pacifisti

Milioni di persone si sono mobilitate in tutto il mondo per condannare una guerra contro l’Iraq.

Anche la Svizzera ha voluto esprimere la sua condanna. 40’000 persone sono scese in piazza a Berna.

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