Il Consiglio federale sotto choc

"È difficile trovare le parole giuste, non ci sono parole giuste per avvenimenti tanto apocalittici e incomprensibili". Questa la prima reazione ufficiale del presidente della Confederazione Moritz Leuenberger. E' intanto stata confermata la presenza di una donna svizzera su uno dei velivoli schiantatosi sulle torri gemelle di New York. Per chi avesse parenti o altri interessi negli Stati Uniti, il Dipartimento degli affari esteri ha messo a disposizione un numero di telefono: 031 322 27 62.
Davanti ai giornalisti a Palazzo federale si sono presentati Leuenberger e il ministro degli esteri Joseph Deiss. Il presidente della Confederazione ha inviato un messaggio a George Bush per esprimere la profonda compassione e la solidarietà del popolo svizzero con quello americano e con tutte le vittime. “L’odio, il terrore e la violenza – ha aggiunto – non servono a risolvere i conflitti o a rimediare alle ingiustizie”
Evocando gli attentati, Leuenberger ha parlato di un atto di gigantesco odio contro una società pacifica e democratica. Il Consiglio federale condanna nel modo più determinato questi atti di terrorismo che hanno raggiunto una dimensione finora sconosciuta.
L’organo direttivo per la sicurezza si è riunito per valutare la situazione e ha proposto una serie di misure a una delegazione del Consiglio federale composta della ministra di giustizia e polizia Ruth Metzler, del ministro degli esteri Joseph Deiss e del ministro della difea Samuel Schmidt.
Quest’ultimo ha incontrato la stampa per indicare che l’analisi fatta non permette di supporre che esista un pericolo diretto in Svizzera. Ciononostante, sul suolo svizzero potrebbero essere colpiti obiettivi appartenenti agli Stati Uniti o ad altri paesi. Per questo, le normali misure di sorveglianza attorno a possibili obiettivi sono state rafforzate con una presenza più importante di agenti.
Considerata la logistica utilizzata «crediamo che le azioni terroristiche sono circoscritte agli Stati Uniti e che non ci sono pericoli diretti per la Confederazione» ha detto Schmid. “Tuttavia” ha precisato, “sono state prese misure tese a rafforzare la sorveglianza attorno ad edifici pubblici americani”.
Per i compito di sorveglianza si farà capo alle forze di polizia cantonali e alle guardie di fortificazione. I cantoni maggiormente interessate dalle misure sono Berna, Zurigo e Ginevra.
La Svizzera offre aiuto
Il Corpo svizzero di aiuto in caso di catastrofe (ASC) ha offerto il proprio aiuto agli Stati Uniti. I membri dell’ASC sono pronti a partire, attendono solo una risposta dalle autorità americane, ha indicato il portavoce Joachim Ahrens. La catena di soccorso dell’ASC è composta di 104 soccorritori accompagnati da 18 cani da catastrofe e muniti di 16 tonnellate di materiale speciale. Al gruppo basteranno otto ore per lasciare la Svizzera alla volta dell’America, ha precisato Ahrens.
Tra i passeggeri degli aerei anche una cittadina elvetica
Vi è anche una svizzera tra le vittime degli attacchi terroristici compiuti ieri negli Stati Uniti. Secondo quanto comunicato mercoledì mattina dal Dipartimento federale degli affari esteri, la donna si trovava a bordo di un velivolo della United Airlines decollato da Boston con destinazione Los Angeles e successivamente schiantatosi contro le torri gemelle di New York.
La portavoce del DFAE Daniela Stoffel ha detto che complessivamente 14 svizzeri vivono a Manhattan, trasformatosi in un inferno. Una persona è stata contattata telefonicamente, mentre non è stato possibile raggiungere le altre tredici. Una ricerca condotta presso organizzazioni e imprese svizzere in America ha rivelato che al momento attuale non vi sono notizie di altri cittadini svizzeri che sarebbero morti o sarebbero rimasti feriti negli attentati. Gli ospedali, almeno fino alla mezzanotte, non avevano registrato cittadini elvetici tra i ricoverati.
Le notizie sono però ancora frammentarie e l’inchiesta presso gli ospedali sarà ora portata avanti da funzionari del consolato generale svizzero a New York e da rappresentanti della missione elvetica presso l’ONU.
Numerose imprese svizzere a Manhattan
Secondo quanto comunicato anche dalle società svizzere attive a Nuova York, i dipendenti delle loro filiali a Manhattan sembrano essere state risparmiati dagli attentati che hanno distrutto il World Trade Center.
In particolare, sono stati evacuati rapidamente i circa 800 impiegati del Credit Suisse First Boston, che dispone di una sede in un edificio annesso alle due torri gemelle. La notizia è stata diffusa dal portavoce del Credit Suisse Group (CSG), Paul Rimmer.
L’UBS, in un comunicato diramato in serata, precisa di non aver notizie di impegati o suoi uffici coinvolti. In seguito alle interruzioni dei collegamenti telefonici, la verifica delle informazioni da Zurigo necessita comunque ancora tempo. Secondo un portavoce, la banca avrebbe comunque stabilito primi contatti con i suoi uffici sul posto.
La Winterhur International, ex filiale del gruppo assicurativo Winterthur ceduta quest’estate a XL Capital, non ha più uffici nel World Tarde Center da almeno cinque anni. Neppure la Basilese, rimasta coinvolta nell’attentato del 1993, non possiede più uffici nei due grattacieli.
La società di trasporti basilese Natural ha invece uffici nel quartiere a sud di Manhattan, ma sono situati a qualche centinaia di metri dalle torri gemelle. I quindici dipendenti, fra cui alcuni svizzeri, sono stati evacuati senza problemi, ha detto un rappresentante della società.
L’attentato avrà conseguenze finanziarie per Swiss Re, secondo gruppo mondiale nel settore delle riassicurazioni. La società svizzera ha comunicato di stimare ad almeno 1,2 miliardi di franchi la somma prevista per coprire i danni provocati dagli attentati.
Hotline per gli svizzeri negli Usa
Il Dipartimento federale degli esteri ha intanto aperto una linea telefonica per i parenti degli svizzeri che lavorano negli Stati Uniti. Il numero è lo 031 322 27 62, ha indicato il dipartimento.
Frattanto anche la sede del consolato svizzero a Nuova York è stata evacuata. Al lavoro rimangono soltanto poche persone, per permettere gli interventi urgenti che si rendessero necessari. Negli uffici consolari sono normalmente impiegate 25 persone. Situato a una decina di minuti dal World Trade Center, nell’edificio sono situati anche gli uffici del governatore di Nuova York.
Messe e campane in tutta la Svizzera
Dal canto loro, le tre comunità cristiane svizzere – quella cattolica romana, quella protestante e quella vecchio cattolica – invitano tutte le chiese svizzere a suonare le campane mercoledì alle 13.00 per manifestare la loro solidarietà con le vittime degli attacchi terroristici negli Stati Uniti.
In un comunicato congiunto, le comunità cristiane si dicono «inorridite» e fanno le loro condoglianze alle famiglie delle vittime, al popolo americano e alle chiese sorelle d’oltre Atlantico. Sempre nella giornata di mercoledì saranno celebrate messe per ricordare le persone scomparse.

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