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Gas a effetto serra: -20% o -50%?

Entro il 2020, il governo intende ridurre di almeno il 20% le emissioni di gas a effetto serra. La variante più ambiziosa parla del 50%. Proposta inoltre un'estensione ai carburanti della tassa sulle emissioni di CO2.

Il Consiglio federale ha posto in consultazione il progetto di revisione della legge sul CO2. La procedura si concluderà il 17 marzo.

Ai vari gruppi d’interesse, il governo propone due varianti. La prima si allinea agli obiettivi climatici dell’Unione europea: -20% di emissioni entro il 2020, essenzialmente grazie a misure interne svizzere. La tassa sulle emissioni di CO2, che attualmente grava sui combustibili di origine fossile, dovrebbe essere estesa ai carburanti. Le aziende potranno compensare una parte delle loro emissioni all’estero; al massimo un quarto dopo il 2012.

Secondo il governo, questa variante favorisce gli investimenti in Svizzera, rafforza la competitività del paese e contribuisce a diminuire la dipendenza dalle fonti di energia fossile importate.

La lobby degli automobilisti e l’Unione svizzera di arti e mestieri hanno già annunciato la loro opposizione a nuove tasse su combustibili e carburanti.

La seconda variante è più ambiziosa: mira a una riduzione delle emissioni del 50%. Tuttavia, la maggior parte delle riduzioni sarebbe realizzata all’estero attraverso l’acquisto di certificati. Si tratta di una variante che tiene conto del maggior potenziale di riduzione dei paesi in via di sviluppo. Pone inoltre l’accento sul transfert di capitali e tecnologie verso quest’ultimi.

Le proposte rappresentano un controprogetto indiretto all’iniziativa popolare «Per un clima sano», che il governo raccomanda di respingere. Dal canto loro, i sostenitori dell’iniziativa (WWF, Greenpeace, Associazione traffico e ambiente, Partito socialista e Verdi) giudicano gli obiettivi del governo “insufficienti”.

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