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Coop: carne scaduta venduta al banco, in arrivo controlli esterni

(Keystone-ATS) Coop annuncia controlli indipendenti esterni per far fronte alla vicenda della carne già confezionata che, una volta giunta a scadenza, viene venduta al banco come fresca, una pratica segnalata ai media da diversi dipendenti del grande distributore. A partire da gennaio 2012 un’impresa esterna certificherà la freschezza dei prodotti delle macellerie, procedendo a verifiche non annunciate, promette il presidente della direzione Joos Sutter. Nel frattempo è già stato creato un organo interno cui possono rivolgersi i collaboratori che notano irregolarità.

“Se quanto descritto è vero, voglio scusarmi con tutti clienti”, afferma Sutter in un’intervista pubblicata oggi dal “SonntagsBlick”. “La fiducia nei nostri confronti ne ha sofferto: faremo di tutto per riguadagnarla”. Coop ha così organizzato giornate delle porte aperte, “per mostrare che che siamo trasparenti e non abbiamo nulla da nascondere”.

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Sutter ricorda che le macellerie Coop sono sottoposte a 1300-1500 ispezioni interne, cui si aggiungono 400-500 interventi dei laboratori cantonali. Da fine agosto esiste inoltre un regolamento a tolleranza zero: la carne già impacchettata non può più essere messa in vendita al bancone. Finora invece spettava al macellaio decidere se, l’ultimo giorno di vendita, poteva essere aperta e ancora venduta. Ora arriveranno anche i controlli esterni.

Il numero uno di Coop sottolinea peraltro che “non è emerso alcun caso di merce avariata, bensì unicamente segnalazioni di collaboratori riguardo a manipolazioni della data di vendita, scattate dopo un servizio di Kassensturz”, la trasmissione per i consumatori della televisione svizzero-tedesca SF che aveva per la prima volta riferito sul tema a inizio ottobre. Martedì un secondo servizio, diffuso dalla stessa testata, aveva mostrato che il problema è a quanto pare presente in numerose filiali: si hanno notizie di 24 punti vendita interessati.

I macellai Coop sostengono di essere sottoposti a forti pressioni per tenere alti i volumi di vendita. “Anche questo aspetto viene preso seriamente. Quello che ci colpisce è che le dichiarazioni a ‘Kassensturz’ siano rimaste anonime. Perciò abbiamo creato un organo interno a cui i collaboratori possono segnalare – in modo anonimo e protetto – quello che a loro avviso non funziona”, reagisce il manager che guida l’azienda da poco più di due mesi. Finora sono giunte già cinque segnalazioni.

Intanto però Coop – da giorni sotto pressione sui media di oltre San Gottardo, che parlano di scandalo – ha subito un grave danno di immagine, ammette Sutter. Le cifre complessive di vendita del comparto sono rimaste più o meno le stesse, ma i clienti si indirizzano più verso la carne impacchettata che verso quella aperta, spiega il manager.

In concreto il nuovo approccio significa però anche che il macellaio, se non dovesse più avere fettine di manzo al bancone, non può più andare allo scaffale e prendere la carne togliendo gli imballaggi in plastica. Tenendo conto del fatto che la clientela è sempre più abituata a poter disporre dell’assortimento completo sino all’ora di chiusura in ultima analisi questo vorrà dire che molta più carne finirà nella pattumiera. “Sì, questo di sicuro. Ma non posso ancora dire quanta”, risponde Sutter.

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