Coronavirus: popolazione ottimista, non vuole vaccino obbligatorio
(Keystone-ATS) Con l’andamento positivo della situazione sanitaria è in notevole miglioramento l’umore della popolazione svizzera. La vaccinazione obbligatoria non ha però il sostegno della maggioranza, rileva l’ultimo monitor relativo al coronavirus commissionato dalla SRG.
Il contesto economico attuale è considerato il più favorevole da quando il Covid-19 è apparso sulla scena. Sempre meno intervistati temono di perdere il lavoro e di avere problemi finanziari. La crisi, mette in luce l’inchiesta realizzata dal centro di ricerca Sotomo e pubblicata oggi, è ora piuttosto percepita come di tipo sociale.
Il 60% degli interpellati ha paura che si stia andando verso una polarizzazione della società e percepisce sempre meno solidarietà nella vita quotidiana, mentre l’egoismo appare in aumento. Il 73% è comunque convinto che la Svizzera stia gestendo le sfide legate alla pandemia meglio di altri Paesi europei.
Meno di uno su due (46%) pensa che la vaccinazione debba essere obbligatoria per il personale sanitario. Il 36% vorrebbe richiedere alle persone che scelgono di non immunizzarsi (e prive di una giustificazione medica) di pagare almeno in parte il costo del trattamento qualora dovessero ammalarsi. Il certificato Covid è da parte sua sostenuto dal 61%
In calo la percentuale di chi crede che le chiusure siano andate troppo oltre: 33% contro il 46% del mese di marzo. Solo il 20% considera eccessive le misure attuali in vigore per contrastare il virus.
Secondo il sondaggio, realizzato online fra il 1° e il 5 luglio coinvolgendo 23’337 persone, gli svizzeri sono inoltre favorevoli alla mascherina, perlomeno in determinate circostanze. Per il 73% va indossata sui mezzi pubblici, per il 67% nei negozi e per il 64% agli eventi pubblici.
Capitolo home office, tre quarti degli intervistati che hanno lavorato da casa durante la pandemia vorrebbero poter continuare a farlo parzialmente. Il 13% spera di non tornare affatto in ufficio.
Infine, la ricerca mostra un rialzo del gradimento nei confronti del Consiglio federale, individuabile già da marzo, dopo il calo significativo della fiducia accusato dal governo lo scorso autunno. Il ministro della sanità Alain Berset risulta il membro dell’esecutivo più apprezzato, mentre il titolare del Dipartimento degli affari esteri Ignazio Cassis, pur in leggero recupero, resta confinato in ultima posizione.