CF: banche sistemiche, no aumento imposizione su prestiti

(Keystone-ATS) Le banche di importanza sistemica che emettono strumenti finanziari per rafforzare il capitale proprio dell’istituto non saranno penalizzate fiscalmente. Lo ha deciso oggi il Consiglio federale.
L’esecutivo ha posto in vigore retroattivamente al primo gennaio una legge volta ad agevolare il rafforzamento dei mezzi propri di queste istituzioni.
Le banche “too big to fail” (TBTF) sono tenute a detenere sufficienti fondi propri affinché, in caso di crisi, non debbano essere salvate con i soldi dei contribuenti. Questo obbligo potrebbe portarle a emettere strumenti finanziari come obbligazioni “bail-in”, “write-off” e Cocos (“Contingent Convertibles”).
Al più tardi dal 2020 questi strumenti dovranno essere emessi dalla società madre degli istituti finanziari attivi in Svizzera. Questo sistema aumenta però l’imposta sull’utile per le società madre che si traduce in una diminuzione del capitale proprio. Ciò è in contrasto con gli obiettivi della legislazione TBTF.
I prestiti saranno esenti non solo dall’imposta anticipata e dalla tassa di bollo, ma anche dall’imposta sull’utile. In pratica, la legge adatta il calcolo della riduzione per la partecipazione, un meccanismo di tassazione degli utili che impedisce l’imposizione multipla all’interno dello stesso gruppo.
Gli interessi passivi relativi a prestiti speciali non saranno più considerati come costi di partecipazione. Lo stesso vale per i fondi liberati, che saranno trasferiti a società del gruppo.
Questo nuovo regime si applica solo alle banche di rilevanza sistemica. Durante le discussioni in Parlamento è stata menzionata un’estensione dell’adeguamento della riduzione della partecipazione a tutte le società madri e ad altre società orientate ai risultati. Questo problema potrebbe essere affrontato in una futura revisione legislativa.