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L’Olanda stacca il primo biglietto per la finale

Sneijder e compagni esultano: per la terza volta si ritrovano in finale ai campionati mondiali AP Photo/Eugene Hoshiko

Nella prima semifinale dei campionati del mondo 2010, gli arancioni hanno superato a Città del Capo l'Uruguay per 3 a 2. L'Olanda, che incontrerà in finale la Spagna o la Germania, accede per la terza volta ad una finalissima dei mondiali.

È un’Olanda che non esalta forse, come due anni fa agli europei, quando aveva dato spettacolo nelle tre partite disputate a Berna contro la Francia, l’Italia e la Romania, prima di perdere malamente contro la Russia ai quarti di finale. È un’Olanda, però, che vince. E che ritrova, 32 anni dopo, la strada per accedere alla finale di un campionato del mondo.

Gli olandesi si sono imposti per 3 a 2 in una partita non proprio entusiasmante, ma comunque guardabile, affrontata da entrambe le squadre con una certa prudenza, vista l’importante posta in gioco. Dopo un primo tempo quasi privo di azioni pericolose e contrassegnato soltanto da due reti segnate un po’ a sorpresa, frutto di due tiri dalla lunga distanza, l’incontro si è acceso soltanto al 70esimo, con il secondo goal messo a segno dagli arancioni

Fino a quel momento, l’Uruguay aveva tenuto testa agli avversari, riuscendo a contenere i temibili centrocampisti e attaccanti olandesi, a cominciare da Robben e Sneijder. A decretare l’esito della gara sono stati però ancora una volta i due gioielli dei Tulipani, che hanno realizzato anche in questa occasione le due reti decisive.

Una finale quindi tutta europea quella che si giocherà domenica in Sudafrica: con l’Uruguay esce di scena l’ultima squadra sudamericana, dopo l’eliminazione ai quarti di finale di Argentina, Brasile e Paraguay. A Johannesburg, l’Olanda potrebbe ritrovare la Germania, per una rivincita attesa dai mondiali del 1974, oppure la Spagna, per una finale inedita tra due squadre che non hanno mai conquistato il trofeo mondiale.

Fulmine a ciel sereno

La partita inizia ad un ritmo piuttosto lento e con grande equilibrio in campo. Entrambe le squadre sembrano dapprima interessate soprattutto a prendere le misure dell’avversario e ad evitare brutte sorprese in difesa. Nei primi minuti soltanto un tiro di Kuyt, scagliato da fuori area verso gli spalti fa pensare da lontano ad un’occasione da rete.

Il goal giunge quindi al 17esimo come un fulmine a ciel sereno. Il terzino Van Bronckhost riceve la palla sulla fascia laterale sinistra e, senza avvertire nessuno, lascia partire un missile da 36 metri, che si infila nell’angolo destro della porta uruguayana. Muslera si distende il più possibile, ma riesce soltanto a sfiorare il pallone con un guanto.

È 1 a 0 per l’Olanda, quando nessuno aveva ancora intravisto un reale pericolo. Senza accendersi più di quel tanto, la partita si avvelena un pochino: l’arbitro uzbeko Rawschan Irmatow si vede costretto ad estrarre tre cartellini gialli nel giro di pochi minuti.

L’Uruguay si fa comunque sotto e riesce a penetrare a più riprese nell’area degli arancioni, che abbandonano senza ragione il controllo del gioco ad un avversario non veramente irresistibile. La passività olandese è così punita al 40esimo: completamente libero in posizione centrale, Diego Forlan spara a sua volta una cannonata da 25 metri verso la porta olandese. Sorpreso, Stekelenburg può solo toccare inutilmente la palla con la mano. L’Olanda si risveglia, ma è ormai già la pausa.

Due reti in tre minuti

Nel secondo tempo l’Olanda rispolvera van der Vaart, al posto di De Zeeuw. La partita riprende ad un ritmo non troppo intenso, con le due squadre impegnate soprattutto a contenere i movimenti avversari. Al 51esimo minuto, un malinteso all’interno della difesa olandese consente quasi all’Uruguay di passare in vantaggio, ma Van Bronckhost, l’uomo partita per l’Olanda, salva a portiere ormai battuto.

Mentre gli arancioni cominciano a premere con maggiore insistenza, al 67esimo è di nuovo l’Uruguay a rendersi pericoloso con un calcio di punizione tirato da 25 metri da Forlan. Questa volta, il portiere olandese non si lascia sorprendere e riesce a deviare il pallone sulla sua destra.

