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L’aiuto svizzero ad Haiti

I soccorritori svizzeri prestano aiuto ad Haiti. Nancy Roc/swissinfo

Uragani, crisi politica ed economica e degrado ecologico rendono ancora più difficile la situazione nel paese più povero dell’emisfero occidentale.

Con aiuti umanitari e contributi alla ricostruzione, la Svizzera offre il suo sostegno ad Haiti.

I due uragani Ivan e Jeanne che hanno attraversato Haiti nelle scorse settimane, hanno portato morte e distruzione, oltre a lasciare 250’000 persone senza tetto.

La furia scatenata della natura ha finora provocato più di un migliaio di morti e circa 1’200 dispersi. Senza contare le persone che hanno necessitato di assistenza medica ed il forte rischio di epidemia. Le prospettive degli abitanti dell’isola caraibica per il futuro sono state anch’esse spazzate via.

Vaste zone della località di Gonaïves sulla costa settentrionale sono sempre sommerse e la città di Port-de-Paix nel nord-ovest dello stato deve far fronte alla marea ed alle inondazioni.

Le autorità della capitale Port-au-Prince prevedono che il numero delle vittime sia destinato a salire.

Una mano dalla Svizzera

Diverse associazioni svizzere di aiuto ed il Comitato internazionale della Croce Rossa (Cicr) sono presenti ad Haiti già dal maggio scorso, quando abbondanti piogge tropicali hanno inondato parte del paese. Una campagna internazionale in favore delle vittime è tuttora in atto.

La Direzione dello sviluppo e della cooperazione (Dsc) ha prontamente partecipato agli aiuti immediati con 225’000 franchi. Sul posto, è presente con due esperti e sostiene – con 1,2 milioni di franchi – il Programma alimentare mondiale (Wfp), che interessa circa mezzo milione di haitiani.

Dal canto suo, il Cicr – presente nel paese da diversi anni – ha reagito organizzando un posto di soccorso nel nord dell’isola.

In collaborazione con la locale Croce Rossa, il Cicr è attualmente attivo nelle zone disastrate per impedire lo scoppiare di epidemie, seppellire i cadaveri, fornire medicinali ai sopravvissuti e per intraprendere misure per rendere l’acqua potabile.

La catena della solidarietà

“L’appello alla solidarietà ha avuto una grande risonanza”, dice a swissinfo la responsabile dell’azione Senta Graf.

“Ci vorranno ancora un paio di giorni per sapere quanto grande è la volontà dei cittadini svizzeri di aiutare le vittime dell’uragano”, prosegue Graf.

Venerdì, la Croce Rossa Svizzera (Crs) prevede di spedire 13 tonnellate di beni d’emergenza a Port-au-Prince. Il suo portavoce, Karl Schuler, spera che i camion carichi di coperte, suppellettili, teloni di plastica e pastiglie per la disinfezione dell’acqua possano raggiungere, il più rapidamente possibile, le zone sinistrate.

Molte vie di comunicazione in direzione di Gonaïves e Port-de-Paix sono infatti ancora sommerse.

Un aiuto coordinato

La Crs coordina il suo intervento con la Federazione internazionale delle Società della Croce Rossa, la sezione svizzera della Caritas e l’Aiuto delle Chiese evangeliche svizzere (Heks).

Caritas svizzera mette a disposizione 200’000 franchi per l’aiuto d’urgenza, mentre l’Heks si impegna alla ricostruzione di una scuola a Dame-Marie, in collaborazione con i suoi partner locali (la Chiesa metodista ed la Chiesa unificata). 2’500 studenti potranno così beneficiare di nuovo dell’insegnamento.

Haiti: povertà e degrado ecologico

Con un reddito pro capite annuo di circa 190 franchi, Haiti è il paese più povero dell’emisfero.

Gli sconvolgimenti politici del mese di febbraio hanno peggiorato la situazione, causando una grave crisi umanitaria. Nelle maggiori città, banche e negozi sono stati presi d’assalto dai saccheggiatori.

Il presidente Jean Bertrand Aristide (in passato sacerdote dei poveri) fu costretto a lasciare la sua carica di capo dello Stato, per rifugiarsi in esilio all’estero.

Fino al 2005, anno delle prossime elezioni presidenziali, lo stato caraibico sarà provvisoriamente governato da Gérard Latortue.

Non solo la povertà, ma anche il degrado ambientale affligge Haiti: nel 1950, il 25% del paese era ancora ricoperto da foreste, mentre oggi la proporzione della superficie verde è di un allarmante 1,4%.

Negli ultimi anni, 60 milioni di alberi sono stati ripiantati grazie al programma americano US-AID.

La gente che vive nelle zone rurali, così come una parte della popolazione delle città, non possono permettersi l’acquisto di combustibli cari quali il cherosene od il petrolio. Non disponendo neanche dell’elettricità, bruciano circa 10 milioni di alberi all’anno.

Una situazione al limite

Il degrado ecologico, combinato alla povertà del paese, rappresenta una “bomba ad orologeria” la quale, in una regione climaticamente esposta come i Caraibi, rischia di causare smottamenti e colate di fango ancor più violenti e frequenti.

L’erosione del suolo ha raggiunto un livello talmente elevato, che basta la quantità d’acqua di un forte temporale per provocare morte e distruzione.

Se Haiti provvederà a migliorare l’aspetto politico, economico e civile conformemente alle regole della democrazia, la Comunità internazionale ha promesso un aiuto di oltre un miliardo di dollari.

swissinfo, Erwin Dettling
(traduzione: Luigi Jorio)

Catena della solidarietà: Conto postale 10-15 000-6 Haiti

La martoriata isola caraibica di Haiti ha ricevuto il sostegno anche della Svizzera.

Il Comitato internazionale della Croce Rossa e la Direzione dello sviluppo e della cooperazione hanno subito fornito i primi aiuti sul posto.

Per aiutare le vittime, è stata lanciata una catena della solidarietà.

Gli uragani Ivan e Jeanne hanno lasciato 250’000 persone senza tetto.
Oltre un migliaio i morti.
Almeno 1’200 isolani sono tuttora dispersi.

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