Al Jazeera, l'emittente araba invidiata anche dalla Cnn
Mentre per il terzo giorno consecutivo le bombe anglo-americane colpiscono l'Afghanistan, i media di tutto il mondo, compresa la potente CNN, devono ricorrere all'emittente Al Jazeera per diffondere le immagini di Kabul. Questa improvvisa notorietà internazionale della rete che diffonde dal Qatar preoccupa gli americani.
Dal suo lancio, nel 1996, Al Jazeera è al centro di numerose controversie. Mai prima d'allora una televisione araba aveva suscitato nel contempo tanta ammirazione e tanta ostilità, anche in seno ai dirigenti del mondo arabo. A tal punto che una buona parte dell'attività diplomatica del ministro degli esteri del Qatar, Sheik Hamed Ben Passim Al-Thani, per sua stessa ammissione, è consacrata a riparare i danni commessi da Al Jazeera.
Ironia della storia
Il potere politico dei paesi arabi teme il tono libero e mordente adottato dall'emittente del Qatar, che potrebbe contagiare altre reti della regione e ridurre il margine di manovra dei regimi al potere. Oltre 200 proteste ufficiali di paesi arabi sono pervenute alle autorità del Qatar. Anche gli Stati Uniti hanno protestato e qui ci si trova di fronte a un paradosso: i leader del mondo libero protestano per un'emittente libera.
In occasione della sua recente visita negli Stati Uniti, l'emiro del Qatar Sheik Hamed ben Khalifa Al-Thani ha dovuto incassare le recriminazioni del suo ospite americano sul ruolo di Al Jazeera, ritenuta colpevole di attizzare l'ostilità nei confronti degli americani e di appoggiare i movimenti fondamentalisti. Washington non ha apprezzato la diffusione di un'intervista al presunto mandante degli attentati in America Osama Ben Laden, un'intervista registrata due anni fa e mandata in onda all'indomani degli attentati dell'11 settembre.
L'emiro fa notare che la situazione sarà diversa dopo la realizzazione delle riforme politiche nel Qatar, che prevedono l'elezione di un parlamento fra due anni. Un rinnovo del personale della rete o un cambiamento della linea editoriale, accusata di tendere verso un Islam troppo politico, non sono esclusi.
Per il direttore generale di Al Jazeera, Jassim Al-Ali, la polemica con gli Stati Uniti è il risultato della gelosia delle televisioni occidentali dopo gli scoop realizzati dalla rete qatariota. L'emittente, precisa il direttore, non è parte in conflitto e ha tre corrispondenti in Afghanistan e tre negli Stati Uniti. Ma la rete ha sorpreso tutti quando ha diffuso le immagini di bin Laden registrate prima dell'inizio del contrattacco americano.
Al Jazeera potrà sopravvivere?
I responsabili della rete non sembrano pronti a cedere alle pressioni. Una fonte bene informata ha confermato a swissinfo che l'emittente è abituata a questo tipo di insinuazioni: la si è accusata di essere al soldo degli israeliani, vicina agli iracheni, simpatizzante degli islamisti o laica. Accuse che in realtà costituiscono la fierezza di Al Jazeera, secondo la medesima fonte.
Ci si può però chiedere in che misura potrà resistere, in un momento in cui l'informazione diventa un mezzo di propaganda militare, con ramificazioni culturali al servizio di una parte in conflitto.
Il Qatar si trova confrontato con un difficile dilemma. Come conciliare, da una parte, la sua volontà di aggiornamento politico e sociale varato con l'apertura di Al Jazeera e, d'altra parte, riuscire a non irritare gli americani?
Se Al Jazeera riuscirà a inventare un approccio nuovo dell'informazione in questi tempi agitati si sarà guadagnata un posto nella storia.
Faysal Al Baatut, Doha

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