L’Olanda però è di nuovo sveglia e reagisce solo un minuto dopo con un tiro ben piazzato di Van Persie, respinto miracolosamente da Muslera sui piedi di Robben, che spara però in alto, a porta quasi vuota. Ancora due minuti e al 70esimo lo scenario si ripete: questa volta è Sneijder a tentare la via del goal in area e il suo pallone, deviato da due giocatori uruguayani, finisce a raso palo, imprendibile per il portiere Muslera.

Sulla rete grava un forte sospetto di fuori gioco da parte di Van Persie, ma la sorte della partita è ormai segnata. L’Olanda continua infatti a gettarsi all’attacco e al 73esimo trova per la terza volta la via del goal, con un colpo di testa di Robben, su centro dalla sinistra di Kuyt. L’Uruguay non si arrende, ma nell’ultima fase dell’incontro sono soprattutto Robben e compagni a creare scompiglio, in contrattacco, nella difesa avversaria.

Così, solo al 91esimo minuto i sudamericani riescono a raccorciare le distanze con Maxi Pereira, che riprende da una decina di metri una palla respinta dal muro olandese, dopo calcio di punizione. Gli uruguayani si dimostrano estremamente pericolosi negli ultimi due minuti di gara, ma la vittoria è ormai arancione.

Olanda pragmatica ed efficace

Olanda in festa dunque: i loro giocatori sono riusciti a qualificarsi per la terza volta per una finalissima dei campionati del mondo. Nel 1974, in Germania, la straordinaria squadra di Cruyff e compagni venne superata in finale dalla “Mannschaft” di Beckenbauer per 1 a 2. Quattro anni dopo, in Argentina, gli inventori del calcio totale dovettero piegarsi di fronte agli “albiceleste” per 1 a 3.

Delusioni e sogni infranti che hanno quasi sempre caratterizzato da allora il percorso dell’Olanda ai mondiali e agli europei. Negli ultimi 40 anni, questo paese di 16 milioni di abitanti è costantemente riuscito a estrarre dal proprio vivaio grandi giocatori e a comporre forti squadre, che davano regolarmente l’impressione di poter ambire ai massimi titoli.

Finora, però, soltanto la selezione guidata da Gullit e Van Basten è stata in grado di conquistare almeno un trofeo nel 1988, aggiudicandosi i campionati europei in Germania. In tutte le altre occasioni, gli arancioni hanno deluso le aspettative in seguito a vertenze interne, errori tattici, mancanza di realismo o all’incapacità di gestire le proprie risorse sull’arco di un torneo.

Così è stato anche agli ultimi campionati europei disputati nel 2008 in Svizzera e Austria: dopo 3 vittorie esaltanti nel primo turno, la nazionale olandese è incredibilmente crollata ai quarti, lasciando soltanto amarezza ai suoi appassionatissimi tifosi.

Ai mondiali in Sudafrica, gli arancioni hanno offerto un gioco meno spettacolare rispetto a due anni fa, o a quasi sempre, ma molto più pragmatico ed efficace. Un gioco che fa sognare meno, ma che finora ha permesso loro di evitare nuove e amare delusioni. Almeno fino in finale.

Armando Mombelli, swissinfo.ch

Stadio : Green Point Stadium, Città del Capo.

Spettatori: 62’479.

Arbitro : Rawschan Irmatow (Uzbekistan).

Reti : 8. Van Bronckhorst 1: 0, 41. Forlan 1:1, 70. Sneijder 2:1, 73. Robben 3:1, M. Pereira 3:2.

Olanda : Stekelenburg; Boulahrouz, Heitinga, Mathijsen, Van Bronckhorst; Van Bommel, De Zeeuw (46. Van der Vaart); Robben (90. Elia), Sneijder, Kuyt; Van Persie.

Uruguay : Muslera; Maximiliano Pereira, Victorino, Godin, Caceres;
Perez, Arevalo, Gargano, Alvaro Pereira (78. Abreu); Forlan (84.
Sebastian Fernandez), Cavani.

Quarti di finale

Spagna – Paraguay 1 a 0
Germania – Argentina 4 a 0
Uruguay – Ghana 1 a 1 (4:2 ai calci di rigore)
Olanda – Brasile 2 a 1

Semifinali

Olanda – Uruguay 3 a 2
Spagna – Germania (7 luglio)

Finale per il terzo posto

Uruguay – Spagna /Germania (10 luglio)

Finalissima

Olanda – Spagna/Germania (11 luglio)

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