Roland Garros senza gloria per Martina Hingis

Dopo Roger Federer, anche la numero uno del tennis femminile si è fatta estromettere dal torneo internazionale di Parigi, superata per 6-4, 6-3 dall'americana Jennifer Capriati. Un'altra delusione per Martina Hingis che non riesce più ad esprimere con costanza tutte le sue doti, dalla sconfitta subita due anni fa sempre al Roland Garros contro la Graf.
L’incubo parigino per Martina Hingis continua, anzi diventa sempre più angosciante. Resta l’unica prova dello Slam che non ha mai vinto e in più ne esce sempre tra i fischi. Jennifer Capriati l’ha respinta con lo stesso punteggio (6-4 6-3) con cui l’aveva sorpresa all’Australian Open di gennaio (ultimo Slam vinto nel 1999 dalla tennista di Trübbach). A Martina non resta che buttare la racchetta per terra e masticare amaro ben poco consolata dai parigini che impietosi la beccano in continuazione.
Insomma, dal possibile en-plein con Federer e Hingis in finale sulla terra rossa parigina, ci ritroviamo con un pugno di mosche. Ma se la Capriati non ha dato scampo alla Martina nazionale, ben diverso è il discorso per Federer, fermatosi nei quarti di finale dopo un incontro equilibrato con Corretja. Federer ha dimostrato di avere alcuni passaggi a vuoto ma sembra molto forte nel gestire situazioni difficili. Il suo carattere è forte, temprato, malgrado la giovane età.
Quello di Martina invece è irascibile e “piagnucolone” e forse un tantino logoro dopo tanti anni come numero 1, ma senza una vittoria nel Grande Slam da …quasi una vita.
Due set simili: subito avanti la Hingis (0-1), subito controbreak Capriati. E sì che nel primo, al 4-1, Jennifer si ferma a farsi massaggiare un ginocchio che ha scricchiolato. Ma è Martina che cede: arriva a 15-40 sul 4-4 e poi si fa raggiungere e battere. E sempre in rimonta si fa beffare nel secondo parziale per ben due volte: sul 3-3 e sul 4-3 quando da 40-0 e da 0-40 sbaglia, s’innervosisce e crolla.
L’ultimo game è impietoso, una resa senza condizioni. E la Capriati, 11 anni dopo (aveva 14 anni) la semifinale persa contro la Seles, arriva in finale. Vi troverà Kim Clijsters, vincitrice del derby contro la Henin. Belghe ambedue (la Clijsters è fiamminga, la Henin francofona), hanno un solo anno di differenza, tutt’e due nate a giugno (la Clijsters ne compie 18 venerdì, la Henin ne ha compiuti 19 una settimana fa), soli due posti in classifica Wta (al n. 14 la Clijsters, al 16 la Henin), debuttano insieme in una semifinale dello Slam.
Il destino le ha forse aiutate togliendo dalla loro parte del tabellone subito Amelie Mauresmo, poi Venus Williams, al secondo turno Elena Dementieva e al terzo anche Jelena Dokic, fresca di vittoria a Roma. Ma in semifinale hanno dimostrato che la loro presenza non ruba niente a nessuno. Anzi, le divide ben poco anche in campo.
Si spartiscono il palcoscenico, il merito del bel tennis che offrono (la Henin più agile, la Clijsters più potente) e anche i primi due set: la Henin domina il primo (6-2 in 30 minuti), la Clijsters si prende di forza il secondo (7-5 in 46 minuti), dopo che Justine era arrivata alla palla del possibile 5-2, che sarebbe invece presto diventato 4-4.
La resa dei conti nel terzo. Due pari e qui la Clijsters sale in cattedra: da 40-0 la Henin sbaglia troppo e fa risalire la connazionale che a quel punto prende la partita in mano (break e poi 4-2) e la chiude alla prima occasione: 6-3. Oltre alla stretta di mano, c’è anche il bacio tra le due: in finale ci va la Clijsters (per la felicità del fidanzato, Lleyton Hewitt), alla Henin resta la soddisfazione di aver dominato la semifinale per un set. Presto imparerà a far meglio, il talento non le manca.
Filippo Frizzi

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